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Gli USA a BP sul disastro nel Golfo del Messico: "l'aspirazione di una parte del petrolio non è una soluzione"

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.05.2010

Gli USA: il successo di una mossa del gigante del petrolio BP per frenare la perdita nel Golfo del Messico non è “chiaro” e la tecnica è una “non soluzione”

La dichiarazione giunge in risposta al tentativo riuscito di BP di aspirare il petrolio con un tubo verso una petroliera in superficie.

Un comunicato del governo ha detto che non ci si dovrebbe riposare fino a quando la perdita sia stata definitivamente chiusa e la fuoriuscita ripulita.

L’esecutivo di BP Kent Wells in precedenza aveva detto che il sifone stava “lavorando molto bene”.

Questo è stato il terzo tentativo per inserire un tubo lungo e stretto nella perdita, utilizzando robot sottomarini.

BP pensa che il tubo da 6 pollici (15 cm) e il tappo che circonda il tubo inserito potrebbero permettere di catturare più di tre quarti delle perdite, anche se una fuoriuscita minore nelle vicinanze deve anch’essa essere contenuta.

Wells ha dichiarato domenica presso la sede centrale statunitense dell’azienda di Houston, Texas, che nel corso dei prossimi giorni la società ha previsto di aumentare lentamente la quantità di petrolio e gas assorbiti attraverso il tubo della cisterna.

Impegni

Ma una dichiarazione congiunta il segretario della Sicurezza interna Janet Napolitano e il segretario degli Interni Ken Salazar hanno detto che l’ultima tecnica non è stata “una soluzione al problema e non è ancora chiaro come possa essere successo”.

E ha aggiunto: “Non ci fermeremo fino a quando BP non sigillerà in modo permanente la testa del pozzo, la perdita non sarà ripulita e le comunità e le risorse naturali della costa del golfo non saranno riportate alle condizioni iniziali”.

E’ stata la seconda dichiarazione dai toni duri nei confronti di BP da parte di funzionari governativi dall’inizio della crisi.

In precedenza avevano mandato una lettera dicendo che volevano essere sicuri che BP avrebbe onorato gli impegni e che non si sarebbe limitata a rimborsare fino ad un tetto massimo legale di 75 milioni di dollari.

BP ha risposto dicendo che aveva già chiarito la sua posizione e di voler pagare i danni per il disastro. La scorsa settimana BP aveva anche aggiunto che il tetto di spesa previsto dalle leggi USA era irrilevante e chesi sarebbe fatta carico di tutte le legittime richieste di risarcimento.

“Quello che chiedono nella lettera è assolutamente coerente con tutte le nostre dichiarazioni pubbliche sulla questione”, ha detto il portavoce di BP David Nicholas domenica.

In precedenza, gli scienziati avevano detto di aver trovato grandi pennacchi sottomarini di petrolio,  di 16km di lunghezza e di un km e mezzo di ampiezza.

I ricercatori dell’Istituto Nazionale per la Scienza e la Tecnologia sottomarino hanno detto di aver rilevato le perdite di petrolio appena sotto la superficie del mare e ad una profondità di 1.200 m.

Samantha Joye, un professore di scienze marine presso l’Università della Georgia, ha detto: “Potrebbero volerci anni, forse decenni, all’ecosistema per recuperareuna fuoriuscita di queste proporzioni di petrolio e gas.

“Non abbiamo mai visto nulla di simile prima.  E’ assolutamente impossibile capire l’impatto.”

La scoperta suggerisce l’entità del disastro ambientale potenziale è molto peggio di quanto si temeva dopo che la piattaforma di perforazione in acque profonde Horizon era santata in aria il 20 aprile, uccidendo 11 lavoratori.

Alcuni scienziati hanno anche messo in dubbio la stima di BP del tasso di flusso del petrolio, dicendo che la cifraa lungo ripetuta di 5.000 barili al giorno enormemente è sottovaluta (si parla di qualcosa come 70.000 barili al giorno + o – il 20%).

Una settimana fa, BP ha cercato di tappare al pozzo con una cupola da 100 tonnellate, ma ha rinunciato dopo che lo scarico verso l’alto si incrostò a causa della formazione di cristalli di idrato.

Il Mississippi, intanto,  è diventato il terzo stato americano ad avere tracce di petrolio sulle sue coste, insieme a Louisiana e Alabama.

Il versamento minaccia di eclissare la Exxon Valdez che nel 1989 perse sulle coste dell’Alaska centinaia di migliaia di barili di greggio, come la peggiore catastrofe ambientale degli Stati Uniti.

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  • COL. ANNECCHINI FRANCO scrive:

    LA SOLUZIONE C’E’ CON L’ESPLOSIVO — HO UN IDEA (TIPO L’U0V0 DI COLOMBO)MA A CHE SI DOVREBBE COMUNICARE??

  • Prof Paolo Serra scrive:

    Stanno perdendo tempo!Non bisogna aspirare il petrolio attraverso la sonda si dovrebbe chiudere la sonda all’estremità inferiore riempirla di dinamite almeno per 7-10 metri ,inserirla di nuovo nel tubo da dove fuoriesce il petrolio e farla esplodere dall’alto .