SOUTHAMPTON- La scoperta di un fossile di dinosauro-uccello che risale al periodo Giurassico sfida alcune teorie largamente accettate sulla formazione delle strutture organiche adatte al volo e, più in generale, su quale sia il primo antenato delle specie degli uccelli.
Il nuovo dinosauro-uccello è stato battezzato Eosinopteryx ed è dettagliatamente descritto in un articolo comparso la scorsa settimana sulla rivista Nature Communications.
Lo studio, guidato dal Dr. Pascal Godefroi, che collabora con il Dipartimento di Paleontologia dei Vertebrati dell’Università di Southampton, ha dimostrato che questo dinosauro piumato di circa 30 cm di lunghezza è l’antenato comune da cui si sono evolute le specie di uccelli che oggi conosciamo.
“Questa scoperta getta ulteriori dubbi sulla teoria secondo cui il famoso fossile Archaeopteryx – o primo uccello, come viene a volte chiamato – è stato fondamentale per l’evoluzione degli uccelli moderni”, spiega Gareth Dyke, uno degli autori dell’articolo.
È opinione condivisa che gli uccelli si siano evoluti da un gruppo di dinosauri tetropodi. I paleontologi ritengono che i tetropodi popolavano la Terra nel Cretacico Inferiore, all’incirca 120-130 milioni di anni fa. Il recente rinvenimento di fossili di dinosauri piumati risalenti a periodi anteriori, come il Giurassico medio-tardo, non solo rafforza questa teoria evolutiva, basata sulla presenza di un progenitore comune, ma consente di studiare più a fondo lo sviluppo delle loro funzioni e comportamenti.
Come è fatto l’Eosinopteryx? I fossili di dinosauro-uccello rinvenuti nel nord-est della Cina ci presentano certamente un organismo piumato ma con una apertura alare limitata, non certo adatta a volare né al battito delle ali. La distribuzione stessa delle piume è irregolare ma non certo casuale: l’Eosinopteryx presenta poche piume sulla coda e sulla parte inferiore delle zampe, dita dei piedi definite e abbastanza distanziate. Nel complesso possiede una struttura corporea che lo rende più adatto a camminare sulla terraferma che a volare.
“I nostri risultati suggeriscono che l’origine del volo è qualcosa di molto più complesso di quanto si pensasse in precedenza”, precisa Gareth Dyke, suggerendo anche che il rapporto tra le forme o strutture organiche e le funzioni cui sono preposte è qualcosa che richiede una spiegazione più approfondita, che chiama in causa vari fattori, dall’omologia di strutture polifunzionali alla variabilità genetica di ciascuna specie.
Riferimenti: Pascal Godefroi, et alii., Reduced plumage and flight ability of a new Jurassic paravian theropod from China, in “Nature Communications”, 4, 2013: 1394 DOI: 10.1038/ncomms2389.