Gaianews

Dal Messico al Canada, il viaggio della farfalla monarca minacciata dagli Ogm

Scritto da Marta Gaia Sperandii il 12.08.2013

Finalmente chiarito uno dei fenomeni migratori più straordinari al mondo: stiamo parlando della farfalla monarca (Danaus plexippus), il cui lunghissimo percorso è stato recentemente tracciato nell’ambito di uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, che ha coinvolto ricercatori da Canada, Colorado e Australia.

Crediti: University of Guelph - Jessica Linton

Crediti: University of Guelph – Jessica Linton

Elevata nel 1989 al rango di “insetto nazionale degli Stati Uniti”, questa farfalla compie ogni anno viaggi epici che conducono giganteschi stormi, nel periodo autunnale, a sorvolare un intero continente per trascorrere l’inverno in uno stato di semi-ibernazione in luoghi al riparo da temperature troppo rigide, come il Messico o le zone montuose della California. Da queste regioni le farfalle fanno ritorno soltanto in primavera, per essere avvistate in estate ancora più a nord, nell’Ontario meridionale, e ricominciare infine il ciclo.

Da qualche anno tuttavia il numero di avvistamenti si è drasticamente ridotto, facendo temere per la sorte di questo meraviglioso lepidottero. La scarsa disponibilità di asclepiade (Asclepias tuberosa), arbusto di cui le larve si nutrono in maniera esclusiva, ed il contemporaneo diffondersi nel Midwest americano di colture di mais e soia geneticamente modificate, ne minacciano infatti la sopravvivenza. Da qui l’idea di studiarne con precisione i comportamenti migratori, al fine di quantificare i rischi ed elaborare strategie di conservazione.

Tyler Flockhart, ricercatore presso l’Università di Guelph ed autore principale della ricerca, ha trascorso l’estate del 2011 rincorrendo questa migrazione, in un viaggio che lo ha portato ad attraversare 17 stati e percorrere ben 35.000 km, realizzando quello che con tutta probabilità si configura come il più vasto studio condotto su questa specie. 

Degli 800 esemplari catturati ed identificati si è stimata l’età attraverso una valutazione della condizione delle ali. Applicando a queste dei “marcatori” chimici, ed analizzando le tracce di sostanze rinvenute sugli arbusti di asclepiade, a loro volta precedentemente marcati in maniera differente a seconda della localizzazione, è stato quindi possibile ricombinare i dati e scoprire il luogo di nascita. I risultati hanno dimostrato come le farfalle monarca, una volta concluso il periodo di letargo, volino dal Messico in direzione nord e nel corso di questo viaggio, condotto durante la stagione riproduttiva, depongano uova in Texas, Oklahoma e nel Midwest americano. Proprio in questo luogo, in un’area meglio conosciuta come la “cintura del mais”, si verifica una vera e propria “esplosione” riproduttiva, a seguito della quale un buon numero di adulti si sposta ulteriormente ed alcuni di questi raggiungono il Canada.

Le informazioni raccolte potrebbero contribuire, secondo Flockhart, alla conservazione di una creatura sempre più minacciata dalla perdita di habitat. Egli stesso chiarisce quanto sia importante proteggerne gli ambienti riproduttivi, e sottolinea come “perdere la farfalla monarca sarebbe un duro colpo, per l’ambiente ma anche per la società”. Facile a identificarsi, grazie alla sua caratteristica colorazione, è forse la prima farfalla con cui i bambini statunitensi entrano in contatto, ed è sicuramente la protagonista della prima storia, avente ad oggetto gli animali migratori, che viene loro narrata. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA