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Grandi incendi nelle foreste: oltre al clima la causa sono le attività antropiche

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.05.2012

Foto: Walter Siegmund

Secondo uno studio che ha analizzato i dati relativi agli anelli di accrescimento dei tronchi degli alberi nel sud ovest degli Stati Uniti, i grandi incendi dei nostri giorni sono un fenomeno del tutto particolare. Lo studio, senza precedenti per dimensioni, riunisce i dati relativi a 1500 anni di dati sulle foreste di pini Ponderosa.
I ricercatori hanno costruito un modello statistico che comprende le caratteristiche del clima e gli incendi, per capire se i grandi incendi odierni hanno la loro causa nel clima caldo e secco.
Secondo i risultati, gli incendi dei nostri giorni sono atipici e le cause sono attribuibili ai cambiamenti climatici e alle attività antropiche dell’ultimo secolo.

“Gli Stati Uniti non dovrebbero affrontare i grandi incendi che distruggono le foreste oggi, se le attività umane non avessero cominciato a sopprimere gli incendi di bassa gravità e superficiali che erano così comuni più di un secolo fa”, ha spiegato Christopher I. Roos, della Southern Methodist University, Dallas.

Secondo lo studioso l’impatto del disboscamento e dell’utilizzo dei territori per il pascolo del bestiame rende le foreste più vulnerabili.

“Se non altro, ciò che il cambiamento climatico ci ricorda è che è abbastanza urgente affrontare i problemi strutturali nelle foreste. I boschi possono essere in grado di gestire il cambiamento climatico, ma non nella condizione in cui sono attualmente. Prima non erano in queste condizioni”, ha detto Roos.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Olocene.

Lo studio si basa sui dati degli incendi e su quelli derivanti dagli anelli di accrescimento degli alberi ed è la prima volta he questi dati vengono combinati insieme.
Studi precedenti avevano analizzato il periodo che va dal 1600 al 1800, denominato Piccola Era Glaciale, ed avevano dimostrato che in questo periodo gli incendi erano frequenti, ma coinvolgevano gli aghi caduti a terra e l’erba, ma non salivano in alto e restavano superficiali.

Alcuni studiosi hanno però criticato la valutazione di questo periodo perchè il clima era più fresco e umido e perciò sarebbe stato più opportuno fare un confronto con il periodo che dall’800 dC va al 1330, il Periodo Caldo Medievale, in cui il clima era caldo e secco come quello attuale.
Gli scienziati si basano sullo studio degli anelli di accrescimento degli alberi, non solo per calcolare l’età di un albero, ma anche per determinare umidità e siccità. Attraverso gli anelli si possono anche fare delle deduzioni sugli incendi. Ma per il Periodo Caldo Medievale c’era una lacuna di dati.

Per riempire questa carenza gli scienziati hanno creato un modello statistico che ha unito 200 anni di dati sugli incendi del Periodo Caldo Medievale e dati sul clima risalenti a 1500 anni fa derivanti da alcuni anelli. In questo modo hanno ipotizzato il clima di 1500 anni fa.

Attraverso questo metodo gli scienziati hanno scoperto che l’umidità, che regola la superficialità degli incendi, non era variata fra i due periodi.

“E ‘vero che il riscaldamento globale sta aumentando l’entità dei fenomeni di siccità che stiamo affrontando, ma le siccità sono state ancora più gravi durante il Periodo Caldo Medievale”, ha detto Roos. “Abbiamo scoperto che ciò che sta guidando la frequenza degli incendi di superficie è avere un paio di anni umidi che permettono all’erba di crescere continuamente sul fondo della foresta e poi un anno di siccità in cui l’erba può bruciare. Abbiamo trovato un rapporto statistico molto forte tra due o più anni piovosi seguiti da un anno di siccità, il che ha prodotto un sacco di incendi. ”

“Gli incendi che ripulivano il sottobosco hanno reso le foreste resistenti ai cambiamenti climatici perché, anche se ci fosse stata una siccità molto grave, non potevano esserci grandi incendi perchè non c’era il combustibile ad alimentarli “, ha detto Roos. “Gli alberi si erano adattati a frequenti incendi superficiali, e gli alberi adulti non venivano attaccati dagli incendi perchè la foresta bruciava solo in superficie”

Il modello antico costituito da frequenti e piccoli incendi è cambiato alla fine del 1800. La ferrovia transcontinentale si era spinta nel West, portando agricoltori, allevatori, bovini e ovini. Gli animali al pascolo hanno consumato il sottobosco della foresta, consumando le erbe che alimentavano gli incendi di piccole dimensioni, ma lasciando piccoli alberelli e cespugli, che poi sono cresciuti diventando una fitta vegetazione con grandi alberi. Inoltre, gli Stati Uniti hanno cominciato a limitare l’uso tradizionale della terra delle comunità native americane della regione.

Con il XX secolo, si istituì il Servizio forestale degli Stati Uniti e uno degli obiettivi era proprio quelo di combattere gli incendi.

“Molti dei nostri boschi moderni nel centro dell’ Arizona e del New Mexico non hanno avuto nessun incendio per 130 o 140 anni”, ha detto Roos. “Questo è molto diverso da ciò che accadeva nelle foreste antiche. Il periodo più lungo senza incendi infatti è stato di 40 o 50 anni ed è stato del tutto eccezionale.”

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