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Biocarburanti provenienti da foreste aumenteranno le emissioni di anidride carbonica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 24.10.2011

Il più completo studio eseguito finora sugli effetti della produzione di biocarburanti dalle foreste della West Coast ha dimostrato che l’uso intenso della bioenergia aumenterebbe le emissioni di anidride carbonica di queste foreste almeno per il 14 per cento, se l’efficienza delle operazioni di produzione fossero ottimali.

I risultati sono in contrasto con alcune ipotesi e studi precedenti suggerivano che i biocombustibili prodotti in questo modo non  aumentassero la produzione di carbonio o adirittura la riducessero.

In questa ricerca, si dimostra che ciò non è vero.

Lo studio è stato pubblicato oggi su Nature Climate Change, dagli scienziati del College of Forestry della Oregon State University e di altri istituti in Germania e Francia. Lo studio è stato sostenuto dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.

Nel corso degli ultimi quattro anni, lo studio ha esaminato 80 tipi di foreste in 19 eco-regioni in Oregon, Washington e California, che vanno dalle foreste pluviali temperate alle foreste semi aride. Sono inclusi sia i terreni pubblici e privati ​​che i differenti metodi di gestione forestale.

“Sulla West Coast, abbiamo scoperto che il taglio delle foreste per produrre bioenergia in qualsiasi forma rilascerà più anidride carbonica in atmosfera delle attuali pratiche di gestione forestale”, ha detto Tara Hudiburg, una dottoranda alla OSU e autrice principale dello studio .

“La maggior parte della gente suppone che la bioenergia non altererà la produzione di carbonio, perché la foresta può ricrescere e c’è anche la possibilità di protezione delle foreste dalle emissioni di carbonio che potrebbe causare un incendio”, ha detto Hudiburg. “Tuttavia, la nostra ricerca ha mostrato che le emissioni prodotte da queste attività si sono rivelate maggiori del risparmio supposto”.

L’unica eccezione a questo, hanno detto i ricercatori, ci sarebbe se le foreste ad alto rischio di incendio si indebolissero a causa di epidemie dovute a insetti o a siccità, che ostacolerebbero il loro sviluppo e il sequestro del carbonio,  ponendo inoltre le basi per grandi incendi. Lo studio diostra inoltre che sarebbe possibile una minore produzione di anidride carbonica solo se fossero rispettati una serie di criteri.

“Fino ad ora si sono credute molte cose sbagliate circa l’impatto del diradamento forestale, la prevenzione degli incendi e la produzione di biocombustibili in riferimento alle emissioni di carbonio dalle foreste”, ha affermato Beverly Law, professore presso l’OSU e co-autore di questo studio.

“Se il nostro obiettivo finale è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, la produzione di bioenergia proveniente dalle foreste sarà controproducente”, ha detto Law. “Alcune di queste pratiche di gestione forestale possono anche avere impatti negativi sul suolo, la biodiversità e l’habitat. Questi problemi non sono stati ancora pensati in modo completo.”

Lo studio ha esaminato migliaia di appezzamenti di foresta con i dati dettagliati e le osservazioni, considerando 27 parametri, compreso il ruolo degli incendi boschivi, la riduzione delle emissioni da utilizzo della bioenergia, la sostituzione dei prodotti in legno, le infestazioni di insetti, il diradamento delle foreste, l’energia e i processi necessari per produrre biocarburanti, e molti altri.
Sono stati presi in esame quattro scenari di base. In tutti c’era un aumento della produzione di anidride carbonica, tranne che in uno che prevede l’ottimizzazione di tutti i fattori.

“Tuttavia, non crediamo che l’efficienza ottimale di produzione sia in realtà possibile in condizioni reali”, ha detto Hudiburg. “Con i livelli di efficienza che sono più realistici,  l’uso intensivo di queste foreste per la produzione di bioenergia, dovrebbe aumentare le emissioni di carbonio del 17 per cento rispetto al livello attuale”.

Circa il 98 per cento delle foreste in questa regione sono oggi stimate come una riserva di ossigeno  il che significa che già con gli approcci di gestione esistenti  sequestrano più carbonio di quanto non ne rilascino in atmosfera.

Le foreste catturano gran parte del carbonio emesso in tutto il mondo, e una parte di esso resta  nel legno e nel suolo per centinaia di migliaia di anni, hanno affermato gli scienziati.

“La politica energetica attuata senza un corretto calcolo delle emissioni di carbonio e una corretta comprensione dei rischi sottostanti ai processi aumentano, piuttosto che diminuire, le emissioni”, hanno concluso i ricercatori.

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