La corrente oceanica di Agulhas, che corre lungo la costa orientale dell’Africa, è meno conosciuta della sua controparte nell’Oceano Atlantico, la corrente del Golfo, ma i ricercatori che stanno iniziando ad osservala più da vicino dicono che le sue “perdite” dall’Oceano Indiano verso l’Oceano Atlantico potrebbero influenzare il clima in Europa e soprattutto nell’area del Mediterraneo, rendendolo più caldo e secco. Questo è in netto contrasto con l’idea finora accettata che una diminuzione della Corrente del Golfo dovuta alla desalinizzazione dell’acqua avrebbe parzialmente bilanciato il riscaldamento climatico in Europa.
In uno studio pubblicato sulla rivista Nature lo scorso 27 aprile, un team internazionale di scienziati guidati da Lisa Beal, professore associato presso l’istituto Rosenstiel School of Marine & Atmospheric Science dell’Università di Miami, suggerisce che la dispersione della corrente di Agulhas potrebbe giocare un ruolo importante della variabilità del clima globale.
La corrente di Agulhas trasporta acque calde e salate dalla zona tropicale dell’Oceano Indiano fino alla punta meridionale dell’Africa, dove la maggior parte dell’acqua inverte la direzione e tende a rimanere nell’Oceano Indiano (con la cosiddetta retroflessione di Agulhas), mentre una parte della corrente entra nell’Oceano Atlantico attraverso enormi anelli – detti di Agulhas. Una volta in Atlantico, le acque della corrente di Agulhas confluiscono verso l’emisfero settentrionale, oltre a rafforzare la circolazione atlantica invertita (AMOC), migliorando la formazione di correnti profonde. Recenti ricerche indicano un aumento della perdita della corrente di Agulhas nel corso degli ultimi decenni, causata principalmente dai cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Questa scoperta potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza, perché suggerisce che l’aumento della dispersione di Agulhas potrebbe innescare un rafforzamento nella circolazione atlantica invertita, in un momento in cui il riscaldamento globale e l’ingresso di acqua dolce dovuta allo scioglimento dei ghiacci nel Nord Atlantico tendono a indebolirla.
“Questo potrebbe significare che le attuali previsioni dei modelli dell’IPCC per il prossimo secolo sono sbagliate e non ci sarà nessun raffreddamento del Nord Atlantico per compensare in parte gli effetti del cambiamento climatico nel Nord America e in Europa”, ha detto Beal. “Invece, l’aumento della perdita di acqua calda con la corrente di Agulhas potrebbe stabilizzare il trasporto oceanico di calore da parte della circolazione atlantica invertita”.
Vi sono anche dati paleoceanografici che suggeriscono che i grossi picchi della corrente di Agulhas nel corso degli ultimi 500.000 anni potrebbe aver innescato la fine delle ere glaciali. Questo serve come ulteriore prova che il sistema di Agulhas e la corrente verso l’Atlantico svolgono un ruolo importante nel clima del pianeta.
“Questo studio mostra che i cambiamenti locali nelle condizioni atmosferiche e oceaniche nel sud del mondo possono influenzare la forza della circolazione oceanica in modi inaspettati. Nell’ambito di un clima sempre più caldo, il sistema attuale di Agulhas vicino alla punta del Sud Africa potrebbe portare l’acqua più salata e calda dall’Oceano Indiano verso l’Oceano Atlantico e contrastare gli effetti opposti dovuti al Mar Glaciale Artico”, ha detto Eric Itsweire, direttore del programma di oceanografia fisica della National Science Foundation (NSF) americana, che ha finanziato la ricerca.
Lo studio stabilisce la necessità di ulteriori ricerche nella regione che si concentra sugli anelli di Agulhas, così come sulla perdita. Esperimenti e modelli climatici sono fondamentali, e devono essere supportati da dati e osservazioni paleoceanografiche per stabilire il ruolo di questo sistema in un clima sempre più caldo.
“Il nostro obiettivo è ora quello di coinvolgere di più la comunità scientifica nella ricerca sul sistema di Agulhas e dei suoi possibili effetti a livello globale. L’accento è stato troppo a lungo nel Nord Atlantico,” ha detto Beal.