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Riscaldamento climatico, vegetazione a rischio entro la fine del secolo

Scritto da Leonardo Debbia il 05.02.2014

Gli studiosi del clima hanno calcolato che entro la fine del secolo la diffusione delle specie vegetali sarà influenzata su quasi la metà della Terra dal riscaldamento globale in atto.
Un team di ricerca internazionale, guidato da Song Feng, scienziato dell’atmosfera presso la University of Arkansas e docente di Geoscienze al J.William Fulbright College of Arts and Sciences, ha simulato uno scenario conseguente all’incremento delle temperature medie terrestri da 3 a 10 gradi Celsius entro il 2100, in previsione dei vari tipi di clima che sarebbero chiamati a cambiare il 46,3 per cento della superficie del nostro pianeta.
Questo scenario è stato previsto con l’amara considerazione che “purtroppo noi continueremo a fare come abbiamo fatto finora” – secondo gli scienziati – dal momento che non si vedono adottate le necessarie misure significative per ridurre le emissioni di gas-serra, quelle che sono la causa principale del riscaldamento del pianeta.

Area sommitale 1, piano subalpino superiore (Parco Regionale Mont Avic).

Area sommitale 1, piano subalpino superiore (Parco Regionale Mont Avic).

Lo scenario è stato adottato dall’Intergovernment Panel on Climate Change (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) per chiedere di moderare il forte riscaldamento non solo alle alte e medie latitudini dell’emisfero settentrionale, ma anche quello più debole delle zone tropicali e del Sud del mondo.
“I climi sono associati a determinati tipi di vegetazione”, ha detto Feng. “Se la superficie terrestre continua a riscaldarsi, alcune specie autoctone potrebbero non crescere bene nel loro clima, soprattutto alle alte latitudini, e saranno costrette a cedere il loro territorio ad altre specie. E’ questo lo scenario più probabile”.

Feng e i colleghi negli Stati Uniti e in Asia hanno pubblicato i risultati sulla rivista Global and Planetary Change, in uno studio intitolato “Cambiamento di regime climatico previsto per il futuro in un modello basato su simulazioni al computer”.

Il loro studio ha esaminato i cambiamenti climatici nei regimi climatici di tutto il mondo, utilizzando la classificazione climatica Koppen-Trewartha, che si basa sul concetto che la vegetazione nativa è la migliore espressione del clima.

I ricercatori hanno analizzato le osservazioni fatte nei periodi 1900-2010 e le simulazioni 1900-2100 di 20 modelli climatici globali che fanno parte di un progetto del programma mondiale di ricerca sul clima.

“I cambiamenti nelle precipitazioni hanno giocato un ruolo leggermente più importante nel causare cambiamenti del clima nel corso del 20° secolo. Tuttavia, il riscaldamento previsto gioca un ruolo sempre più importante e condizionerà i tipi di clima allorchè diventerà sempre più pronunciato nel corso del 21° secolo”, ha detto Feng. “Questi grandi cambiamenti implicano anche che la superficie globale sta vivendo conversioni dei tipi di vegetazione, con distribuzioni delle specie del tutto diverse da quelle che ci sono attualmente familiari”.

Lo studio di Feng non affronta le esatte modifiche di determinate specie e tuttavia questo settore richiede ulteriori ricerche.
“Questo è solo uno studio su larga scala, che mostra un quadro generale”, afferma.
Nel complesso, i modelli proiettano costantemente un aumento delle precipitazioni sulle alte latitudini dell’emisfero settentrionale e delle precipitazioni ridotte nel sud-ovest dell’America del Nord, nel Mediterraneo, nell’Africa settentrionale e meridionale e in tutta l’Australia.

Sulla base dei cambiamenti previsti, sia di temperature che di precipitazioni, i tipi di clima di
Koppen-Trewartha si sposterebbero così verso climi di tipo più caldo e asciutto.
Si prevede che le regioni con tipi di clima moderato, tropicale e secco, siano destinate ad espandersi, mentre diminuirebbero drasticamente le regioni con tipi di clima sub-polare.

Leonardo Debbia

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