Dopo la sconcertante sperimentazione dei ricercatori dell’Università di Caen, che hanno messo sotto accusa il mais modifica della Monsanto e l’erbicida Roundup, una nuova ricerca proveniente dagli Stati Uniti mette in dubbio il buon funzionamento degli erbicidi, come il Roundup. Sembra infatti che le erbacce sulle quali gli erbicidi fanno effetto, sviluppino una resistenza costringendo gli agricoltori ad aumentare la dose da utilizzare.
Uno studio pubblicato questa settimana dal professore della Washington State University, Charles Benbrook rileva che l’uso di erbicidi per la produzione di tre colture di cotone, soia e mais, geneticamente modificate resistenti agli erbicidi è addirittura aumentata. Questo risultato si basa su una analisi esaustiva di dati pubblicamente disponibili del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti del Servizio Nazionale di Statistica dell’Agricoltura. L’analisi di Benbrook è la prima ricerca peer-reviewed pubblicata degli impatti delle colture geneticamente modificate e resistenti agli erbicidi e sull’uso dei pesticidi.
Nello studio, apparso sulla rivista Environmental Sciences Europe, Benbrook scrive che la nascita e la diffusione di piante infestanti resistenti al glifosato è fortemente correlato con l’aumento dell’uso degli erbicidi. Erbicidi in commercio come il Roundup, tristemente noto dopo la ricerca dell’Università di Caen che ha dimostrato gli effetti nocivi dell’erbicida sui topi, contengono il glifosato che è un erbicida ad ampio spettro usato per uccidere le erbacce. Circa il 95 per cento delle coltivazioni di soia e cotone, e oltre l’85 per cento del mais, sono piantati a varietà geneticamente modificate per resistere agli erbicidi.
“Le erbacce resistenti sono diventati un grave problema per molti agricoltori che dipendono dalle colture Ogm, e stanno ora facendo aumentare il volume del bisogno di erbicidi ogni anno di circa il 25 per cento”, ha detto Benbrook.
L’aumento annuale degli erbicidi necessari per affrontare le erbe infestanti su terreno agricolo piantato con prodotti geneticamente modificati è cresciuto da 1,5 milioni di sterline nel 1999 a circa 90 milioni di sterline nel 2011.
Gli erbicidi funzionavano molto bene nei primi anni di utilizzo, secondo l’analisi di Benbrook, ma l’eccessiva dipendenza può aver portato a cambiamenti nelle comunità delle erbacce e con la diffusione di erbe infestanti resistenti gli agricoltori aumentano la percentuale di applicazione degli erbicidi (in particolare il glifosato), spruzzandone più spesso, e aggiungendo nuovi erbicidi che funzionano per mezzo di una modalità alternativa di azione nei loro programmi di spruzzo.