Presto in Italia potrebbe trovare posto una legge – sebbene regionale – che possa prevedere l’uso dei cannabinoidi per combattere alcuni effetti provocati dalla chemioterapia. In Toscana, infatti, la cura del dolore con queste sostanza contenute nella cannabis e il loro utilizzo in casi estremi saranno regolati da una legge – la prima in Italia. Lo ha annunciato il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi, che vuole far approvare la legge in primavera. L’uso di questi farmaci, che saranno interamente rimborsati, sarà previsto in strutture sanitare, l’estensione ai pazienti a casa avverrà sotto stretto controllo medico. Saranno utilizzati solo in caso di inefficacia di altri farmaci.
La cannabis è studiata da molti anni per i suoi effetti palliativi, come il miglioramento di nausea e vomito o la stimolazione dell’appetito in pazienti in chemioterapia o affetti da AIDS. Tra gli altri è stato documentato anche l’abbassamento della pressione intraoculare, che può essere utile nei pazienti affetti da glaucoma. In generale, mostra effetti analgesici.
Il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi ha dichiarato: “Presenterò la proposta nei prossimi giorni in una conferenza stampa – dice Brogi – e spero che possa diventare legge a maggio”.
Ad oggi, spiega Brogi “la legge nazionale non prevede il rimborso dei farmaci derivati dalla cannabis da parte del servizio sanitario”. Una iniziativa simile a quella della Toscana c’è in Puglia, ma qui l’ uso è normato da una delibera di Giunta e non da una legge. “In ogni ospedale – spiega Brogi – avrà un responsabile per l’attuazione e il rispetto delle linee guida”.
Brogi sta pensando ad un utilizzo di questi farmaci solo nelle strutture sanitarie, “ma non è escluso – dice – che in futuro si possa prevedere di estenderlo anche per i pazienti a casa sotto rigido controllo medico”. E, comunque, la loro somministrazione è prevista solo quando altri farmaci non siano efficaci, in linea con quanto si sta facendo già in varie parti del mondo.
Alcuni farmaci con cannabinoidi sintetici come principio attivo sono venduti attualmente sotto stretta prescrizione medica (ad esempio Marinol o Cesamet) in alcuni Paesi. Negli Stati Uniti pur non esistendo una legge federale che regoli il tema, molti stati – ben 14 – hanno approvato l’uso di cannabinoidi in casi estremi per le cure palliative. Canada, Spagna, Olanda e Austria hanno legalizzato la cannabis per uso medico.
Il consigliere del Pd rivela di aver scritto la legge pensando alle sofferenze dei malati. “Nel pensarla ho lavorato accanto ad Alessia Ballini, una collega uccisa pochi giorni fa dal cancro. Mi raccontava quanto fosse importante assumere sostanze cannabinoidi prima di sottoporsi a chemio e per combattere dolore e nausea”.