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Cura il cancro al colon con erbe, esperto: impossibile in 4 mesi

Grave l'abbandono terapeutico e il ricorso al 'fai da te'. Importante recuperare la tradizione europea nelle cure fitoterapiche e il rapporto medico-paziente

Scritto da Federica di Leonardo il 18.09.2012

Il caso di Allan Taylor, l’uomo inglese al quale i medici non avevano dato nessuna speranza nella lotta contro il tumore e che, seguendo una dieta a base di verdure, spezie e semi afferma di essere miracolosamente guarito, porta alla ribalta il problema dei limiti delle cure che vengono definite “tradizionali”, e, allo stesso tempo, delle cure “fai da te” trovate, ad esempio, online.

Cos’è stato a far sì che Allan Taylor, a cui i medici avevano detto che non c’erano più speranze dopo una recidiva di un tumore al colon, guarisse definitivamente (almeno stando alle sue affermazioni)? E’ possibile dire che quella è una cura estensibile a chiunque? Che posto dare ad un evento del genere nei vari possibili trattamenti dei tumori?     

Abbiamo chiesto un parere al dottor Maurizio Grandi, immunologo, oncologo e fitoterapeuta che da anni nel suo centro La Torre di Torino cura i pazienti con una saggia combinazione di rimedi fitoterapici, cure “tradizionali” e un’attenzione particolare al rapporto medico-paziente.

Il rapporto medico-paziente. Proprio da qui parte il dottor Grandi per commentare l’episodio della guarigione ‘miracolosa’. “Ciò che sottolinerei come prima cosa,” spiega Grandi, “è che c’è stata una carenza da parte del medico. Mi pare di capire dalle notizie che abbiamo, che i medici abbiano comunicato al paziente, o comunque che il paziente abbia avuto modo di concludere, che non c’era più nulla da fare. Un medico non può avere più nulla da fare.”

“Ciò che si pensa comunemente”, ha continuato il dottor Grandi, “è che oncologia significa solo chemioterapia o radioterapia, ma non è così. Una componente fondamentale nella medicina è il rapporto medico-paziente. Perciò il primo limite in questo racconto è che il compito del medico è finito, si giunge all’ ‘abbandono terapeutico’. Non siamo per l’accanimento terapeutico, ma neanche l’abbandono può essere una soluzione. Che medico è se toglie la speranza? Anche nella qualità della vita: il dare vita ai giorni.”

L’individuo al centro della guarigione. Secondo il dottor Grandi è impossibile che la dieta possa avere un effetto sulla malattia, in quanto è necessario che sia seguita per almeno 12 mesi per il rinnovo della struttura fisica, e non sembra essere questo il caso.

Perciò “è stato l’individuo il centro di questo caso di guarigione. Evidentemente il signore inglese aveva profondamente deciso di mettersi in gioco per la sua guarigione. Ma non si tratta di un aspetto propriamente ‘mentale’ nel senso cartesiano di separazione fra corpo e mente. Si tratta di un processo che mette in gioco tutta la persona perchè non  è possibile pensare corpo e mente separatamente, in quanto sono invece in strettissima relazione. Non basta sentire, bisogna sapere interpretare ciò che si sente.

“Un altro aspetto che vorrei sottolineare è che, anche se è vero che nelle estreme difficoltà diamo il meglio di noi stessi, sarebbe meglio prendere in considerazione l’ipotesi di mettersi in discussione il prima possibile, senza dover attendere di non avere più speranze”.

La medicina ‘tradizionale’. “Spesso”, spiega il dottor Grandi, “si sente parlare di medicina tradizionale come quella che si pratica comunemente negli ospedali, oppure come quella tradizionale ‘cinese’ o ‘indiana’. In realtà, la civiltà mediterranea ha un’antichissima tradizione che risale ad Ippocrate che è ancora viva e validissima. Solo che non tutti ne sono a conoscenza. Una grande scissione è avvenuta intorno agli anni ’50, quando la chimica che veniva usata per l’estrazione dei principi, ha cominciato a trasformarsi in chimica di sintesi che permetteva grandi produzioni a basso costo.

