La Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) lancia una campagna di sensibilizzazione contro le infezioni alimentari, che, con l’arrivo della bella stagione, possono colpire soprattutto i più piccoli. A rischio sono il miele artigianale e le conserve di frutta fatte in casa
E’ proprio con l’estate, momento in cui più volentieri si sta all’aria aperta, che si può incorrere in disturbi dovuti a infezioni alimentari: questo perchè con la variazione della temperatura dovrebbero cambiare anche alcuni accorgimenti alimentari.
Le intossicazioni o infezioni alimentari avvengono quando virus, batteri e parassiti vengono a contatto dell’uomo tramite gli alimenti e riescono a superare le barriere difensive: per questo i bambini sono più soggetti a queste patologie le quali, per la maggior parte, danno solo disturbi che si risolvono spesso da soli e senza gravi complicazioni.
Di seguito troverete le indicazioni degli esperti sulle infezioni più comuni, con descrizioni dei sintomi e indicazioni su come affrontarle. E’ in ogni caso necessario consultare un medico.
L’intossicazione più pericolosa è rappresentata dal botulismo, che si manifesta con difficoltà della vista e della parola, secchezza della bocca e debolezza muscolare. Se non si interviene in tempi rapidi ed in maniera adeguata, sopravvengono paralisi progressiva dei muscoli, difficoltà respiratoria e, nei casi estremi, la morte. Responsabile dell’infezione è il botulino, che può essere presente in cibi inscatolati o conservati, soprattutto in quelli di produzione domestica. Le conserve preparate in casa, come la verdura sott’olio, sono uno dei prodotti in cui più facilmente si può rischiare la presenza della tossina botulinica; richiedono quindi particolare attenzione i prodotti che più facilmente vengono consumati dai bambini, come il miele artigianale e le conserve di frutta fatte in casa.
Una delle intossicazioni più diffuse è quella da stafilococco, dovuta fondamentalmente a un’inadeguata preparazione o conservazione dei prodotti. In questi casi il più delle volte, l’andamento è fortunatamente benigno, con sintomatologia tipica che inizia dopo una breve incubazione di qualche ora e risoluzione in 24-48 ore. La diarrea è il sintomo principale dell’infezione stafilococcica e quando è frequente ed abbondante può comportare una notevole perdita di liquidi ed elettroliti, che vanno adeguatamente reintegrati per evitare squilibri pericolosi, soprattutto nei bambini. Non è necessario arrestare farmacologicamente gli episodi, dato che l’eliminazione di abbondanti liquidi costituisce, di fatto, una difesa dell’organismo, che tenta in questo modo di eliminare l’agente infettante.
Anche d’estate, il Rotavirus rappresenta la principale causa di gastroenterite in età pediatrica. I sintomi della gastroenterite da Rotavirus si presentano dopo 5-6 giorni dal contagio e sono molto chiari: diarrea, dolori addominali e vomito per un periodo tra 3 e 7 giorni. Non esiste un trattamento specifico, i sintomi scompaiono spontaneamente in pochi giorni e, certamente, non devono essere utilizzati gli antibiotici, dal momento che si tratta di una malattia di origine virale. La cosa più importante è idratare il bambino, perché le scariche di diarrea e il vomito fanno perdere all’organismo elevate quantità di liquido.
“Spesso la presenza di microrganismi pericolosi non è evidente – avverte la Professoressa Susanna Esposito, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica. – Gli alimenti contaminati, infatti, possono mantenere le loro solite caratteristiche di colore, odore e sapore. Consumare un alimento solo perché ha un bell’aspetto – aggiunge la Prof. Esposito – non è una garanzia di cibo sano e non è sufficiente ad evitare rischio di infezioni per quanti lo ingeriscono. Adottare una serie di comportamenti corretti, nella vita di tutti i giorni, serve a ridurre il rischio di contrarre numerose malattie.”
Ecco alcune raccomandazioni valide, in generale, per prevenire le malattie provocate dagli alimenti:
· curare particolarmente l’igiene delle mani per la manipolazione degli alimenti;
· cuocere bene i cibi in modo che tutte le parti, anche le più interne, raggiungano una temperatura di almeno 70°C;
· consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura, specialmente al ristorante
· conservare in frigorifero gli alimenti cotti in casa, qualora non vengano consumati subito; se il cibo deve essere conservato per lungo tempo è preferibile surgelarlo;
· riscaldare rapidamente e ad alta temperatura i cibi precedentemente cotti prima del consumo;
· scegliere prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità (ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature);
· utilizzare solo acqua potabile e, specialmente in viaggio, consumare sempre acqua di bottiglia chiusa ermeticamente.