Gaianews

Il rover Curiosity è pronto a trivellare la prima roccia marziana

Curiosity si sta muovendo verso una piatta roccia con venature chiare, che potrebbe contenere gli indizi della storia dell’umidità sul Pianeta Rosso

Scritto da Hoda Arabshahi il 16.01.2013

Il rover Curiosity della Nasa, lanciato il 26 novembre 2011 ed atterrato su Marte il 6 agosto 2012 si sta muovendo verso una piatta roccia con venature chiare, che potrebbe contenere gli indizi della storia dell’umidità sul Pianeta Rosso. Se la roccia incontrerà le aspettative degli ingegneri del rover quando la sonda Curiosity metterà a fuoco il bersaglio nei prossimi giorni, sarà la prima roccia trivellata che la missione Mars Science Laboratory studierà come campione.

Il rover Curiosity, della dimensione di un grosso SUV, si trova attulamente all’interno cratere Gale di Marte e sta indagando se il pianeta ha mai offerto un ambiente favorevole per la vita microbica.

La sonda Curiosity è atterrata nel cratere Gale con successo cinque mesi fa iniziando la prima fese della sua missione che durerà due anni terrestri (un anno marziano).

“Trivellare una roccia per raccogliere un campione sarà la sfida più importante della missione, è qualcosa che non è mai stato fatto su Marte,” ha dichiarato Richard Cook, direttore del progetto  Mars Science Laboratory del Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena, in California. “Il trapano interagisce energeticamente con il materiale marziano e noi non possiamo controllarlo. Non ci sorprenderemmo se alcune fasi del processo non andranno esattamente come abbiamo previsto.”

Il rover raccoglierà prima i campioni in polvere da dentro la roccia e li utilizzerà per sfregare il trapano. Poi trivellerà e ingerirà gli altri campioni di questa roccia, che esaminerà per carpire informazioni sulla composizione minerale e chimica.

La roccia scelta è in una zona in cui la macchina fotografica Mast del Curiosity (Mastcam) e altre telecamere hanno rivelato diverse caratteristiche inaspettate, comprese venature, noduli, stratificazione incrociata, un ciottolo brillante inserito nell’arenaria, e possibilmente alcuni buchi nella terra.

La roccia scelta per la trivellazione si chiama “John Klein” in omaggio all’ex vice responsabile del progetto Mars Science Laboratory John W. Klein, morto nel 2011.

Curiosity verso Marte

L’obiettivo che si trova sul sostrato roccioso pianeggiante all’interno di una depressione poco profonda chiamata “Yellowknife Bay”. Il terreno di questa area è diversa da quello della zona di atterraggio, un corso d’acqua asciutto a circa 500 metri ad ovest. Il team scientifico del Curiosity ha deciso di cercare lì il primo obbiettivo della  trivellazione perché le osservazioni orbitali hanno mostrato un terreno fratturato che si raffredda più lentamente ogni notte. “Il segnale orbitale ci ha attirato qui, ma quello che abbiamo trovato quando siamo arrivati è stata una grande sorpresa”, ha detto lo scienziato del progetto Mars Science Laboratory John Grotzinger, dell’Istituto californiano di tecnologia di Pasadena. “Questa zona ha avuto un diverso tipo di ambiente umido rispetto al corso d’acqua in cui siamo atterrati, forse alcuni tipi diversi di ambienti umidi.”

Un indizio proviene dalla tonalità di luce delle venature rivelata dal laser pulsante del rover Curiosity, chiamato ChemCam, che ha trovato livelli elevati di calcio, zolfo e idrogeno.

 “Queste venature sono probabilmente composte da solfato di calcio idrato, come bassinite o gesso”, ha affermato un membro del team ChemCam Nicolas Mangold del Laboratoire de Planétologie et de Nantes Géodynamique in Francia. “Sulla Terra, la formazione di venature come queste richiede acqua circolante nelle fratture.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA