L’epoca geologica attuale è stata definita Antropocene a partire dagli anni ’80. La definizione si riferisce al fatto che le azioni della popolazione umana influenzano il clima a livello globale.
Le azioni umane hanno effetti importanti anche sulla gestione dell’acqua a livello planetario. E’ proprio per parlare di questo che da oggi fino al 24 maggio, esperti provenienti da tutto il mondo si riuniranno a Bonn: l’obiettivo è cercare di capire come la scienza possa aiutare le persone a mitigare o adattarsi ai grandi cambiamenti legati alla gestione delle acque da parte dell’uomo.
“L’elenco delle attività umane e il loro impatto sui sistemi di acqua del Pianeta Terra è lunga e importante”, ha spiegato Anik Bhaduri, Responsabile esecutivo del progetto sul sistema globale dell’acqua (GWSP).
“Abbiamo modificato la climatologia della Terra e la sua chimica, il suo manto nevoso, il permafrost, il mare e l’estensione del ghiaccio e il volume dell’oceano, tutti elementi fondamentali del ciclo idrologico. Abbiamo accelerato i processi importanti come l’erosione, applicato massicce quantità di azoto che fuoriescono dal terreno alle acque sotterranee e superficiali e, a volte, abbiamo letteralmente sottratto tutta l’acqua ai fiumi, li abbiamo svuotati per usarli prima che raggiungessero l’oceano. Abbiamo dirottato ingenti quantità di acqua dolce per sfruttare l’energia fossile, arginato i principali corsi d’acqua, e distrutto ecosistemi acquatici.”
“L’idea dell’Antropocene sottolinea il punto che le attività umane e il loro impatto hanno un significato globale per il futuro di tutte le specie viventi – la nostra compresa. Gli umani stanno cambiando il carattere del sistema idrico del mondo in modi significativi e con una scarsa conoscenza del sistema con i conseguenti cambiamenti. Da una posizione di ricerca, le interazioni uomo-acqua devono essere visti come un continuum e un sistema accoppiato, che richiede un’indagine interdisciplinare come quella che ha caratterizzato la GWSP sin dal suo inizio “.
Secondo alcuni studi l’umanità utilizza un’area delle dimensioni del Sud America per l’agricoltura e un’area delle dimensioni dell’Africa per l’allevamento del bestiame.
Pee pompare l’acqua utile all’estrazione degli idrocarburi nelle zone costiere, due terzi dei delta dei grandi fiumi stanno scomparendo.
Spostiamo rocce dai loro luoghi naturali e le utilizziamo pee creare dighe e miniere
Molte inondazioni trovano la loro causa in attività umane. Fra queste l’alluvione dell’Indo del 2010 (che ha ucciso 2.000 persone), e l’inondazione di Bangkok del 2011 (che ha provocato 815 morti)
In media, l’umanità ha costruito una grande diga al giorno negli ultimi 130 anni. Decine di migliaia di grandi dighe ora distorcono la portata dei fiumi naturali a cui gli ecosistemi e la vita acquatica si erano adattati nel corso dei millenni
Il drenaggio delle zone umide distrugge la loro capacità di alleviare le inondazioni, un servizio gratuito della natura costoso da sostituire. L’evaporazione da irrigazione mal gestita porta a siccità nelle aree dei fiumi che implicano l’estinzione di tutte le specie che in quelle aree vivono.
Non stiamo più parlando del problema dell’acqua intesa come acqua potabile o per i servizi sanitari, ma intesa come base imprescindibile per il proliferare della vita negli ecosistemi.
Claudia Pahl-Wostlco-presidente del GWSP ha spiegato: “Il fatto è che, con il peggioramento dei problemi idrici mondiali, ci mancano adeguati sforzi per controllare la disponibilità, la condizione e l’uso dell’acqua – una situazione che presenta dei costi a lungo termine estremi e pericolosi.”
“La sicurezza idrica umana è spesso raggiunta nel breve termine a spese dell’ambiente, con conseguenze dannose a lungo termine. I problemi sono in gran parte causati dal fallimento della governance e da una mancanza di pensiero sistemico sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Lo sviluppo economico senza un concomitante sviluppo istituzionale porterà a una maggiore insicurezza sull’acqua nel lungo periodo. E’ necessaria una leadership mondiale per affrontare le sfide dell’acqua del 21°secolo”.
“L’umanità cambia il modo in cui l’acqua si muove in tutto il mondo come mai accaduto prima, causando un danno drammatico”, ha spiegato Joe Alcamo, Chief Scientist del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite ed ex co-presidente della GWSP. “Deviando l’acqua dolce per uso agricolo, industriale e comunale, per esempio, le nostre zone umide costiere ricevono sempre meno acqua dolce, e spesso inquinata. I risultati includono una diminuita biodiversità costiera e nell’entroterra, un aumento della salinità costiera e della temperatura, e suoli agricoli contaminati.”
Carlo Vörösmarty, co-presidente e membro fondatore della GWSP, che riceve input da più centinaia di scienziati internazionali, ha detto: “Aggiungendo cemento, tubi, pompe, e sostanze chimiche ai nostri problemi sull’acqua, per mezzo trilione di dollari ogni anno, abbiamo prodotto un divisorio tecnologico che separa l’acqua pulita che scorre nei nostri tubi e le acque naturali. Trattiamo i sintomi dell’abuso ambientale piuttosto che le cause sottostanti. Così, i problemi continuano a crescere nascosti, ma il pubblico è in gran parte inconsapevole di questa realtà o dei suoi costi crescenti “.
Il congresso “L’Acqua nell’Antropocene”, sarà costituito di più di 60 sessioni. L’onbiettivo sarà quello di fare il punto sulla ricerca finora svolta per poter dare indicazioni ai decisori politici.
Il congresso inoltre costituirà il preludio al vertice scientifico di ottobre di Budapest sull’acqua, uno dei principali obiettivi è quello di elevare l’importanza delle questioni idriche nell’ambito dei negoziati generali delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.