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Eolico a Tocco da Casauria, il comune più “energetico” d’Italia, invidiato anche all’estero

Scritto da Paolo Ferrante il 04.04.2011

Eolico a Tocco da CasauriaNel 2007 il comune di Tocco da Casauria, un antico borgo abruzzese incastonato tra le montagne più alte di tutta la formazione degli Appennini, ha visto nascere un impianto eolico di 1,6 MW. L’impianto andava a sostituire un vecchio impianto sperimentale che è stato abbastanza odiato dalla cittadinanza. Era stato realizzato, infatti, in un’epoca in cui il petrolio costava 20 dollari al barile, le pale erano realizzate con tecnologia vecchia e, soprattutto, erano molto rumorose.

Nel 1992 il comune di Tocco da Casauria (Pescara) fu infatti il primo comune a costruire un parco eolico sul suo territorio, utilizzando 2 aerogeneratori Riva Calzoni da 200 kW ciascuno. Quasi a voler cancellare un altro record. Proprio a Tocco, infatti, è stato costruito il primo pozzo petrolifero perforato in Italia nel lontano 1863.

Sempre a Tocco da Casauria è presente il primo dei 4 salti della centrale idroelettrica dell’Enel lungo il fiume Pescara, che produce quindi elettricità verde dagli anni ’70. Dopo un intervento risalente al 2005, l’impianto idroelettrico può garantire una produzione di elettricità verde per 15 mila famiglie. Tuttavia, dalla centrale idroelettrica la cittadinanza di Tocco non ha nessun beneficio.

Il primo nucleo del nuovo impianto eolico è stato realizzato dalla Solo Rinnovabili nel 2007. L’impianto, della potenza totale di 1,6 MW è stato costruito in poco meno di 6 mesi.

 

Nel 2009 c’è stato un raddoppio del parco eolico, con due nuovi aerogeneratori Enercon E48, ciascuno della potenza di 800 kW. Il nuovo parco eolico risulta quindi costituito da 4 aerogeneratori per una potenza complessiva di 3,2 MW. La produzione annua stimata è di 7200 MWh.

Con l’energia prodotta nel suo territorio dal solo impianto eolico, il Comune di Tocco da Casauria produce più di quanto consuma, guadagnandosi il plauso anche del New York Times, che in un articolo dello scorso settembre l’ha definito un “antico borgo italiano col vento in poppa”.

Il Comune riceve circa 150 mila euro l’anno da parte dell’impresa che gestisce l’impianto. Con questi soldi, realizza la raccolta differenziata senza chiedere nulla ai cittadini e ha anche reso gratuita l’illuminazione pubblica.

I generatori sono molto moderni e riescono a eliminare il rumore, avendo abolito al loro interno moltiplicatori di giri. Lo svantaggio è che occorre una velocità del vento minima di 4 metri al secondo, come confessato da un tecnico a cui abbiamo strappato qualche domanda mentre effettuava dei controlli di routine presso l’impianto.

In quel momento, ci ha assicurato il tecnico che ha preferito rimanere anonimo, le pale – seppure stavano ruotando – non producevano energia elettrica. In compenso, era davvero difficile percepire il rumore delle pale che sfrecciavano sulla nostra testa.

Secondo la ditta che ha istallato le turbine, la produzione annua stimata del parco corrisponde al fabbisogno di circa 2000 famiglie. Se si considera che Tocco conta 2700 anime circa, si deduce che la produzione è di gran lunga superiore alle necessità del paese.

Ma Tocco non ha “staccato la spina” dalla rete elettrica nazionale, naturalmente. Infatti, le pale eoliche quando non c’è vento (o è troppo basso), non producono elettricità.  Non esistono presso l’impianto nemmeno sistemi di immagazzinamento dell’energia prodotta in surplus, che farebbero crescere il prezzo dell’energia a livelli insostenibili dall’iniziativa privata (che comunque beneficia dei certificati verdi prodotti dall’impianto).

La soluzione più semplice, quindi, è riversare tutta l’energia in rete attraverso dei trasformatori che elevano l’elettricità a 20 mila volt (dopo aver trasformato la stessa in corrente alternata tramite inverter presenti in ogni pala).

La rete elettrica, quindi, assorbe la potenza elettrica e la restituisce agli abitanti quando serve, anche quando non c’è vento. Ora questo è ancora possibile, in quanto la produzione da fonti rinnovabili è bassissima. Ma se l’offerta da rinnovabili come vento e sole continuerà ad aumentare, dovremo iniziarci a porre il problema della loro discontinuità.

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  • Palermo Olliemag scrive:

    Salve, proprio per quanto hai detto nel tuo articolo io preferisco di molto il fotovoltaico piu’ continuo ed affidabile. Inoltre si stanno creando degli impianti fotovoltaici che utilizzano materiali ad un basso costo di produzione, pensare che nella citta di Tracy in California, una societa’ americana a installato un impianto fatto di palloncini che produce energia elettrica!