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Marte, Curiosity è pronto a ‘sparare’ su una roccia marziana

Il rover della NASA Curiosity si è spostato fino a raggiungere una roccia da studiare, delle dimensioni di un pallone da calcio

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.09.2012

PASADENA, California – Il rover della NASA Curiosity si è spostato fino a raggiungere una roccia da studiare, delle dimensioni di un pallone da calcio, che sarà pa prima vera prova per il braccio robotico del rover marziano.

Curiosity si trova a circa 2,5 metri dalla roccia e ha percorso circa metà della strada che separa il luogo di atterraggio dalla sua destinazione, che si chiama Glenelg. Nei prossimi giorni, il team prevede di studiare la roccia con uno spettrometro per determinare la sua composizione elementare e utilizzare la fotocamera montata sul braccio per scattare fotografie ravvicinate.

Verranno utilizzati in questa fase sia lo spettrometro Alpha Particle X-Ray Spectrometer che il potente laser di cui è fornito il rover, e che servirà a fondere una piccola area della roccia per poter analizzare la luce emessa. Questo permetterà di identificare gli elementi chimici presenti nella roccia. In tal modo i ricercatori saranno in grado di fare un controllo incrociato dei due strumenti.

Roccia marziana, prossimo obiettivo di CuriosityLa roccia è stata chiamata “Jake Matijevic” in onore di Jacob Matijevic, ingegnere capo delle operazioni sui sistemi di superficie del progetto che è morto lo scorso 20 agosto all’età di 64 anni. Matijevic  – riporta la NASA – è stato fondamentale anche nelle precedenti missioni su Marte, in particolare nella gestione dei veicoli Sojourner, Spirit e Opportunity.

Curiosity si ferma dopo essersi spostato per sei giorni di fila. Non è certo un campione di velocità. Le distanze giornaliere variano infatti dai 22 ai 37 metri, ma considerando che viene comandato da milioni di chilometri di distanza e che costa svariati miliardi di dollari, è meglio prendere tutte le precauzioni del caso.

“Questo robot è stato costruito per spostarsi in condizioni difficili, e la squadra sta ottenendo davvero un buon ritmo giorno dopo giorno”, ha detto il Project Manager dell’MSL Richard Cook, che lavora presso il Jet Propulsion della Nasa a Pasadena, in California.

Il team in questa fase non ha ancora deciso di utilizzare il trapano e il laboratorio interno al rover per analizzare la polvere estratta dalle rocce, ma lo farà una volta arrivato a destinazione, quando sceglierà una roccia che i ricercatori considereranno interesante.

In particolare il tipo di terreno che si trova in quell’area suscita la curiosità dei ricercatori. Esso infatti trattiene il calore del Sole fino a notte fonda e lo riemette attraverso i raggi infrarossi. La tonalità di questa luce è quella che più incuriosisce i tecnici del team, in quanto suggerirebbe una composizione insolita.

“Mano a mano che ci avviciniamo, vediamo sottili bande scure di origine sconosciuta”, ha dichiarato il Project Scientist del Mars Science Laboratory John Grotzinger del California Institute of Technology di Pasadena. “Le bande molto sottili diventano sempre più evidenti, fornendo un potenziale obiettivo per le indagini.”

I ricercatori stanno utilizzando il Mastcam per individuare potenziali bersagli a terra. Recenti immagini dalla fotocamera del rover rivelano striature scure sulle rocce nella zona di Glenelg che hanno aumentato l’interesse dei ricercatori nella zona. Ma oltre che  per fare foto a terra, la fotocamera è stata usata anche per fotografare il cielo.

Due giorni fa infatti Curiosity ha puntato la Mastcam in alto e ha fotografato le due lune di Marte, Phobos e Deimos, che in quel momento stavano passando davanti al Sole. I risultati di queste osservazioni di transito fanno parte di uno studio di lungo termine sulle variazioni delle orbite delle lune. I due rover gemelli arrivati su Marte nel 2004, Spirit e Opportunity, hanno anch’essi osservato i transiti delle lune di Marte davanti al Sole, e Opportunity, che è incredibilmente ancora operativo su Marte, lo sta facendo di nuovo questa settimana.

“Phobos si trova su un’orbita che molto lentamente la sta avvicinando a Marte, Deimos al contrario si trova su un’orbita che molto lentamente la fa allontanare dal pianeta”, ha detto il ricercatore Mark Lemmon della Texas A & M University. “Queste osservazioni ci aiutano a ridurre l’incertezza nel calcolo delle variazioni”.

Phobos provoca piccole modifiche alla forma di Marte nello stesso modo in cui la Luna solleva le maree sulla Terra. Le variazioni che si registrano su Marte dipendono dalla composizione di Marte sotto la superficie, che a sua volta causa l’avvicinamento inesorabile di Phobos. I tempi misurati dal rover aiuteranno a capire anche la natura della struttura interna di Marte.

Ma l’obiettivo principale del rover è come sempre la ricerca della vita su Marte, presente o passata che sia. Per questo, durante la missione della durata di due anni, i ricercatori utilizzeranno i 10 strumenti scientifici per valutare se il sito selezionato all’interno Gale Crater abbia mai offerto le condizioni ambientali favorevoli per la vita microbica.

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  • lepora domenico scrive:

    trovo la cosa estremamente interessante, di quelle luci che si vedevano nel cielo simili a quelle apparse poco tempo fà sulla terra, non se ne sa più nulla?