Gli anfibi sono uno dei gruppi animali con il più veloce tasso di estinzione al mondo. Inquinamento e canalizzazione dei corsi d’acqua, cambiamenti climatici, oltre alla pandemia del fungo chitride (chitridiomicosi), sono alcuni dei problemi che stanno concorrendo alla loro scomparsa. Il blog BioFresh (biofreshblog.com) ha intervistato il direttore esecutivo dell’Amphibian Survival Alliance (ASA) dell’IUCN, Jaime Garcia Moreno.
Intervista – Seconda parte (leggi la prima parte)
L’ASA è un partenariato globale per la conservazione degli anfibi. Ideato nel 2006, il gruppo si è costituito nel dicembre del 2011. Il principale obiettivo dell’ASA è di attuare il piano d’azione per la conservazione globale degli anfibi (ACAP) e tenta di porre l’attenzione su una delle crisi ecologiche più gravi del mondo. In questa intervista, Jaime Garcia Moreno, il direttore dell’ASA, discute alcune questioni tra cui le sfide che attendono l’ASA e ciò che deve essere fatto per evitare un ulteriore calo nelle popolazioni di anfibi.
BioFresh Blog: L’ASA è nata meno di un anno fa. Come valuta i progressi dell’Alleanza fino ad oggi?
Jaime Garcia Moreno: Dati i vincoli con cui l’Alleanza è nata – poche risorse, poca consapevolezza – direi che è stato fatto qualche progresso, ma certamente non al ritmo che vorremmo vedere. Tuttavia, l’Alleanza è cresciuta dalle prime sei istituzioni fondatrici ai 25 partner di oggi, ed è ancora in crescita.
BB: L’ASA si è impegnata ad attuare il piano d’azione per la conservazione globale degli anfibi (ACAP). Dal momento che il suo sviluppo è avvenuto nel 2005, l’attuazione dell’ACAP è stata lenta e irregolare. Che cosa ha fatto l’ASA per migliorare l’attuazione dell’ACAP?
JGM: La crisi degli anfibi è uno dei problemi di conservazione più difficili di questo secolo, per cui non è nemmeno realistico pensare che in 15 mesi l’ASA poteva riuscire a cambiare le cose. Stiamo mettendo le basi per un migliore coordinamento delle azioni di conservazione su tutta la linea, e di estendere la conservazione degli anfibi oltre la cerchia relativamente stretta dei player coinvolti.
BB: Quali pensa che siano gli sviluppi più promettenti nella lotta per evitare un’ulteriore diminuzione della popolazione degli anfibi?
JGM: Vediamo molte opportunità per migliorare la conservazione degli anfibi. Molte specie vivono in aree molto piccole nei tropici. Queste piccole distribuzioni li rendono piuttosto vulnerabili alla perdita di habitat, ma sono anche ottime opportunità per salvare le specie dall’estinzione, con azioni mirate e investimenti relativamente modesti. L’intersezione tra la conservazione degli anfibi e altri problemi ambientali di grandi dimensioni (come la perdita di habitat, il cambiamento climatico, la sicurezza idrica, ecc.) è tale, che stimiamo che la conservazione degli anfibi possa aiutare i paesi a raggiungere in anticipo almeno 15-16 obiettivi fissati nella Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD).
BB: Gli anfibi in tutto il mondo si trovano ad affrontare la più grave minaccia di estinzione di sempre. Cosa farete per prevenire ulteriori estinzioni?
JGM: Penso che avremo bisogno di migliorare la conoscenza del pubblico sulla conservazione degli anfibi, se vorremo avere dei progressi seri. Mentre gli esperti conoscono tutti i dettagli della crisi che gli anfibi si trovano ad affrontare, molte persone non sanno nemmeno cosa siano gli anfibi, né che stanno scomparendo. Abbiamo anche bisogno di interagire di più con i colleghi di altre discipline per intersecare la conservazione degli anfibi con quello che stanno facendo – i responsabili dei bacini fluviali, i gestori delle aree protette, i legislatori, gli esperti nel ripristino degli ecosistemi, ecc. Questi attori non possono fare ciò che è necessario per conservare gli anfibi, a meno che non siano informati su come le loro azioni e decisioni possono influenzare queste creature, e questo è un ruolo per l’ASA.
L’autore dell’articolo William Bibby conclude: “Gli anfibi devono affrontare numerose minacce, alcune delle quali piuttosto difficili da superare – come il fungo chitride, con cui dovremo imparare a convivere. Tuttavia, i problemi che interessano la maggior parte delle specie non sono diversi da quelli che riguardano gli anfibi: la deforestazione, la perdita di habitat e il degrado, la gestione delle acque che non considera l’ambiente e gli animali come utenti legittimi delle risorse idriche. Spero che collaborando con gli altri e sottolineando che gli anfibi dovrebbero essere presi sul serio come un indicatore della salute dell’ecosistema globale, riusciremo a contenere la crisi e continuare a godere delle immagini e dei suoni di rane e salamandre.”
Ringraziamo Jaime Garcia Moreno e BioFresh blog (biofreshblog.com) che hanno gentilmente concesso la pubblicazione dell’intervista su Gaianews.it.
Qui l’articolo originale (in inglese).