I leaders del mondo intero stanno affrontando molti ostacoli nei loro sforzi per giungere ad un accordo sulle politiche da adottare a proposito delle emissioni di gas serra.
Secondo i ricercatori della Arizona State University (ASU), senza valutazioni adeguate, con i dati sulle emissioni resi singolarmente da ogni paese, ma nell’insieme gravanti sul comune deterioramento del clima, gli eventuali accordi sul clima rimarranno sicuramente inficiati da errori; per di più, con l’impossibilità di verificare i reali quantitativi delle emissioni sviluppate.
Ora, un team di ricerca internazionale, sotto la guida dell’ASU, ha sviluppato un nuovo approccio per stimare le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione dei combustibili fossili; quelle che, già da sole, forniscono informazioni cruciali per i responsabili politici dei singoli Paesi.
Chiamato ‘Fossil Fuel Data Assimilation System’ (FFDAS), questo nuovo sistema è stato utilizzato per quantificare le emissioni di anidride carbonica verificatesi in 15 anni, individuando le quantità orarie per l’intero pianeta fino ad arrivare alla scala minima delle città.
Finora infatti, gli scienziati avevano stimato le emissioni di gas a effetto serra su scala molto più grande o avevano utilizzato tecniche non del tutto affidabili.
I risultati del nuovo sistema sono stati riportati in un recente articolo sul Journal of Geophysical Research di inizio settembre.
Il sistema FFDAS utilizza le informazioni satellitari, i resoconti nazionali sui carburanti e un nuovo database globale sulle centrali elettriche per redigere mappe globali ad alta risoluzione. Queste mappe forniscono una valutazione scientifica super partes, incondizionatamente, sulle emissioni di gas a effetto serra del pianeta, qualcosa che sia i governanti che il resto dell’umanità possano comprendere.
Il team di ricerca ha raccolto e riunito insieme informazioni riguardanti l’illuminazione pubblica notturna, un nuovo database della popolazione, le statistiche nazionali relative all’uso dei combustibili e un database globale sulle centrali elettriche per creare una mappa delle emissioni di anidride carbonica ripartite per ora, anno e regione.
“La precisione dei risultati del sistema di raccolta è confermata da dati registrati a terra negli Stati Uniti”, ha dichiarato Salvi Asefi-Najafabady, autore principale del rapporto e ricercatore presso l’ASU. “Questo rende fiduciosi su quanto sia affidabile la funzionalità del sistema e quanto sia utile per poter dare informazioni sulla politica più idonea da adottare”.
“Questo è uno strumento incredibilmente utile per i responsabili politici nazionali e internazionali per capire se le strategie intraprese per ridurre i gas serra siano efficaci”, dice Jennifer Morgan, Direttrice del Programma ‘Clima ed Energia’ presso il World Resource Institute – l’organizzazione americana non-governativa che si occupa di problematiche concernenti l’ambiente – e in effetti il sistema FFDAS ha svelato sorprendenti dettagli sulle emissioni globali, prima e dopo la crisi finanziaria che ha colpito l’economia mondiale, oltre a rilevare il drammatico aumento delle emissioni di CO2 in Cina e in Asia meridionale.
“Con questo sistema, una volta che i dati satellitari copriranno, aggiornandole, le nostre mappe, potremo controllare realmente e dettagliatamente gli sforzi effettivi fatti da ognuno per limitare il cambiamento climatico”, commenta Peter Rayner, esperto di modelli climatici sul rilascio della CO2 dell’Università di Melbourne, in Australia.