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Ecco il primo canto d’amore del Giurassico: appartiene a un grillo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 07.02.2012

Circa 165 milioni di anni fa, il mondo ospitava una grande varietà di suoni. I grilli primitivi e gli anfibi  sono stati tra i primi animali a produrre suoni forti da stridulazione (sfregando l’una contro l’altra  alcune parti del corpo). I grilli moderni producono suoni di richiamo per l’accoppiamento strofinando un’ala contro l’altra, ma  fino ad oggi nessuno sapeva come cantavano i loro antenati.

Un gruppo di paleontologi cinesi, tra cui Giu-Jie Gu  e il professor Dong Ren  della Capital Normal University di Beijing, hanno contattato il dottor Fernando Montealegre-Zapata e il professor Daniel Robert, della School of Biological Sciences di Bristol, entrambi esperti nella  biomeccanica del canto e dell’udito negli  insetti. Il gruppo ha anche collaborato con il dottor Michael Engel della University of Kansas, USA, uno dei maggiori esperti sull’evoluzione degli insetti.

I ricercatori cinesi hanno fornito un fossile di grillo eccezionalmente dettagliato risalente al Giurassico medio. Il campione aveva caratteristiche così ben conservate che le ali e i dettagli dei suoi organi stridulanti erano chiaramente visibili al microscopio ottico.  Informazioni tanto precise non erano mai state ottenute prima da fossili di insetti. Questo grillo è stato identificato come una specie fossile nuova ed è stato chiamato Archaboilus musicus dal team internazionale di Pechino e del Kansas.

Il dottor  Montealegre-Zapata e il professor Robert hanno esaminato la costruzione anatomica dell’apparato canoro del fossile e l’hanno confrontato con 59 specie di grilli viventi. Hanno quindi concluso che questo animale doveva produrre dei suoni
Il professor Robert ha dichiarato: “Questa scoperta indica che la comunicazione attraverso il suono era già sfruttata dagli animali nel Giurassico medio, circa 165 milioni di anni fa. Per l’Archaboilus, come per le specie viventi di grilli, il canto costituisce una componente chiave di attrazione del compagno… rende nota la presenza, la posizione e la qualità del cantante, un messaggio a cui le femmine scelgono o meno di rispondere. L’utilizzo  del canto rivela però il maschio ai predatori, se hanno sviluppato l’udito per intercettare queste chiamate di accoppiamento “.

La ricerca, pubblicata oggi su PNAS, implica che l’ambiente acustico era già abbastanza sviluppato 165 milioni di anni fa con molti animali (come gli anfibi e altri artropodi) che cantavano, probabilmente in coro, nel rumore di fondo prodotto dalle cascate, dai ruscelli e dal vento.

Sorprendentemente, in base alla morfologia dettagliata delle ali dell’Archaboilus, il dottor Fernando Montealegre-Zapata ha potuto ricostruire i canti emessi da questi antichi insetti.

Seguendo i principi biomeccanici che ha scoperto alcuni anni fa, il dottor Montealegre-Zapata ha stabilito che l’A. musicus cantava un suono a 6.4kHz e che ogni suono durava 16 millisecondi. Queste informazioni sono state sufficienti per ricostruire acusticamente il canto, forse il più antico brano musicale conosciuto fino ad oggi  Qui potete scaricare e ascoltare la riproduzione del canto.
Questa analisi paleobioacoustiche forniscono anche una visione unica dell’ecologia di un insetto estinto.

Il dottor Montealegre-Zapata ha detto:. “Con l’utilizzo di un canto sommesso  l’A. musicus si è adattato per la comunicazione acustica a lunga distanza in un ambiente come quello della foresta giurassica: era probabilmente un adattamento alla vita notturna. L’ Archaboilus musicus probabilmente sfuggiva ai predatori diurni come l’Archaeopterix, ma non si può escludere che nel Giurassico i mammiferi insettivori come il Morganucodon e il Dryolestes ascoltassero le chiamate dell’Archaboilus e lo predassero.

“Questo grillo del Giurassico mette  in luce la capacità uditiva potenziale di altri animali, e ci aiuta a conoscere un po’ di più l’atmosfera di un mondo ormai lontano. Inoltre suggerisce i meccanismi evolutivi che hanno spinto i grilli moderni a sviluppare segnali per l’accoppiamento sessuale e per evitare i predatori. Ma questo probabilmente è successo solo 100 milioni di anni dopo, probabilmente con la comparsa dei pipistrelli. “

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