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Ghiacciai italiani: riduzione del 40% negli ultimi 30 anni

Riduzione dell'area e frammentazione caratterizzano gli ultimi 30 anni di vita dei ghiacciai del nostro Paese

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 23.05.2014

E’ stato realizzato il terzo catasto dei ghiacciai italiani. Lo studio condotto dall’Università  degli Studi di Milano e da Levissima, in collaborazione con Ev-K2-CNR e il contributo del Comitato Glaciologico Italiano, ha lo scopo di monitorare l’area dei ghiacciai sulle Alpi e dell’unico ghiacciaio appenninico in Abruzzo, allo scopo di esaminare le tendenze e eventualmente delineare gli impatti causati dai cambiamenti climatici: i ghiacciai sono infatti fonte idrica, energetica e caratterizzano i paesaggi alpini.

 I ghiacciai in Italia sono aumentati in numero rispetto agli anni ’80, ma non si tratta di una buona notizia. Infatti l’aumento del numero è dovuto alla frammentazione dei ghiacciai, che oltre ad spezzettarsi, hanno ridotto anche la loro area del il 40%.

ghiacciai catasto

Vedretta de La Mare, 14-09-2007, Trentino, C.-Casarotto

Il ghiacciaio più grande in Italia è quello del complesso Adamello-Mandrone fra Lombardia e Trentino, seguito dal Forni in Lombardia e dal Ghiacciaio del Miage in Valle d’Aosta. Gli altri sono tutti di piccole dimensioni con un valore medio di circa  0,4 km2.

In totale di tratta di 896 sono corpi glaciali oggi presenti sulle montagne italiane, per una superficie complessiva confrontabile a quella del Lago di Garda, ovvero 368 chilometri quadrati.

“Nonostante sia tutt’ora in atto una lunga fase di regresso glaciale, l’incremento della copertura detritica superficiale potrebbe ridurre i ritmi di fusione, mentre l’incremento di polveri naturali o antropiche potrebbe aumentarla. La variabilità meteo-climatica, con inverni molto nevosi ed estati fresche ed umide, favorirebbe inoltre periodi di rallentamento di questa attuale fase negativa. A fine estate 2013, ad esempio, la riduzione di spessore di molti ghiacciai italiani è stata minore rispetto a quella registrata negli anni precedenti, a causa delle forti nevicate dell’inverno 2012-2013. E’ chiaro che, per avere una vera e propria inversione di tendenza, dovrebbe verificarsi una successione, almeno decennale, di queste caratteristiche meteo-climatiche, come quella del 1965-1985.”, spiega il professor Smiraglia, a capo del progetto di ricerca.

 Daniela Murelli, Direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo Sanpellegrino  ha spiegato che il progetto ha un valore non solo strettamente scientifico, ma anche applicativo e culturale; grazie alle informazioni tratte dal Nuovo Catasto è stata realizzata una vera e propria mappa dei ghiacciai italiani, fruibile da tutti gli appassionati e già disponibile . La mappa interattiva riporta la distribuzione dei ghiacciai nelle varie regioni d’Italia e, per ciascuno di essi, specifica: il nome, la Regione di appartenenza, il settore montuoso, il bacino idrografico che va ad alimentare, la tipologia e la superficie attuale. Ai ghiacciai più significativi di ogni Regione, è dedicata inoltre una scheda di approfondimento e una galleria fotografica.

Come si può rilevare dai dati, quindi, se durante gli anni ’80 era stato rilevato un incremento della superficie dei ghiacciai rispetto ai quei dati oggi si rileva una riduzione importante,  da 609 km2 agli attuali 368 km2.

Lo studio è stato condotto su un periodo di circa due anni, nel biennio 2012-2013 e utilizzando dati relativi ad un decennio. Sono stati utilizzati anche dati da  foto aeree ad alta definizione rilevate nell’arco temporale 2005-2011, concesse in consultazione da enti e strutture regionali e provinciali, ma anche utilizzando immagini satellitari, carte topografiche, catasti settoriali precedenti e numerose campagne di terreno.

Il confronto con gli altri due catasti, realizzati negli ’60 e negli anni ’80 va effettuato considerando che i metodi di raccolta e elaborazione dei dati sono stati differenti.

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