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Incontro con Dacia Maraini in Sicilia

Scritto da Giusy Cerniglia il 16.06.2011

SIRACUSA – Sembra quanto mai doveroso dare la  giusta attenzione ai sempre più diffusi incontri  promossi da piccoli imprenditori di Siracusa per promuovere il connubio tra  cultura e giovani.

L’incontro, tenutosi il 5 Giugno 2011 presso l’Hotel Etranger,  con una delle scrittrici più splendide del nostro secolo, organizzato dalla Prof. ssa Donatella Guarino in collaborazione con Luisa Cavallotto delle Librerie Cavallotto, è stato un momento rilevante che ha sottolineato specifici problemi sociali e politici degli ultimi 50 anni , raccontati con ostinata forza ed eleganza in diversi romanzi della Maraini.

Aver vissuto una dura povertà in giovanissima età e l’atroce esperienza in un campo di concentramento ne hanno fatto una donna forte, poliedrica ed estremamente sensibile,   conosciuta in tutto il mondo come scrittrice e come drammaturgo, tradotta in 18 paesi.

Di origini siciliane, lascia trasparire quella “sicilianità” conservatrice  tipica delle vecchie  famiglie borghesi, che tanto la segnerà e che è stata da  stimolo   a buona parte della sua produzione letteraria.

Chi non ricorda il romanzo “Maria Stuarda”. Di grande successo internazionale, tradotto in 21 paesi e che ancora si continua a rappresentare? Continuo col ricordare che nel 1990 ottiene il Premio Campiello con il romanzo “La lunga vita di Marianna Ucria”, altro premio fu quello Strega arrivato con i racconti sulla violenza infantile in “Buio” e per limitarmi concludo con il conferimento , nel 2010, della Laurea Magistrale honoris causa; non è forse una scrittrice straordinaria?  Ebbene solo pochi sono stati graziati dall’assistere a quest’incontro dove la Maraini mi è stata incredibile ad usare la Letteratura e il teatro non solo per trasmettere emozioni ma soprattutto per “INFORMARE”, e ritengo che questo canale formativo abbia un ritorno valoriale non indifferente e che negli ultimi anni si sta sperimentando con successo in molte scuole, strutture di recupero e penitenziari.

In vista dei sempre più casi di Bullismo e di violenza nelle scuole, si parla di educare alla legalità, di costruzione di percorsi formativi di cittadinanza attiva e tutto ciò non può prescindere dalla lettura, dall’ascolto attivo, da una attenta osservazione di ciò che ci circonda, occorre leggere nei nostri errori, attivarsi per migliorarsi, aiutare gli altri anche con piccoli gesti, ma soprattutto uscire dall’invisibilità e dalla routine che ci imprigiona in stereotipi obsoleti e statici, direi ormai anacronistici, occorre creare nuove reti di scambio di informazioni, collaborare con enti ed istituzioni.

Agire per Reagire e risvegliare in noi quel senso critico costruttivo che si è assopito.

Io mi chiedo: – Può un libro, un racconto ambientato in Sicilia nel lontano ‘700, come “La lunga vita di Marianna Ucria”, far riscoprire valori, dare forza per denunciare contraddizioni, illegalità, omertà, incitare gli animi alla ribellione contro la chiusura, i pregiudizi e la meschinità di certe mentalità maschiliste e conservatrici che ancora oggi si manifestano con vesti moderne nell’universo femminile con soprusi, violenze anche psicologiche e discriminazioni? –

Tutto questo molti non lo sanno, ed io mi sono voluta fare portavoce di un incontro e di un dibattito che prendendo spunto da un racconto ha toccato dei temi molto importanti e significanti non solo per i nostri figli ma per tutti.

Scrivere per educare, scrivere per denunciare, scrivere per dare ali agli animi irrequieti e travagliati che non riescono ad accettare l’illegalità, i favoritismi e ogni forma di violenza che deturpano la nostra meravigliosa terra.

Sottolineo la ricca dinamica di confronto su molti argomenti scottanti quali il nucleare, la violenza sui minori e le nuove migrazioni , ma soprattutto ho apprezzato l’enfasi sui nostri eroi, vittime di mafia e il ricordo di personaggi illustri di grande spessore culturale quali modelli da seguire, imitare e non solo enfatizzare con encomi formali e sterili fatti nelle ricorrenze comandate.

Ironicamente , la nostra scrittrice afferma che: “ci sono troppi che scrivono e pochi che leggono”- ma aggiungerei che prima di essere  scrittori occorre essere “lettori di vita” portatori di nuove istanze, sopra ogni disegno politico.

Da apprezzare, dunque, questi   momenti di riflessione che prendendo spunto da racconti scorrevoli e semplici, ma di profonda sensibilità, che sono serviti a parlare alle donne di donne, della Sicilia e della “sicilianità”, il tutto grazie alla capacità rara e profonda di una scrittrice che racconta mentre si racconta, che riesce a regalare non solo il ricordo di una storia ma lascia entrare il lettore a leggere la sua anima.

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  • Liliana scrive:

    io c’erooooo!!! bellissima giornata e occasione…

    Grazieeeeee … :)