Gli astronomi dell’Università di Portsmouth e Università LMU di Monaco di Baviera, affermano che c’è un 99,996% di probabilità che la strana ‘sostanza’ che sarebbe all’origine dell’accelerazione dell’espansione dell’universo c’è ed è proprio dove ci si aspettava di trovarla, su uno ‘sfondo’ di circa 46 miliardi di anni luce.
“L’energia oscura è uno dei grandi misteri scientifici della nostra epoca, quindi non è sorprendente che tanti ricercatori mettano in discussione la sua esistenza,” dice il professor Bob Nichol, un membro del team di Portsmouth.
“Ma con il nostro nuovo lavoro siamo più sicuri che mai che questa componente esotica dell’universo è reale – anche se ancora non abbiamo idea di che cosa la componga.”
Più di dieci anni fa, osservando la luminosità di supernove lontane, gli astronomi si resero conto che l’espansione dell’universo sembrava accelerare. Il fenomeno è stato attribuito alla forza repulsiva associata all’energia oscura, che ora si pensa occupi circa i tre quarti del cosmo.
Ma mentre i ricercatori che hanno fatto la scoperta hanno ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 2011, l’esistenza dell’energia oscura è rimasta al centro del dibattito scientifico. Molti scienziati hanno in discussione i risultati della ricerca, adducendo lo strano comportamento delle supernove ad errori i misura.
Successivamente, la prova più evidente dell’energia oscura arrivò sotto forma dell’effetto chiamato di Sachs-Wolfe. Nel 1967, Rainer Sachs e Arthur Wolfe hanno previsto che la luce del fondo cosmico a microonde – la radiazione del calore residuo del Big Bang – avrebbe dovuto virare leggermente dalla sua lunghezza d’onda caratteristica mentre passava attraverso il campo gravitazionale della materia, un effetto noto come redshift gravitazionale.
Questo effetto è stato rilevato nel 2003 – ed è stato subito visto come una prova che avvalora la tesi dell’energia oscura. Ma anche in questo caso i dati sono molto sensibili ad errori di misura, in quanto le differenze sono davvero lievi e alcuni scienziati hanno suggerito che lo spostamento dello spettro è stato causato da altre fonti, come ad esempio la polvere presente nello spazio intergalattico della Via Lattea.
Nella nuovo studio, però, il team ha riesaminato tutti gli argomenti contro il rilevamento dell’effetto Sachs-Wolfe, oltre a migliorare le mappe cosmiche utilizzate per lo studio originale.
Ebbene, le conclusioni sono che l’energia oscura è praticamente un fatto: c’è un 99,996 per cento di possibilità che sia l’energia oscura a lasciare la sua impronta sul fondo cosmico a microonde – una probabilità simile a quella che viene attribuita all’esistenza del bosone di Higgs.
“Questo lavoro ci suggerisce anche possibili modifiche alla teoria di Einstein della relatività generale,” dice l’autore Tommaso Giannantonio.
“La prossima generazione di osservazioni del fondo cosmico a microonde e delle galassie dovrebbero fornire la misura definitiva, o per confermare la relatività generale, compresa l’energia oscura, oppure per dare una più intrigante lettura, magari attraverso una concezione completamente nuova di come funziona la gravità”.