Corvallis, Oregon. – Come assicurare la salute dei predatori nei mari? Sicuramente garantendo loro le prede. Alcuni ricercatori che si occupano di studiare gli ecosistemi del mare di Bering, si sono chiesti se sia più importante la quantità di prede o la loro densità. La risposta è che i predatori cacciano con più facilità quando le prede hanno una maggiore densità.
I predatori ottimizzano gli sforzi per predare. Se la densità delle prede è maggiore i predatori utilizzano meno energie e la salute della popolazione ne giova. Sono questi i risultati di uno studio pubblicato su PLoS ONE. Lo studio è parte del progetto Bering Sea Integrated Ecosystem Research Project.
“Abbiamo dovuto pensare il mondo dal punto di vista dei predatori”, ha detto Kelly Benoit-Bird, della Oregon State University, autore principale dello studio. “Quando abbiamo cercato di identificare le posizioni ottimali per i predatori alla ricerca di cibo abbiamo preso in considerazione le aree con più prede, perchè ci sembrava la cosa più sensata. Ma i risultati non corrispondevano a quanto ci si poteva aspettare.
“Le popolazioni di predatori che dovevano trovarsi in buone condizioni, in base ai numeri delle prede, in realtà non avevano grandi vantaggi”, ha aggiunto Benoit-Bird, un professore del College of Earth, Ocean, and Atmospheric Sciences dell’Università. “Quello che abbiamo scoperto è che piccole aggregazioni di prede sono più attraenti per i predatori, se sono sufficientemente dense.”
I risultati sono particolarmente importanti, dicono gli scienziati, perché quasi tutta la gestione della pesca si basa sulla biomassa e non su come i pesci sono distribuiti in mare.
Nel loro studio, i ricercatori hanno esaminato i comportamenti di alimentazione di tre specie co-presenti nel Mare di Bering.
“Per essere onesti, in realtà non sono sicuro di come questi predatori – che possono viaggiare per molte miglia – individuano le più dense aggregazioni a profondità ben al di sotto della superficie – e spesso di notte”, ha detto Scott Heppell, un ecologo della pesca presso la Oregon State University e co-autore.
I ricercatori hanno spiegato che i pesci cercano le grandi densità di prede proprio come fanno i grandi pescherecci. Benoit-Bird ha paragonato la connessione fra il il predatore e la preda all’individuazione di una scatola di popcorn in un cinema buio. La si potrebbe cercare a lungo, ha osservato, ma se si trova la scatola di popcorn, il vantaggio sarà più significativo di quello che si potrebbe ottenere inciampando nei singoli popcorn, anche se il numero di popcorn finale è lo stesso.”
I ricercatori hanno anche dimostrato che andare lontano in cerca di prede, assicura ai predatori nuove energie per nutrire i propri piccoli, oltre al fatto che nutrirsi in un posto e nutrire i propri piccoli in un altro, può essere una apposita strategia.
Ora, la pesca eccessiva può essere un problema per i predatori proprio perchè le prede si aggregano quando sono sopra ad un certo numero. Una diminuzione anche solo del 10% potrebbe fare cambiare le percentuali di aggregazione, con implicazioni per la vita dei predatori.