Nel corso del 2012 era stato registrato un minimo storico delle dimensioni del buco dell’ozono. Il problema, grazie agli accordi internazionali, è stato notevolmente limitato. Ma gli scienziati non smettono di studiare i meccanismi che causano il fenomeno. Alcuni scienziati hanno scoperto una sorta di meccanismo di autodistruzione dell’ozono che potrebbe, tra l’altro, aiutare a comprendere come alcune sostanze contenute nelle acque di scarcio delle centrali nucleari, potrebbero essere riimmesse in atmosfera.
Secondo gli scienziati la maggior parte dell’ossido di iodio che sta esaurendo l’ozono che si trova sopra l’oceano, proviene da una fonte marina finora sconosciuta. Il team di ricerca ha scoperto che la principale fonte di ossido di iodio può essere spiegata con le emissioni di acido ipoiodoso (HOI) – un gas non ancora considerato come rilasciato dal mare – interagendo con lo iodio molecolare (I2).
Dal 1970, quando lo ioduro di metile (CH3I) è stato scoperto come onnipresente nel mare, è stato compreso che la presenza di iodio nell’atmosfera derivava principalmente dalle emissioni di composti organici da parte dei fitoplancton – le microscopiche piante marine.
Questa nuova ricerca, pubblicata su Nature Geoscience, si basa su un precedente studio che ha dimostrato che lo iodio reattivo, insieme con il bromo, è responsabile della distruzione di grandi quantità di ozono – circa il 50 per cento in più di quanto previsto dai modelli climatici più avanzati – nella bassa atmosfera sopra l’Oceano Atlantico tropicale.
Gli scienziati hanno quantificato le emissioni gassose di iodio inorganico dopo la reazione dello ioduro con l’ozono in una serie di esperimenti di laboratorio. Hanno mostrato che la reazione dello ioduro con l’ozono porta alla formazione sia di iodio molecolare che di acido ipoiodoso. Utilizzando modelli di laboratorio, gli scienziati hanno dimostrato che la reazione dell’ ozono con lo ioduro sulla superficie del mare potrebbe spiegare circa il 75 per cento dei livelli osservati di ossido di iodio sull’Oceano Atlantico tropicale.
Il professor Lucy Carpenter, del Dipartimento di Chimica di York, ha dichiarato: “Il nostro laboratorio e gli studi di modellazione mostrano che questi gas sono prodotti dalla reazione dell’ ozono atmosferico con lo ioduro sullo strato superficiale del mare, ad un tasso che è altamente significativo per la chimica dell’atmosfera marina.
“La nostra ricerca rivela un importante feedback negativo per l’ozono, una sorta di meccanismo di autodistruzione dell’ozono, in quanto più ozono c’è, più vengono creati alogeni gassosi che lo distruggeranno. La ricerca ha anche implicazioni sul modo in cui i radionuclidi di iodio in acqua di mare,. rilasciati in mare principalmente dagli impianti di ritrattamento nucleare, possano essere ri-emessi in atmosfera. “
Il professor Giovanni Piano, dell’Università di Leeds, ha dichiarato: “Questo meccanismo di rilascio di iodio in atmosfera sembra essere particolarmente importante negli oceani tropicali, dove le misurazioni mostrano che vi è più ioduro disponibile a reagire con l’ozono. La velocità del processo sembra anche essere più veloce in acque più calde. il feedback negativo per l’ozono dovrebbe quindi essere particolarmente importante per la rimozione di ozono nei deflussi dell’ inquinamento delle grandi città costiere dei tropici.”
Così come ci viene spiegata mi appare una notizia
piuttosto preoccupante, consiglio di approfondire l’argomento.
Grazie Edoardo Galli