BP forse sapeva. Sospetti iniziano a circolare su comportamenti poco chiari sia poco prima dell’esplosione, lo scorso 30 Aprile, che ha causato la morte di 11 lavoratori sulla piattaforma di perforazione a largo della Louisiana, sia addirittura un anno fa, quando gli ingegneri BP erano dubbiosi sull’uso dei materiali di rivestimento, a loro dire poco adatti alle forti sollecitazioni e pressioni del petrolio e dell’acqua a 1500 metri di profondità. Lo riferisce oggi il New York Times, che sarebbe venuto a conoscenza di documenti interni della compagnia.
Intanto il Governo Federale si avvia a indagare se sia possibile intraprendere un procedimento penale contro BP, dopo l’ennesimo fallimento dei tentativi di arginare la perdita di petrolio, che si stima essere di 19000 barili al giorno. Qualche giorno fa alcuni lavoratori addetti a ripulire il mare dall’onda nera sono stati ricoverati per intossicazione, a testimonianza di quanto grave sia la diffusione del petrolio e quanto sia bassa la qualità dell’aria e dell’acqua in corrispondenza della chiazza. Inoltre, sembrerebbe che i solventi usati per agevolare la dispersione del petrolio nell’acqua siano tossici.
Occhi puntati sul titolo BP in Borsa, soprattutto dopo la notizia del possibile procedimento penale e l’aggravarsi delle stime sulla perdita complessiva, che ormai tutti gli esperti chiamano il peggior disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti. BP ha perso circa n terzo del suo valore in Borsa, ma forse i guai sono appena iniziati per la compagnia, che ha già annunciato che le spese sostenute fino ad ora per fronteggiare il disastro ammonterebbero a quasi un miliardo di dollari.