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Agricoltori nei consigli direttivi dei parchi?

Scritto da Federica di Leonardo il 06.02.2014

Una recente proposta di modifica alla legge quadro sui parchi introduce i rappresentanti degli agricoltori nei consigli direttivi dei parchi. Ma dopo i recenti avvenimenti persecutori e violenti nei confronti di lupi e ibridi avvenuti in Toscana, e la conseguente campagna di comunicazione dei rappresentanti degli allevatori,  alcuni fra i rappresentanti dei parchi ritengono che non sia opportuno che interessi tanto particolari possano essere rappresentati nei consigli di amministrazione dei parchi: di questo parere Andrea Gennai, presidente AIDAP. Di opinione contraria invece  il presidente di Federparchi per il quale agricoltori e allevatori sono alleati fondamentali per tutela del suolo e biodiversità.

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“La proposta di inserire le associazioni agricole nei consigli direttivi dei Parchi non è ancora legge ed a questo punto speriamo non lo diventi mai”, ha dichiarato a Gaianews.it Andrea Gennai.
“L’opposizione di molti, me compreso,  a questa cosa non deriva certo da un disconoscimento del ruolo del mondo agricolo all’interno delle aree protette, anzi ! L’agricoltura è, se ben indirizzata, un potente strumento di conservazione degli ecosistemi ed un importante alleato di chi lavora nei parchi; io per primo ho sempre lavorato con gli agricoltori ottenendo ottimi risultati.

Ma per Gennai “Proprio per il suo ruolo attivo e per gli interessi specifici che il mondo degli agricoltori tutela, quel settore non è tra quelli che può valutare le questioni di gestione dei Parchi con il dovuto distacco e soprattutto con la visione globale che quel ruolo richiede. Si tratta di interessi di parte, legittimi e importanti, che però non devono condizionare le strategie generali che devono invece tutelare, attraverso la sintesi politica, gli interessi generali. Se mettessimo gli agricoltori nei consigli dei Parchi, perché non dovremmo metterci anche gli operatori turistici (certo non meno importanti per un Paese come il nostro) oppure gli artigiani di qualità?”

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“Penso che sindaci e presidenti di province e regioni, già presenti nei consigli direttivi, siano più che sufficienti a rappresentare tutte queste specificità coinvolte nella gestione dei Parchi.,” continua il presidente di AIDAP. “In ogni caso, se esistevano dubbi sulla presenza di queste associazioni nei consigli direttivi, mi pare che con questo manifesto la questione si sia chiusa da sola; mentre l’agricoltura muore per mille problemi ben diversi dal lupo, Coldiretti, CIA e Confagricoltura della Maremma rischiano di suicidarsi politicamente unendosi, con un abbraccio pericolosissimo, a quelli che compiono atti illegali contro la fauna particolarmente protetta. Noi vogliamo invece che le associazioni agricole restino nostri interlocutori privilegiati e potenziali alleati nella corretta gestione del territorio.”

Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, raggiunto da Gaianews.it,: “Io ho presieduto il parco della Maremma per 12 anni e ho avuto due rappresentanti delle associazioni agricole che hanno sempre votato gli interventi di conservazione. E perciò oggi questa paura degli agricoltori nei direttivi mi fa sorridere.

“Per chi è ambientalista”, continua Sammuri,  “gli agricoltori sono i primi alleati, le faccio una esempio. Quelle degli agricoltori sono le uniche associazioni che si schierano contro il consumo de suolo. In questi sono alleati fondamentali per chi gestisce un parco. Inoltre nelle Marche dove gli agricoltori sono nei consigli di amministrazione per legge, i report parlano di risultati ottimi. Tenga conto anche che l’agricoltura ben gestita è una componente fondamentale della biodiversità. Questo oggi non toglie il fatto che il manifesto degli allevatori sia infelice, soprattutto perchè le dichiarazioni dei presidenti delle associazioni poi contraddice di fatto il significato stesso del manifesto”.

 

 

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  • Castelli Beppe scrive:

    Come dice Massimo dipende da che agricoltori si tratta perché non dimentichiamo che sul territorio dei parchi ci sono attività agricole ma non sarei d’accordo di mettere quegli allevatori cacciatori che vogliono uccidere tutti gli animali che danno fastidio alle loro attività e promuovono campagne vergognose come in maremma contro il lupo

  • Massimo Di Duca scrive:

    Dipende tutto da che tipo di agricoltori sono. Sono gente attenta ai prodotti locali, quindi gente che fa i GAL (Gruppi di Acquisto locale) o i GAS (Gruppi di Acquisto Solidali). Gente che è contro il consumo del suolo, genti che non concepisce minimamente l’agricoltura industrializzati, gente attenta alla coltivazione sostenibile e biologica (0 diserbanti, 0 concimi chimici, OGM). Allora si.