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Deforestazione selvaggia: a rischio estinzione le specie animali sopravvissute

Scritto da Leonardo Debbia il 05.10.2013

Al giorno d’oggi, le specie animali che ancora sopravvivono nelle porzioni residue delle foreste pluviali potrebbero avere una probabilità di scomparsa molto più alta di quanto finora ritenuto, secondo un team internazionale di scienziati. 

deforestazione borneo

In uno studio, durato due decenni, i ricercatori hanno assistito alla quasi completa estinzione di piccoli mammiferi nativi delle ‘isole forestali’, le parti di foresta sopravvissute al disboscamento  effettuato per far posto ad un grande bacino idroelettrico in Thailandia.

“E’ stata una sorta di Apocalisse ecologica”, ha affermato Luke Gibson, dell’Università Nazionale di Singapore. “Nessuno avrebbe immaginato di assistere a queste estinzioni catastrofiche locali”.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Science, è considerato di rilevante importanza perché le foreste di tutto il mondo vengono distrutte troppo velocemente e con troppa facilità, lasciandone qua e là piccole porzioni isolate una dall’altra, vere e proprie ‘isole’ di vita animale.

E’ di vitale importanza comprendere ciò che sta accadendo alle specie in questi ‘frammenti’ di foresta”, ha evidenziato Antony Lynam della Wildlife Conservation Society. “Il destino di gran parte della biodiversità del mondo dipenderà da tutto questo”.

Lo studio è stato motivato dalla necessità di capire come le specie possano vivere a lungo in queste isole forestali. Se riescono a sopravvivere per molti decenni, c’è qualche possibilità per studiosi e ambientalisti di avere il tempo sufficiente per creare corridoi naturali tra un’isola e l’altra o di ripristinare le foreste circostanti per ridurre gli effetti nocivi dell’isolamento.

Tuttavia, i ricercatori hanno visto che piccoli mammiferi nativi e specifici delle zone isolate scompaiono ad una velocità allarmante, lasciando in vita piccole manciate di individui, se non addirittura, dopo 25 anni, in media, uno per isola.  

“Ci sentivamo colpevoli, nell’assistere a questa ecatombe”, ha dichiarato William Laurance della James Cook University in Australia. “I mammiferi nativi hanno subìto gli effetti nocivi dell’isolamento della popolazione e inoltre hanno avuto anche a che fare con un devastante invasore, il ratto malese dei campi”.

Il ratto malese in pochi anni è cresciuto così in abbondanza sulle isole forestali che ha praticamente soppiantato tutti i piccoli mammiferi autoctoni. Di norma, questo ratto preferisce terreni agricoli e villaggi, ma ora ha invaso anche le foreste semi-distrutte.

“Questo duplice effetto della frammentazione degli habitat unito all’invasione di specie nuove può essere fatale per la fauna selvatica”, annuncia Lynam. “E questo è spaventoso perché gli invasori sono in aumento negli habitat disturbati e frammentati di tutto il mondo”.

“La linea comportamentale di fondo è che dobbiamo conservare i grandi habitat intatti per la natura”, ha affermato Gibson. “Questo è l’unico modo per garantire la sopravvivenza della biodiversità”.

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