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La politica energetica deve tenere conto degli effetti sulla salute

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.07.2011

Una nuova ricerca pubblicata sul numero di giugno 2011 di Environmental Health Perspectives ha indagato il complesso rapporto tra il consumo di energia e la salute pubblica, analizzando dati storici provenienti da tutto il mondo. Dal rapporto risulta che l’elettricità non fornisce ulteriori benefici per la salute per i paesi con bassi livelli di mortalità infantile, e che il consumo di carbone ha aumentato gli impatti negativi sulla salute.

Nei prossimi 20 anni, l’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede un aumento del 50 per cento della domanda energetica mondiale. Attualmente il carbone è il combustibile dominante utilizzato per la produzione di energia (oltre il 40 per cento dell’energia proviene dal carbone) e, se non ci saranno cambiamenti nella politica , continuerà ad esserlo.

Il rapporto tra energia e salute è complicato. L’elettricità può contribuire a fornire acqua potabile, servizi igienico-sanitari e a ridurre l’esposizione all’inquinamento dell’aria interna da fonti di energia come il carbone e la legna nelle case. Tuttavia, la sua produzione da combustibili fossili aumenta l’inquinamento dell’aria esterna e di gas ad effetto serra (GHG), che alla fine portano al cambiamento climatico e alle conseguenti ripercussioni negative sulla salute.

La salute raramente è stata al centro della ricerca della politica energetica. Questo studio ha analizzato i dati sulla salute e le statistiche dell’energia dal 1965 al 2005 per esaminare la relazione tra  due misure generali di salute (aspettativa di vita e mortalità infantile) in 41 paesi con storie molto diverse di sviluppo. I dati provenivano da diverse fonti, comprese le statistiche dell’UNICEF, un database della mortalità umana e dalla Review of World Energy.

I risultati hanno indicato una differenza tra i paesi che avevano un alto tasso di mortalità infantile e una bassa aspettativa di vita nel 1965, e quelli con una mortalità infantile bassa a un’alta aspettativa di vita nel 1965. Per l’alta mortalità infantile dei paesi con una bassa aspettativa di vita, come Brasile, India e Indonesia, ci fu un calo della mortalità infantile, con un aumento dei consumi di energia elettrica. Tuttavia, per i paesi a bassa mortalità infantile e alta aspettativa di vita, come la maggior parte degli Stati membri dell’UE, il consumo di elettricità non ha avuto effetti evidenti.

Il consumo di elettricità è stato associato ad un miglioramento della salute solo nei paesi con un tasso di mortalità infantile maggiore di 100 morti ogni 1000 nati nel 1965. Questo è ciò che aveva sostenuto la ricerca precedente che suggeriva che  il consumo di elettricità può migliorare la salute pubblica nei paesi con alta mortalità infantile, in quanto vi è una maggiore possibilità di impatto positivo attraverso il miglioramento delle condizioni sanitarie e di approvvigionamento idrico.

I risultati hanno anche chiarito che non vi era alcun nesso tra l’aspettativa di vita e il consumo di energia elettrica. I ricercatori suggeriscono che questo avviene perché i bambini sono più vulnerabili alle circostanze di povertà, per cui l’impatto dell’ energia elettrica sulla mortalità infantile è più grande e più immediato che sull’aspettativa di vita.

Tuttavia, quando il consumo di carbone è stato considerato in maniera indipendente dal consumo di energia elettrica, l’analisi ha indicato che un aumento del consumo di carbone è associato sia ad un tasso elevato di mortalità infantile sia ad una ridotta aspettativa di vita.

I risultati hanno forti implicazioni per la politica energetica, in termini di possibili impatti sulla salute. La scoperta che il consumo di carbone influisce negativamente sulla salute è particolarmente preoccupante alla luce dei previsti aumenti di ricorso al carbone per la generazione di energia. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per analizzare le sottopopolazioni all’interno dei paesi in termini di accesso all’energia elettrica e dello stato di salute, così come sulle cause di morte. Dati migliori sulle altre  potenziali influenze, come l’ accesso all’educazione, la vaccinazione e la salute, sarebbero utili per stimare gli impatti dell’ energia in modo più accurato.

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