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Negli anelli degli alberi l’attività di El Niño di 1100 anni fa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 07.05.2011

El Niño e La Niña, che costituiscono le fasi di caldo e freddo nella metà orientale del Pacifico tropicale, creano caos nel clima di tutto il mondo. Prevedere gli effetti di El Niño con alcuni mesi di anticipo è ora routine, ma prevedere come cambieranno i suoi effetti con l’aumento della temperatura sarà difficile a causa della scarsità dei dati raccolti. Un team internazionale di scienziati del clima ha ora dimostrato che ogni anno negli anelli degli alberi del Nord America, in particolare nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, si può leggere una rappresentazione continua della intensità di El Niño nel corso degli ultimi 1.100 anni; questa può essere utilizzata per migliorare la previsione di El Niño nei modelli climatici. Lo studio, guidato da Jinbao Li, del Pacific International Research Center, della University of Hawaii a Manoa, è pubblicato nel numero di maggio di Nature Climate Change.

Gli anelli degli alberi nel sud-ovest degli Stati Uniti, ha scoperto il team, concordano anche con i documenti di 150 anni di dati strumentali sulla temperatura della superficie marina nel Pacifico tropicale. Durante El Niño, le temperature di superficie insolitamente calde nel Pacifico orientale, hanno portato a cambiamenti nella circolazione atmosferica, causando inverni insolitamente umidi nel sud-ovest degli Stati Uniti: gli anelli degli alberi sono risultati quindi più ampi; temperature inusualmente basse nel Pacifico orientale durante La Niña portano invece siccità e quindi anelli più stretti. I dati sugli anelli degli alberi, inoltre, si abbinano bene alle ricostruzioni esistenti delle oscillazioni di El Niño a sud e si correlano molto, per esempio, con una composizione isotopica δ18O dei coralli che vivono ora e che hanno vissuto centinaia di anni fa nella zona di Palmyra, nel Pacifico centrale.
“Dal nostro lavoro è emerso che gli alberi torreggianti sui pendii dei monti del sud-ovest degli Stati Uniti e i coralli colorati nel Pacifico tropicale, ascoltano la musica di El Niño, che mostra la sua firma nei loro anelli di crescita annuali”, spiega Li. “I dati sul corallo, tuttavia, fanno riferimento ad un breve lasso di tempo, mentre i dati degli anelli degli alberi del Nord America ci forniscono una registrazione continua degli effetti di El Niño che risale fino a 1.100 anni fa”.

Gli anelli degli alberi rivelano che l’intensità di El Niño è stata molto variabile, con decenni di grande attività e anni invece di scarsa attività. La più debole attività è stata registrata durante un’anomalia nel clima nell’ XI secolo, mentre la più forte attività è stata registrata nel XVIII secolo.

Questi diversi periodi di attività di El Niño sono legati a cambiamenti a lungo termine nel clima del Pacifico. Prelievi da sedimenti di lago nelle isole Galapagos, nel nord dello Yucatan e nel Pacifico nord-occidentale rivelano che il clima  del Pacifico tropicale centro-orientale è caratterizzato da sbalzi climatici tra le fasi di caldo e di freddo, ciascuna della durata di 5-90 anni. Durante le fasi calde, gli eventi causati da El Niño e La Niña  sono stati più intensi del solito. Durante le fasi di freddo, hanno deviato poco dalla media a lungo termine come, ad esempio, durante l’anomalia climatica del medioevo quando il Pacifico orientale tropicale era freddo.

“Da quando El Niño provoca estremi climatici in tutto il mondo, è importante sapere come cambierà la sua attività in relazione con il riscaldamento globale”, dice il co-autore Shang-Ping Xie. “I modelli attuali divergono nelle loro proiezioni del suo comportamento futuro: alcuni  mostrano un aumento di ampiezza, alcuni non prevedono cambiamenti e alcuni addirittura prevedono una diminuzione. I nostri dati degli anelli degli alberi offrono dati di osservazione per valutare e perfezionare i modelli climatici e le loro previsioni delle oscillazioni di El Niño sotto l’influenza del riscaldamento globale. “

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