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Mala tempora currunt per i mufloni tedeschi

Scritto da Marta Gaia Sperandii il 04.06.2013

 Il ritorno del lupo in Germania rischia di rappresentare un serio pericolo per la popolazione dei mufloni.

 E’ quanto sostiene Britta Habbe, biologa tedesca operante nella Bassa Sassonia, secondo la quale questi ungulati, che nel loro habitat si arrampicano su rocce e scogliere con estrema naturalezza, non sarebbero in grado di competere invece con lo “sprint” del Canis Lupus in un ambiente pianeggiante come quello della Germania nord occidentale.

Muflone

Sul territorio tedesco il muflone vanta una presenza ormai storica. I primi esemplari, provenienti da Corsica e Sardegna, furono introdotti in Germania intorno al 1730 e si stima che ad oggi la popolazione si aggiri intorno agli 8 mila esemplari. 

Quella del lupo è invece una presenza a cui i tedeschi si sono solo recentemente riabituati. Perseguitato nel corso degli ultimi due secoli, se ne perdono le tracce fino al periodo post-bellico, quando i primi branchi vengono nuovamente avvistati nei pressi di Lausitz, al confine con la Polonia. La prima cucciolata è datata nella primavera 2000 e secondo quanto sostiene la Habbe, la popolazione attuale avrebbe raggiunto i 150 esemplari. 

Proprio in Sassonia il muflone è invece completamente scomparso, lasciando pochi dubbi agli esperti, che nonostante riconoscano il diretto contributo dell’azione venatoria dei cacciatori, ipotizzano il replicarsi di un modello già comprovato in regioni vicine, dove i lupi hanno fatto strage di questi ovinidi selvatici, decimandone ed in alcuni casi addirittura sterminandone la popolazione. 

Sebbene spesso ci si trovi costretto a ripiegare su animali domestici, – e di qui i timori di allevatori e civili -, è noto infatti che in cima alle preferenze alimentari di questo predatore si trovino ungulati selvatici, e quindi cinghiali, cervi, caprioli e mufloni. Quest’ultimo tuttavia, che a differenza degli altri è specie naturalizzata ed in alcune regioni combatte da sempre una battaglia personale contro l’umido e soffice terreno tedesco, ha caratteristiche fisiche che lo rendono, rispetto agli altri ungulati, fortemente svantaggiato nel confronto col lupo. 

Sulle sorti dell’ovinide selvatico si è quindi acceso un dibattito: alcuni lo vorrebbero salvaguardato tramite la creazione di un’area protetta, altri – l’Ufficio di Conservazione Federale Naturschutzbund Deutschland – mantengono un atteggiamento distaccato, sottolineando come il muflone, amante di ambienti impervi e rocciosi, si trovi in Germania comunque al di fuori del suo habitat, e sia addirittura responsabile di minacciare, in Renania settentrionale, alcune specie di flora protetta.

Per quanto riguarda il lupo, che tradizionali leggende dipingono come spietato predatore, il suo ritorno, sebbene favorito dall’azione di tutela giuridica tedesca, ha naturalmente generato sentimenti contrastanti e diviso le opinioni di popolazione, forestali e allevatori.

A detta degli esperti, il Canis Lupus non soltanto non costituirebbe al momento pericolo per l’uomo, ma anzi, l’ampia disponibilità di prede selvatiche renderebbe la sua presenza pressoché innocua, garantendo la sicurezza, salvo eccezioni, anche del bestiame d’allevamento. A farne le spese, in attesa di provvedimenti, sono i mufloni.

Fonte: http://www.welt.de/wissenschaft/umwelt/article116555961/Woelfe-loeschen-Mufflons-in-Deutschland-aus.html 

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  • Gilberto Volcan scrive:

    Il muflone è specie alloctona che nulla ci azzecca con la Germania. Il suo valore in termini ecosistemici è nullo, anzi. Non vedo alcun motivo per tutelarlo.