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Nel 2014 il buco dell’ozono sopra l’Antartide si mantiene costante

Scritto da Leonardo Debbia il 04.11.2014

Secondo gli scienziati della NASA e della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il buco dell’ozono sopra l’Antartide, che – ricordiamo – varia le sue dimensioni giorno per giorno, ha raggiunto la sua massima estensione annuale l’11 settembre 2014.

Le dimensioni raggiunte quest’anno sono state misurate in 24,1 milioni di chilometri quadrati, un’area pari al Nord America, non molto dissimili dalle dimensioni dello scorso anno (24 milioni), ma molto inferiori a quelle ben più importanti del 2000 (29,9 milioni).

Buco dell'ozono artico

Nel complesso, pare quindi che l’area interessata da questo ‘buco’ – che, in realtà è un assottigliamento dello strato di ozono – sia rimasta stabile, mostrando così una tendenza, nel tempo, ad una riduzione rispetto alle misure raggiunte nel periodo 1998-2006.

Cosa si può estrapolare da questa constatazione?

Sembra superfluo ribadire l’importanza che riveste la protezione della fascia di ozono per la vita sulla Terra. La protezione, offerta come un filtro contro i raggi ultravioletti, dannosi per la potenziale insorgenza di cancro della pelle, per gli occhi e per la vita animale e vegetale in genere, è indiscussa.

Questo gas è presente in quantità non uniforme nell’ atmosfera, ma la sua concentrazione aumenta fra i 10 e i 50 chilometri di altezza, dove va, per l’appunto, a formare questo strato di protezione che, in corrispondenza dei Poli, si è molto assottigliato negli anni Ottanta, tanto da far parlare di ‘buco’.

Con l’accordo di Montreal del 1987 sulla regolamentazione dell’uso di sostanze come i clorofluorocarburi (Cfc), che costituiscono la vera minaccia per l’ozono, il livello di questi composti sull’Antartide, dal 2000 ad oggi, è effettivamente diminuito del 9 per cento.

“Anno dopo anno, l’impatto delle temperature più calde sull’ozono antartico stanno avendo un effetto significativo, dal momento che l’aumento di temperatura può portare ad una riduzione dello strato di ozono”, afferma Paul A. Newman, scienziato dell’atmosfera della NASA presso il Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. “L’area del buco di ozono è andata restringendosi negli ultimi due decenni e anche i livelli di Cfc stanno diminuendo. Non siamo tuttavia sicuri che un rialzo termico nella stratosfera antartica possa rallentare, con l’andar del tempo, questa riduzione dell’ozono”.

Gli studiosi, in altri termini, sembrano essere in dubbio se questo trend mostrato dalla riduzione delle dimensioni del buco dell’ozono in questi ultimi anni sia il risultato dell’aumento delle temperature o piuttosto un effetto della diminuzione di concentrazione dei Cfc nell’atmosfera.

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