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Notizie contraddittorie sulla CO2 in atmosfera

Scritto da Leonardo Debbia il 23.03.2015

Qualche giorno fa, scorrendo alcune riviste scientifiche on line, ho notato due titoli che mi hanno lasciato perplesso.

Le Scienze, l’autorevole versione italiana di Scientific American, titolava infatti: “CO2: raggiunti i livelli più alti in 23 milioni di anni”.

Sulla rivista Focus, per contro, si poteva leggere: “Calano le emissioni di anidride carbonica. Nel 2014 le emissioni di CO2 non sono aumentate rispetto al 2013”.

No – mi sono detto – c’è qualcosa che non torna!

Le statistiche sono, in genere, opinabili, ma non si può dubitare dei dati effettuati da rilevazioni, a meno di errori.

Non dubitando nemmeno della buonafede e della professionalità dei redattori, ho pensato allora alle fonti.

I dati riportati da ‘Le Scienze’ erano stati forniti dalla Scripps Institution of Oceanography, un organismo di ricerca con una storia quasi centenaria, dipendente dall’Università della California, a La Jolla, che documentava con un diagramma (riportato qui di seguito) l’affermazione che “nello scorso mese di gennaio la concentrazione di CO2 in atmosfera ha toccato le 400 parti per milione, un livello mai raggiunto negli ultimi 23 milioni di anni”.

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Concentrazioni medie di CO2 nell’atmosfera registrate dalla Scripps Institution of Oceanography nel mese di gennaio 2015 (crediti: Scripps Institution of Oceanography,UC San Diego / Le Scienze)

I dati forniti dalla rivista ‘Focus’ erano ripresi dall’IEA (Agenzia Internazionale per l’Energia), l’Organizzazione intergovernativa dell’OCSE, il cui commento era: “Nel 2014 le emissioni di CO2 sono risultate di 32,3 miliardi di tonnellate, praticamente invariate rispetto al 2013”. Uno stallo nelle emissioni, in sostanza.

E, ancora, leggendo su ‘Le Scienze’: “Le concentrazioni atmosferiche attuali stanno aumentando di 0,2 ppm all’anno, quanto è bastato per un aumento medio della temperatura globale di 0,8 gradi all’anno”, puntando il dito, anche se non apertamente, contro gli Stati ‘grandi inquinatori’, tra i quali c’è anche la Cina.

Ribatteva ‘Focus’: “A prima vista, forse stiamo assistendo ad un’assunzione di responsabilità da parte di un gran numero dei Paesi ‘inquinatori’ che si sarebbe tradotta in una riduzione delle emissioni responsabili dell’effetto serra.

Oltre ai Paesi dell’OCSE, pare che la Cina sia stata la sorprendente protagonista, con il suo notevole incremento di fonti alternative (eolico e solare) rispetto al petrolio e al carbone usati fino a poco tempo fa”.

Allora? Chi ha ragione?

E’ purtroppo vero che su questo argomento le posizioni sono spesso divergenti, anche nello stesso mondo della ricerca scientifica, soprattutto se gli interessi di molti ‘poteri’ (Stati, Governi, Multinazionali e quant’altro) talvolta incidono in maniera più o meno subdola e più o meno pesante.

Probabilmente, hanno tutti ragione, sia le fonti che i redattori dei relativi reportages; nel senso, che si deve far attenzione ai periodi di tempo considerati.

Nel caso di ‘Le Scienze’ ci si riferisce infatti ai massimi livelli raggiunti in assoluto su un lungo periodo (23 milioni di anni), mentre nell’articolo di ‘Focus’ ci si limita ad una comparazione ‘rispetto all’anno precedente’.

Forse, dopo tutto, non c’è stata una differenza sostanziale di atteggiamento nei confronti del problema che, attraverso le sue varie espressioni e manifestazioni, è sicuramente avvertito da tutti.

Può darsi che i media, come in questo caso, non riescano a dare sempre una visione completa e accurata, ma comunque l’informazione può correre questo rischio, purchè sia corretta e non ingeneri confusione, anche perché dal mondo scientifico giungono comunque segnali che, pure se frammentari, pessimistici o vagamente ottimisti, non possono essere ignorati ed è giusto siano portati a conoscenza di tutti.

Quanto alla risoluzione del problema, non possiamo certo affermare che sia imminente.

Vogliamo pensare che l’assunzione di responsabilità di cui si è parlato stia facendosi realmente strada e la prossima Conferenza sul clima di Parigi 2015 possa fissare dei capisaldi, finora rimasti soltanto mere intenzioni.

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