Se avesse saputo, oggi Steve McQueen forse sarebbe un 90-enne arzillo, forse avrebbe fatto altri 20 magnifici film…litigando con 20 dei maggiori registi al mondo e… chissà cos’altro.
Invece è morto per un tumore che l’ha devastato ad appena 50 anni, in un ospedale della città messicana di Ciudad Juárez, oggi tristemente nota per altri morti, quelli ammazzati per il traffico di droga e armi.
Era andato a cercare la salvezza in una clinica messicana, dove accettarono di asportare le metastasi nonostante tutti i pareri dei medici americani fossero contrari. Sarebbe morto il giorno dopo l’operazione per arresto cardiaco.
Ma cos’ha provocato il suo devastante tumore? L’amianto. Siamo certi di questo perché il tumore che ha ucciso l’originale e stravagante protagonista di Quelli della San Pablo è una forma rarissima di cancro che attacca le membrane intorno agli organi interni, per poi diffondersi velocemente in tutto il corpo. Forma rara, sì, ma diffusissima tra quelli che, come il nostro, sono entrati a contatto con le polveri di amianto.
L’amianto nel corso dello scorso secolo è passato dall’essere considerato il materiale del futuro, utile in molti campi in cui si aveva a che fare con le alte temperature, nel nemico numero 1 dei medici, che l’hanno identificato, tra il 1930 e il 1950, come la causa del mesotelioma.
Ma spesso al fato non manca il senso dell’ironia. Sebbene l’amianto, conosciuto anche col nome scientifico di asbesto, fosse già stato identificato come un pericolosissimo cancerogeno, il suo uso dal 1950 è aumentato a dismisura. In Italia esso è stato usato nel settore delle costruzioni fino al suo bando nel 1992. Ma non è scomparso, anzi, è intorno a noi: dentro i muri delle nostre case, sui tetti sopra le nostre teste, nei calcinacci delle ristrutturazioni nel nostro condominio, e così via. Durante il crollo delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 si calcola che 1000 tonnellate di amianto siano state rilasciate nell’armosfera. Molte morti premature fra i soccorritori della prima ora a New York sebrano riconducibili proprio all’inalazione di quantità enormi di sottili fibre di amianto.
L’amianto può essere considerato un minerale cristallino contenente Manganese, Silicio ed altri elementi chimici. Possiede una struttura cristallina come molti altri minerali. Tuttavia, la sua struttura microsocpica possiede un’intrinseca debolezza che fa sì che questo minerale sia mediamente resistente in due delle tre dimensioni spaziali, ma debolissimo nella terza. Questo significa che piccole sollecitazioni meccaniche possono rompere il cristallo in una delle tre direzioni, e questo può accadere fino ad arrivare all’ordine dei micro, cioè dei millesimi di millimetro.
La struttura del minerale, quindi, appare filiforme e costituito da fibre. Le stesse fibre che gli consentono di essere leggero, resistente al calore, termicamente isolante e facile da inserire in tessuti, laterizi, tramezzi, pannelli di copertura, guarnizioni e rivestimenti di tubature con fluidi molto caldi o molto freddi.
Anche l’uso da parte dei militari dell’amianto è stato immenso, fino alla scoperta di sostituti del minerale. Sembra proprio che il povero Steve McQueen, per sua stessa ammissione, sia entrato a contatto con l’amianto quando era in marina (la cosa è dubbia, poiché egli fu un patito di corse e, alla sua epoca, i reparti corse facevano un uso spropositato di amianto per tute, rivestimenti interni e quant’altro).
“OK, abbiamo imparato la lezione. Prima di usare un materiale così pericoloso, ci penseremo due volte”, starete pensando.
Mi spiace deludervi, ma non è così. gli eredi dell’amianto (che non è ancora stato rimosso dalle nostre vite, sia ben chiaro) sono intorno a noi. Quando andate alla pompa di benzina e sentite quell’odorino aspro e in qualche modo familiare, ebbene state respirando benzene, uno dei maggiori cancerogeni in circolazione. Ha preso il posto di un altro potente cancerogeno, il piombo, che veniva usato nelle benzine per ottimizzare lo scoppio nei motori delle nostre auto. Il benzene dovrebbe, al contrario del piombo, essere bruciato nella combustione. MA che dire di quella piccola percentuale che scappa via? O di quella che respiriamo alla pompa (poveri benzinai, mi dispiace davvero molto per loro). Per non parlare del fumo ricco di benzene che fuoriesce dagli onnipresenti motorini a due tempi. Lo sapevate che i “cinquantini” sono i maggiori inquinatori delle nostre città?
La lista è lunga e va presa con le pinze, perché ci muoviamo in un campo in cui le prove scientifiche sono ancora là da venire. Ma potremmo azzardare ad aggiungere le onde elettromagnetiche tra le cause del tumore al cervello. Dimostratissimo è invece il fumo di sigaretta per i fumatori, per coloro che stanno loro intorno e per coloro che frequentano gli stessi luoghi, anche dopo giorni (Il fumo di terza mano).
Per tornare a Steve McQueen e concludere, sembra che il giorno prima di morire abbia additato l’amianto come causa della sua morte in una intervista. La sua ultima intervista.
Voglio una vita come Steve Mcqueen.
Voglio una vita che se ne frega di tutto, si.
Vorrei non rinunciare alla benzina e all’inquinamento.. se magari fossi uno dei più grandi e potenti azionisti della agip. Semplice, vivrei in una villa isolata da fattori inquinanti al 100% e con pulizia all’azoto ogni giorno, non mi preoccuperei più di tanto del resto, come del resto voi non vi preoccupate tanto di me.
E’ tutto lecito se non lo decidiamo.
Freud
ciao :)
tutte cose che col senno di oggi sappiamo bene, ma quando fu inventato e messo in commercio sembrava un materiale rivoluzionario, ma nessuno sospettava le conseguenze. certamente la stessa cosa avviene per materiali oggi usati comunemente. un domani potremmo scoprire che, gli stessi provocano grossi danni a noi e a ciò che ci circonda…inevitabile. il benessere ha molti vantaggi ma altrettanti svantaggi.