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Cambiamento climatico costa già 5 milioni di vite l’anno e l’1,6% del PIL mondiale

Le temperature crescenti e l'inquinamento dovuto ai combustibili fossili raddoppieranno rapidamente i costi, che raggiungeranno il 3,2% del PIL mondiale entro il 2030

Scritto da Paolo Ferrante il 27.09.2012

La crisi climatica sta già causando enormi danni economici all’economia mondiale e gravi perdite umane, stimate fino a 5 milioni di morti, secondo un recente report della DARA e presentato alle Nazioni Unite da un forum di 20 nazioni.

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L’inazione dei governi sulle emissioni di gas ad effetto serra sarebbe già causa di gravi danni economici, ed entro il 2030 il PIL mondiale potrebbe subire una perdita del 3% a causa della mancanza di azioni atte a prevenire disastri, carestie e morti tutto intorno al mondo. Il rapporto della Ong DARA è stato commissionato dal Climate Vulnerable Forum, che riunisce 20 paesi minacciati dal riscaldamento globale.

Il rappresentante all’ONU del Climate Vulnerable Forum, il Bangladesh – una delle più grandi economie emergenti dell’Asia – rappresentato dal Primo Ministro Sheikh Hasina, ha presentato ufficialmente la relazione in concomitanza con la 67a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Commentando lo studio, ha detto: “Un solo grado Celsius aumento della temperatura è associato al 10% di perdita di produttività in agricoltura. Per noi, significa perdere circa quattro milioni di tonnellate di grano, pari a circa 2,5 miliardi di dollari, cioè circa il 2% del nostro PIL. Sommando i danni alla proprietà e altre perdite, siamo di fronte a una perdita totale di circa il 3-4% del PIL. Senza queste perdite, avremmo potuto facilmente avere una crescita dell’economia molto più alta.”

I principali risultati dello studio indicano le seguenti stime:
 
– Il cambiamento climatico e una economia basata intensivamente sul carbonio sono le principali cause globali di morte oggi. Si stimano circa 5 milioni di morti ogni anno
– 400.000 persone muoiono a causa di fame e malattie trasmissibili aggravate dal cambiamento climatico e 4,5 milioni di morti sono dovute all’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni dei combustibili fossili
– Non agire sul cambiamento climatico già costa all’economia mondiale l’1,6% del PIL, pari a 1,2 miliardi di dollari di perdite ogni anno
– Le temperature crescenti e l’inquinamento dovuto ai combustibili fossili raddoppieranno rapidamente i costi, che raggiungeranno il 3,2% del PIL mondiale entro il 2030
– Le perdite per i paesi a basso reddito è già estrema: l’11% del PIL in media per i paesi meno sviluppati già nel 2030
– Le principali economie saranno fortemente colpite: in meno di 20 anni la Cina dovrà sostenere la quota maggiore di tutte le perdite con oltre 1.200 miliardi di dollari, gli Stati Uniti per più del 2% del PIL, l’India pr oltre il 5% del suo PIL
– Le perdite economiche saranno molto maggiori dei modesti costi necessari alla lotta contro i cambiamenti climatici e per i sussidi ai più deboli: le riduzioni delle emissioni costeranno solo lo 0,5% del PIL per il prossimo decennio e il sostegno ai poveri costerà circa 150 miliardi di dollari all’anno

Il nuovo rapporto, dal titolo “Guida al freddo calcolo di un pianeta caldo”, contrappone da un lato le stime dell’aumento su larga scala nel consumo di combustibili fossili nei prossimi decenni e dall’altro le enormi conseguenze umane e di sviluppo che tale crescita comporterà. Inoltre, il rapporto pone l’accento sul fatto che, anche solo basandosi su decisioni prese dopo freddi calcoli economici, occorrerebbe agire immediatamente per porre freno alle emissioni per frenare il cambiamento climatico a livello mondiale e regionale.

Per quanto riguarda l’Italia, il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici stima una perdita intorno a 20-30 miliardi di euro l’anno, praticamente una manovra economica ‘regalata’ al riscaldamento globale. 

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