ROMA – Il riscaldamento globale è reale, nessuno scienziato potrebbe negarlo dati alla mano. Ma i dubbi iniziano, almeno per alcuni, quando ci si inizia a chiedere delle sue cause. Sono naturali o artificiali, ossia causate dall’uomo? In un recente studio italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Environmental Research Letters, Antonello Pasini e il suo team hanno escluso la componente della radiazione solare, una delle cause naturali più indiziate.
Dagli anni ’60 del secolo scorso sono soprattutto i gas serra a influenzare il clima, conclude lo studio, che ha utilizzato un modello indipendente e quindi è un’ulteriore conferma alla tesi delle cause antropiche, come l’immissione di gas ad effetto serra in atmosfera.
Gaianews.it ha posto alcune domande al dott. Pasini per comprendere meglio la natura dello studio.
Innanzitutto, perché è importante escludere il fattore solare dal riscaldamento globale e come avete affrontato il problema nella vostra ricerca?
Pasini: E’ importante sapere se le cause fondamentali del recente riscaldamento globale siano prevalentemente naturali o antropiche, perché nel primo caso potremmo soltanto difenderci dagli impatti più negativi, mentre nel secondo caso potremmo fare qualcosa per cambiare le cause stesse, dato che queste sarebbero prodotte proprio dai nostri comportamenti e dal nostro tipo di sviluppo. Così, nella nostra ricerca abbiamo cercato di considerare separatamente gli influssi dei gas serra (la principale causa umana) e della radiazione solare (la principale causa naturale).
P: Il Sole riscalda la superficie terrestre che, a sua volta, per conduzione, convezione e irraggiamento, riscalda l’atmosfera. Le variazioni della radiazione solare hanno sempre mostrato in passato legami diretti con quanto è avvenuto alla temperatura: si pensi alle ere glaciali e ai periodi interglaciali caldi, oppure al cosiddetto minimo di Maunder nella radiazione solare che, molto più recentemente, è coinciso con una piccola era glaciale. Ci sono poi altre influenze, come dire, “cosmiche” cui alcuni danno importanza, i cosiddetti raggi cosmici, ma noi abbiamo già escluso in un altro lavoro precedente che questi possano essere una causa fondamentale del riscaldamento dell’ultimo secolo.
P: Il modello utilizzato è stato originariamente sviluppato da Clive Granger (premio Nobel del 2003) in ambito economico, ma anche un altro sistema complesso come il clima può beneficiare della sua applicazione. In sostanza, abbiamo considerato i dati climatici dal 1850 ad oggi e, con i dati fino al 1940 abbiamo elaborato un modello che preveda la temperatura nei decenni successivi a partire dai dati più vecchi della temperatura stessa e di alcuni indici di circolazione che descrivono la variabilità naturale del clima. Granger ci dice che ora, aggiungendo al modello una nuova variabile, questa è una causa per le variazioni di temperatura se i suoi risultati di previsione negli ultimi decenni risultano migliori di quelli del modello precedente, in maniera statisticamente significativa.
P: Ebbene, utilizzando la radiazione solare abbiamo trovato che questa è causa importante solo negli anni ’40 e ’50 e dopo questa causa diventa sempre meno importante. Aggiungendo invece i gas serra, questi risultano sempre causa della temperatura, addirittura in maniera sempre più significativa al passare del tempo.
P: Possiamo sicuramente dire che dagli anni ’60 in poi la causa solare è divenuta sempre meno importante. Sospettiamo fortemente che ciò sia dovuto al fatto che altre cause siano divenute più importanti e abbiano, come dire, “oscurato” la causa solare, che pure esiste.
P: I classici modelli climatici mostrano che senza considerare le cause antropogeniche non si riesce a ricostruire correttamente il recente riscaldamento globale. Tali modelli, tuttavia, vengono criticati per alcune loro incertezze e dunque è bene perseguire anche vie di investigazione diverse, come la nostra. I risultati del nostro modello e di quelli climatici classici sono in pieno accordo.
P: In altri momenti della storia della Terra si sono avuti aumenti decisi della temperatura, ma ciò che preoccupa attualmente è la rapidità della crescita di temperatura, che potrebbe non permettere ai territori, agli ecosistemi e all’uomo di adattarsi ad esso senza traumi.