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Buco dell’ozono, quest’anno record nella riduzione

Il buco dell'ozono ha registrato quest'anno il suo secondo record per riduzione delle dimensioni negli ultimi venti anni secondo gli esperti americani

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.10.2012

Il buco dell’ozono ha registrato quest’anno il suo secondo record per riduzione delle dimensioni negli ultimi venti anni secondo gli esperti americani.

Buco dell'ozono artico

La dimensione media del buco dell’ozono della Terra è stata di 17,9 milioni di chilometri quadrati, secondo le misurazioni satellitari da parte del National Oceanic and Atmospheric Administration e dell’ agenzia spaziale della NASA.

“Quest’anno è successo che l’atmosfera sopra l’Antartide fosse più calda  e questo ha implicato che ci fosse una riduzione del buco dell’ozono minore rispetto a quella dell’anno scorso che è stato più freddo” ha spiegato Jim Butler  dell’Earth System Research Laboratory del NOAA a Boulder.

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide, che si forma nel mese di settembre e ottobre, ha raggiunto la sua dimensione maggiore per la stagione il 22 settembre. Allora il buco misurava 8.2 milioni di chilometri quadrati, più o meno la superficie complessiva di Stati Uniti, Messico e Canada messi insieme, hanno spiegato gli esperti del NOAA.

In confronto, le dimensioni più grandi mai registrate fino ad oggi erano state di 11,5 milioni di chilometri quadrati nel 2000.
Lo strato di ozono – che aiuta a proteggere la Terra dai raggi ultravioletti potenzialmente pericolosi che possono causare il cancro della pelle e la cataratta – ha iniziato a sviluppare fori su base annua a partire dal 1980 a causa dei clorofluorocarburi, o CFC.
I CFC, un tempo comunemente usati nei frigoriferi e nelle bombolette spray, ora non sono quasi più utilizzati grazie ad un trattato internazionale firmato il 16 settembre 1987, risultato proprio dalle preoccupazioni globali sull’amplimento del buco dell’ozono.

Secondo la Nasa ci vorranno ancora diversi decenni prima che il buco dell’ozono torni ai livelli del 1980: la Nasa stima  che questo potrebbe accadere probabilmente nel 2060.

 

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