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I batteri nel Golfo del Messico hanno “digerito” il metano fuoriuscito dal pozzo di BP

Scritto da Paolo Ferrante il 07.01.2011
Golfo del Messico, ricercatori analizzano l'acqua. Crediti: foto di Elizabeth Crapo/NOAA

Golfo del Messico, ricercatori analizzano l'acqua. Crediti: foto di Elizabeth Crapo/NOAA

Il 20 aprile dello scorso anno un incidente alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon ha provocato il peggior disastro naturale nella storia degli Stati Uniti, riversando in mare una quantità di petrolio superiore a qualunque altro disastro petrolifero nel paese. Ora, una ricerca che uscirà sul numero del 7 gennaio di Science annuncia che il metano che si riversò nel mare insieme al petrolio è stato “digerito” dai batteri presenti nell’acqua in pochi mesi, contro ogni aspettativa dei ricercatori, che credevano ci volessero anni per smaltire quella quantità di gas nel Golfo del Messico.

I batteri hanno fatto un rapido lavoro di ripulitura del metano rilasciato a partire dalla rottura del pozzo petrolifero dello scorso anno, digerendo la maggior parte dei gas entro quattro mesi dalla fuoriuscita, si legge nella relazione. Un aspetto positivo di quel tragico incidente è stato che, in qualche modo, esso assomiglia ad eventi naturali che sono rari, ma potenzialmente molto pericolosi, e difficili da studiare per gli scienziati.

Per esempio, grandi quantità di metano vengono rilasciate lungo il fondo marino attraverso infiltrazioni di idrocarburi, camini idrotermali o attraverso la decomposizione di depositi di metano solidi. Mentre queste manifestazioni di rilascio di metano hanno importanti effetti sulla chimica dell’oceano e, eventualmente, sul clima, gli scienziati non possono sapere in anticipo dove avverranno per osservare e misurare i fenomeni. L’evento della Deepwater Horizon, che ha scaricato enormi quantità di petrolio e gas al largo del Golfo, compreso il metano, hanno creato una di queste rare occasioni di osservazione.

John Kessler e colleghi hanno esaminato le acque del Golfo durante la fuga di petrolio e dopo che il pozzo è stato sigillato, ed i loro risultati indicano una fioritura vigorosa di batteri che hanno degradato quasi tutto il metano rilasciato dal pozzo entro 120 giorni dalla fuga iniziale. Gli autori basano tali conclusioni sulla misurazione di metano, sulle distribuzioni di ossigeno in più di 200 sedi (l’ossigeno scende quando i batteri respirano metano), sui dati della sequenza genetica di campioni di acqua che indicano una crescente presenza di batteri che si nutrono di metano, oltre ad un modello biogeochimico.

I risultati suggeriscono che le emissioni naturali su vasta scala di metano nelle profondità dell’oceano possono essere soddisfatte da una risposta batterica anch’essa sorprendentemente rapida, dicono i ricercatori. In uno studio preedente, pubblicato in autunno, un altro gruppo ha riferito misurazioni effettuate prima di quelle nella presente ricerca, che indicavano già che i batteriavevano consumato rapidamente anche etano e propano, prima ancora che i dati sul metano fossero disponibili.

Prima di uscire, però, la ricerca già solleva dubbi e interrogativi da parte di altri scienziati, che non credono che una quantità di gas così elevata possa essere stata digerita in 120 giorni con questa facilità. Inoltre, esistono studi in corso che starebbero misurando la superficie marina ricoperta da petrolio depositato sul fondo, che sta distruggendo un ecosistema molto delicato, in quanto le uova di pesce non possono schiudersi a causa del petrolio. Per non parlare dei coralli morti e dei granchi ricoperti di petrolio sul fondo marino, o dei pezzi di petrolio solidificato che affiorano ogni giorno sulle coste di Louisiana, Mississippi e altri stati che affacciano sul Golfo, oltre che nelle reti dei pescatori.

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  • ennio scrive:

    la scoperta dei batteri che digeriscono i batteri dal metano e fantastica se confermata Ennio Fantini