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Virus per combattere il cancro sperimentato con successo sull’uomo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.09.2011
Virus usato per vaccino contro il cancro

Virus usato per vaccino contro il cancro

Alcuni ricercatori in Canada hanno usato un virus geneticamente modificato per uccidere selettivamente le cellule tumorali negli esseri umani senza danneggiare i tessuti sani.

L’idea di usare virus per combattere il cancro ha interessato gli scienziati per decenni. Tale interesse si è intensificato ora che i recenti progressi nel campo dell’ingegneria genetica hanno reso possibile la progettazione di virus personalizzati che vadano a colpire esattamente le cellule cancerose.

La terapia virale sperimentale è stata somministrata in un unico trattamento per via endovenosa in cinque dosaggi a 23 pazienti con  tumori ad un diverso stadio di avanzamento. Gli scienziati, tra cui la squadra dell’Ospedale dell’Ottawa Research Institute, l’Università di Ottawa, e una società biotecnologica privata, Jennerex, dicono che il virus ingegnerizzato, chiamato JX-954, si è replicato nei tumori del paziente lasciando i tessuti sani inalterati in sette degli otto pazienti nei due gruppi a dosaggio più elevato.

Sei dei pazienti di questi gruppi ad alto dosaggio hanno visto i loro tumori stabilizzarsi o ridursi. Nessuno dei pazienti ha avuto effetti collaterali, se non lievi o moderati sintomi simil-influenzali che sono durati meno di un giorno.

I ricercatori dicono che le terapie virali come la JX-954 si distinguono da altri trattamenti contro il cancro in quanto possono attaccare i tumori in diversi modi e possono essere facilmente essere personalizzati per diversi tipi di cancro. Inoltre non provocano effetti collaterali o gli effetti sono minimi, a dispetto delle terapie chemioterapiche o le radioterapie.

Gli scienziati dicono che molta di più ricerca è necessaria, ma prevedono che i primi successi con la terapia endovenosa virale porterà ad una nuova generazione di terapie antitumorali mirate.

Il nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

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