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Tracce di altri universi nella radiazione cosmica di fondo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.12.2010

Impronte nell'UniversoIn uno studio recente su ciò che è avvenuto prima del Big Bang, Stephen M. Feeney e suoi colleghi da Regno Unito, Canada e Stati Uniti hanno rivelato di aver scoperto quattro andamenti ciclici statisticamente improbabili nella radiazione di fondo sulla lunghezza delle microonde (CMB). I ricercatori pensano che possano essere le impronte digitali di altri universi, che hanno causato le anomalie addirittura urtando il nostro universo per quattro volte. Se hanno ragione, sarebbe la prima prova che esista qualcosa al di fuori del nostro sistema spazio-temporale.

L’idea che ci siano molti altri universi là fuori non è nuova. Già in precedenza gli scienziati avevano suggerito che viviamo in un “multiverso” composto da un numero infinito di universi. Il concetto di multiverso nasce dall’idea di inflazione eterna, in cui il periodo inflazionistico che il nostro universo ha attraversato giusto dopo il Big Bang è stato solo uno dei tanti periodi inflazionistici ancora in corso in altre regioni dello spazio. La teoria sostiene che, quando una parte dello spazio subisce uno di questi scatti di crescita drammatici, si espande in un universo con sue proprietà fisiche. Come suggerisce il nome, l’inflazione sarebbe eterna e si verificherebbe un numero infinito di volte, creando un numero infinito di universi, che consiste nel multiverso.

Questi infiniti universi sono a volte chiamati universi bolla, anche se sono di forma irregolare, non rotonda. Gli universi bolla possono muoversi e, occasionalmente, si scontrano con altri universi bolla. Come Feeney e gli altri autori spiegano nel loro articolo, “queste collisioni producono disomogeneità nella cosmologia all’interno della bolla, che potrebbeessere rivelata nella radiazione di fondo. Gli scienziati hanno sviluppato un algoritmo per la ricerca di collisioni tra bolle nello spettro della radiazione cosmica di fondo con proprietà specifiche, che hapermesso loro di trovare i quattro modelli ciclici.”

Gli scienziati riconoscono che è piuttosto facile trovare una varietà di proprietà statisticamente improbabile in un set di dati di grandi dimensioni come la radiazione cosmica. I ricercatori sottolineano che è necessario ulteriore lavoro per confermare questa affermazione, e che una risposta potrebbe arrivare presto dal satellite Planck, che ha una risoluzione tre volte superiore a quella di WMAP (da dove i dati provengono), così come un ordine di grandezza in più di sensibilità. Tuttavia, essi sperano che la ricerca di collisioni tra bolle potrebbe fornire alcune informazioni sulla storia del nostro universo, anche se si dovesse rivelare inconsistente o indimostrabile.

Sembra davvero impossibile che si possa stabilire l’esistenza di qualcosa al di fuori del nostro universo, che contiene tutte le stelle, le galassie, i gruppi di galassie che riusciamo ad osservare e che, secondo l’ormai confermata teoria del Big Bang, hanno avuto origine da un evento iniziale, appunto il Big Bang.  Eppure, essendo la radiazione fossile di fondo una sorta di traccia dell’esplosione del Big Bang, altri eventi di entità paragonabile e avvenuti agli albori del nostro univerpotrebbero aver lasciato dele tracce. E sono quelle che gli scienziati stanno scandagliando.

Questo è il secondo studio in breve tempo che ha utilizzato i dati della radiazione fossile per la ricerca di ciò che potrebbe essere avvenuto prima del Big Bang.

Nel primo studio, Roger Penrose e Vahe Gurzadyan trovato cerchi concentrici con variazioni di temperatura inferiori alla media nella radiazione fossile, che potrebbe essere la prova di una cosmologia ciclica, in cui i Big Bang si verificano più e più volte.

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