I pesci scorpione stanno creando non pochi problemi nell’Oceano Atlantico. Sono una specie invasiva, e in una recente spedizione sono stati trovati in numero veramente preoccupante anche a grandi profondità.
“Ci aspettavamo di trovare una popolazione di pesci scorpione a quella profondità (300 piedi ndr), ma il numero e la taglia di ciò che abbiamo trovato è stato una sorpresa”, ha dichiarato Stephanie Green, del College of Science della Oregon State University, centro che ha cominciato, fra i primi, a studiare l’invasione di questi pesci.
I pesci scorpione sono originari dell’Oceano Pacifico e sono stati introdotti nell’Atlantico accidentalmente. Essendo predatori aggressivi sono riusciti a ridurre dell’80% le specie native dell’Atlantico. L’eradicazione è impossibile e minacciano anche le barriere coralline.
Gli scienziati pensano ad una soluzione che possa intrappolare i pesci almeno alle grandi profondità. Altrimenti, secondo alcuni, i pesci scorpione saranno l’ultima e fatale minaccia che farà scomparire le barriere coralline.
La spedizione è avvenuta il mese scorso ed è stata la prima ad utilizzare un sommergibile. Questi pesci, hanno spiegato gli esperti, sono in grado di riprodursi in maniera più efficiente rispetto ai pesci nativi e possono sopravvivere a diverse profondità.
Ciò che i ricercatori hanno trovato in profondità ha fatto comprendere che il problema è ancora più grave di ciò che si pensasse.
I ricercatori hanno fatto delle ricerche vicino al relitto “Bill Boyd” a Lauderdale, in Florida. La nave da carico è stata volutamente affondata nel 1986 per creare una “scogliera” artificiale per la vita marina.
E infatti, ha attirato una grande quantità di vita marina e, ora, anche un gran numero di pesci scorpione che stanno crescendo a dismisura, rispetto a ciò che era noto rispetto alla specie.
Nell’Oceano Pacifico c’è certamente qualcosa che tiene la popolazione sotto controllo, ma i ricercatori non sono riusciti ancora a capire di che si tratti.
“Un pesce scorpione mangerà quasi tutti i pesci più piccoli di lui”, ha detto Green.
Ora i ricercatori temono che questi pesci giganti che sono cresciuti nelle profondità marine possano tornare in superficie e mangiare tutto quello che trovano. Mentre i pesci scorpione di dimensioni normali vengono pescati e mangiati è molto difficile che questo posso succedere alle grandi profondità. Per questo gli scienziati pensano ad un metodo per intrappolarli.
Questi pesci si nutrono soprattutto dei pesci che mangiano le alghe e che servono quindi a ripulire le barriere coralline.
Questa nuova minaccia va ad aggiungersi alla pesca eccessiva, alla deposizione dei sedimenti, all’inquinamento da nitrati in alcune aree, allo sbiancamento dei coralli causato dal riscaldamento globale, e all’aumento dell’acidità degli oceani causata dalle emissioni di carbonio. I pesci scorpione potrebbero essere l’ultima goccia che fa traboccare il vaso, decretando la scomparsa delle barriere coralline nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Atlantico.