Gaianews

Galapagos, Parco inizia lo sterminio di 180 milioni di ratti da due isole

Gli scienziati cercheranno di eradicare completamente i ratti neri da due isole in un programma che mira a salvare le specie autoctone dalla sicura estinzione

Scritto da Paolo Ferrante il 17.11.2012

Galapagos, sterminio dei rattiLa direzione del Parco Nazionale delle Galapagos ha annunciato la scorsa settimana l’inizio dell’eradicazione dei ratti dalle isole di Pinzon e Plaza Sur, per proteggere le specie autoctone minacciate dall’invasione dei roditori. L’operazione inizia oggi 17 novembre e dovrebbe concludersi verso la metà di dicembre.

Il costo dell’operazione si aggira attorno 1,8 milioni di dollari (circa 1,5 milioni di euro). La popolazione di ratti, che sta mettendo a rischio molte specie endemiche che non sono in grado di competere con il vorace animale, è stimata attorno a 180 milioni di individui nella sola isola Pinzon, la più grande delle due isole interessate dalla derattizzazione.

Il ripristino delle due isole ad una condizione precedente all’invasione dei ratti neri, una specie aliena che infesta l’isola da molto tempo è solo il primo passo per tentare di arginare la piaga dall’arcipelago, che ha ispirato Charles Darwin nello scoprire la selezione naturale.

Si pensa che i primi roditori siano arrivati con gli esploratori del XVII secolo, tanto da essere scoperti dello stesso Darwin.

Le operazioni su vasta scala sono iniziate nel gennaio 2011, su alcuni isolotti e isole dell’arcipelago come Rabida, Bartolome, Sombrero Chino, North Plaza, i altri sparsi nell’arcipelago.

Questa volta, i tecnici mirano a sradicare i roditori dall’isola di Pinzon, di 1800 ettari, con la stessa tecnica utilizzata per l’eliminazione dello scorso anno dalle altre isole. L’operazione di eradicazione è – secondo il Parco – la più grande mai avvenuta in Sud America.

Metodo

Il metodo è basato sulla distribuzione aerea di un’esca pesticida con l’ausilio di un elicottero, da cui pende un sistema a dispersione che permetterà di rilasciare le esche sul terreno. Il dispositivo dovrebbe assicurare una distribuzione omogenea lungo tutta la superficie delle isole. In ogni isola saranno date due applicazioni, con un intervallo di 7 giorni, per assicurare così che il 100% dei roditori consumino l’esca. Anche solo una femmina incinta che sopravviva allo sterminio sarebbe un fallimento, in quanto l’alto tasso di riproduttività del ratto nero farebbe tornare in breve la situazione alle condizioni precedenti.

L’elicottero è dotato di un sistema GPS ad alta precisione che permette il controllo della superficie coperta da parte del pilota  e di conseguenza assicura la diffusione graduale dell’intera isola. Le informazioni GPS vengono scaricate su un computer su cui viene controllata la loro conformità con quanto previsto dagli scienziati.

Esca e pericolo per specie autoctone

Tartaruga gigante delle Galapagos. Fonte WikipediaIl prodotto che verrà distribuito consiste di cubi blu di circa un centimetro di lato sviluppati dai Bell Laboratories, in USA, e sono altamente specifici per i ratti. Contengono un potente veleno ma la loro forma dovrebbe interessare solo i roditori, e non le specie autoctone. Inoltre, la superficie esterna è fatta di un materiale biodegradabile che di distrugge dopo circa 8 giorni dalla dispersione nell’ambiente. Questo assicura un intervento molto mirato, anche perché gli animali che potrebbero cibarsi delle esce verranno rimossi dai ricercatori. Anche i falchi, che potrebbero cibarsi dei ratti morti, verranno catturati e messi in cattività fino alla fine dell’eradicazione.

Le specie a rischio per cui è stato studiato l’impatto delle esce sono tutte endemiche e rarissime, come la tartaruga gigante delle Galapagos, il falco delle Galapagos, la colomba delle Galapagos, diverse specie di fringuelli, le lumache di terra, i serpenti e la lucertola della lava. Oltre ai falchi, si è deciso di attuare un piano di mitigazione del rischio anche per specie come la lucertola della lava e le lumache terrestri.

Cattività

Il falco (Buteo galapagoensis) è endemico alle Galapagos. Tra il 12 e il 14 novembre sono stati catturati i 30 individui che vivono nell’isola Pinzón ed ora verranno tenuti in cattività per circa due mesi, durante i quali si stima che il rischio per questa specie sarà finito. Le gabbie in cui vengono tenuti in cattività sono stati progettate in modo che questi uccelli soffrano lo stress il meno possibile.

Dall’inizio della campagna di eradicazione dei roditori il Galapagos National Park Service chiuderà temporaneamente le isole dal 17 novembre fino al 17 dicembre 2012.

Il provvedimento è stato adottato perché le imbarcazioni turistiche potrebbero arrecare disturbo alle operazioni in corso.

In via cautelativa i guardiaparco cattureranno anche circa il 10% della popolazione di iguane, la cui popolazione stimata è intorno ai 400 esemplari.

Al fine di ripristinare gli ecosistemi interessati dalla presenza dei roditori, la campagna continuerà anche nelle isole Finch e Floreana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA