Si avvicina la fine dell’anno ed è tempo di bilanci anche per il mondo della scienza. La rivista Nature ha stilato la classifica delle 10 personalità scientifiche che si sono distinte nel corso del 2012.
Nella top ten il tedesco Rolf-Dieter Heuer, soprannominato dalla rivista ‘il diplomatico di Higgs’ per le sue capacità di mediazione tra i fisici incerti nel dichiarare la scoperta della ‘particella di Dio’, fin quando le probabilità di errore statistico non si sarebbero ridotte a un livello notevole. Il direttore del Cern – Conseil Européenne pour la Recherche Nucléaire – di Ginevra ha invece portato alla luce i risultati ottenuti da Fabiola Giannotti e Joe Incandela, rispettivamente a capo di Atlas e di Csm, due laboratori del Cern.
Altra scienziata nella top ten di Nature è l’americana Cynthia Rosenzweig, la climatologa che aveva previsto gli effetti devastanti di fenomeni atmosferici come l’uragano Sandy già dodici anni prima che si verificassero, insieme ai ricercatori del programma ‘Global Change Research’. Soprannominata dalla rivista ‘il guardiano di Gotham’, grazie al suo lavoro ha permesso alla città di New York di adottare adeguate misure di sicurezza e di divenire città leader nella prevenzione delle minacce del cambiamento climatico.
“Il nostro uomo su Marte”: così è stato definito da Nature Adam Steltzner, l’ingegnere americano che ha guidato la discesa di Curiosity su Marte. È stato il regista di tutte le operazioni della spedizione sul pianeta rosso. La sua tempra è venuta fuori anche durante le fasi critiche dell’atterraggio, quando non ha messo da parte le emozioni agendo d’istinto.
Nature ha inserito anche Cèdric Banplain, il biologo belga della Universitè libre de Bruxelles, sostenitore dell’esistenza di cellule tumorali staminali. Grazie all’aiuto della sua squadra è stato in grado di dimostrare che le cellule non contribuiscono in egual misura all’origine di un tumore, e che dunque lo sviluppo di nuovi farmaci dovrebbe essere orientato ad eliminare quelle cellule staminali cancerose, generatrici di tumori.
Un’altra donna ad essere inserita nella top ten è stata l’americana Iorns Elizabeth, una genetista che ha proposto di creare un certificato di affidabilità per le ricerche scientifiche, portando avanti un progetto tutto suo chiamato ‘Reproducibility Initiative’. Per ottenere il certificato bisogna sottoporre la propria ricerca ad altri scienziati che ne verifichino la conformità dei risultati, per ottenere ricerche di qualità.
Nella classifica anche il giovane trentaquattrenne cinese Jun Wang a capo del BGI – Beijing Genomics Institute – il centro di risequenziamento genomico più importante al mondo. Impegnato in numerosi progetti, quest’anno l’istituto è stato quotato in più di 100 pubblicazioni. Il più grande traguardo per il 2012 è stato l’aver tradotto la scienza genomica in applicazioni per il mondo reale.
Ha dimostrato che il pregiudizio di genere esiste e Nature l’ha inserita tra i migliori scienziati al mondo per il 2012. Lei è Jo Handelsman, microbiologa all’Università di Yale che attraverso un esperimento ha aperto gli occhi ai ricercatori: in ambito scientifico sono i maschi, anche se meno qualificati, ad avere la meglio sulle donne.
Gowers Tim è un matematico presso l’Università di Cambrige, inserito nei migliori dieci, per aver detto basta alla logica delle pubblicazioni universitarie troppo care generando un boicottaggio globale contro il colosso dell’editoria olandese Elsevier. Dal suo blog ha lanciato un appello che si è trasformato in una petizione firmata da oltre 13.000 scienziati.
Anche un italiano finisce nella top ten, si tratta di Bernardo De Bernardis che, come affermato da Nature ‘sulla linea della faglia’ è stato condannato per omicidio colposo a sei anni dopo il terremoto dell’Aquila. Le sue colpe? Essersi ‘fidato dei sismologi’, dunque essersi messo al servizio della scienza.
Ultimo, ma non per il suo lavoro, rappresentante della scienza per il 2012 è il virologo olandese Ron Fouchier dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam. Autore di una ricerca i cui risultati erano ritenuti pericolosi per essere pubblicati, lo scienziato è andato avanti difendendo il suo lavoro: l’induzione di mutazioni nel virus dell’influenza aviaria, così da consentirne la trasmissione per via aerea anche tra i mammiferi.
De Bernardinis è un grande fisico, se fosse stato un mediocre politico come la maggioranza
non gli sarebbe successo nulla.
Non dimentichiamo mai che dopo quattro secoli
portiamo ancora la vergogna di aver tormentato
uomini come Galileo,Giordano Bruno, Tommaso Cam
panella e altri meno noti.
La scienza per la stragrande maggioranza degli
italiani è poco meno di un fastidio,ma vogliamo mettere un bel derby delle squadre del
cuore? Mah!!! Dobbiamo così ancora attendere.