“Oggi questa ‘virata’ comincia a fare acqua e stiamo cominciando  a riappropriarci della nostra antica tradizione. Conoscere le tradizione altrui,” continua Grandi, “può essere positivo, ma la nostra tradizione ci corrisponde. C’è una corrispondenza più diretta tra noi e l’ambiente in cui viviamo e le piante che crescono in questo ambiente.”

“Faccia conto,” spiega Grandi, “che affrontare una malattia è come affrontare una tempesta con un’imbarcazione. Preferiremmo farlo con una nave che conosciamo alla perfezione o con una di cui non conosciamo affatto il funzionamento?”.

“Inoltre, la nostra legislazione europea ci dà delle garanzie forti rispetto alla qualità dei preparati. Dobbiamo rispettare dei criteri di qualità e, nonostante ci siano dei problemi evidenti con l’inquinamento, la situazione è sicuramente tenuta sotto controllo rispetto ad alcuni altri Paesi in oriente, come la Cina o l’India.”

“Con la cesoia degli anni ’50 abbiamo perso molto e sarebbe un peccato andarlo a cercare altrove, quando invece avremmo tantissimo da recuperare che è a portata di mano,” ha concluso Grandi.

 

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  • Adalberto scrive:

    Vedo che già molte persone sono “avanti” rispetto alla media, purtroppo per approfondire è molto meglio sapere l’inglese.
    Intanto non è nessuna novità che i semi di albicocca uccidono il cancro senza effetti collaterali (http ://www.naturalnews.com/027088_cancer_laetrile_cure.html) come vedete l’articolo è del 2009, sono 3 anni fa… 3 anni di cure sbagliate per i poveri malati di tumore malcapitati nella medicina convenzionale!
    Non c’è nulla di nuovo nell’affermare che una dieta completamente vegetale (“plant-based”) è in grado di prevenire 14 delle 15 principali cause di morte USA (l’altra è la morte per incidente!); inoltre è in grado di trattarne metà e di CURARNE completamente ben 3: guardate il Dr. Greger, è pure simpatico: http ://nutritionfacts.org/video/uprooting-the-leading-causes-of-death/

  • Riccardo scrive:

    ma scusate…il nostro Umberto Veronesi sono anni che dice che con una dieta vegetariana (meglio ancora vegan) si previene il cancro all’intestino! (leggetevi il suo libro “la scelta vegetarina”) Sembra che abbiano scoperto l’America…

  • Marco scrive:

    I farmaci citotossici usati per la chemioterapia non sono mai stati una soluzione per questo genere di patologie ….. !

    Per gli scettici che volessero approfondire suggerirei di esaminare :

    Il metodo della Dott. Catherine Kousmine ( per oltre 20 anni si è impegnata ad aiutare i malati di cancro )

    – Valsè Pantellini ( Ascorbato di potassio e Ribosio )

    – Metodo di Bella

    Buona giornata

  • maddalena scrive:

    Certo che negare una guarigione del genere fa sempre molto comodo ai medici…..

  • Alessandro scrive:

    Sono daccordo!
    Da notare però che
    Allan Taylor ha usato i semi di albicocca (terapia anticancro con laetrile di Krebs) associato alla dieta vegano-crudista… su questo bisognerebbe indagare seriamente…

  • tancredi bruschetti scrive:

    La notizia non è stata rilanciata dalla TV, perchè ???…non condivido a pieno la teoria del dott. Grandi…se c’è riuscito un inglese di 78 anni, può riuscirci chiunque.

  • Claudia Spettoli scrive:

    Condivido il pensiero del Professore, rappresenta anche la mia esperienza: la nascita di un problema e la sua soluzione.
    Grazie!