Arrivano dall’Abruzzo meridionale nuove ed ulteriori conferme della presenza della lontra, facendo tirare un respiro di sollievo per il destino di questo raro mustelide.
L’ultima segnalazione interessa il corso del Trigno, fiume che con il suo passaggio accompagna il confine amministrativo tra Abruzzo e Molise.
esemplare sul fiume Sangro, a valle del lago di Bomba. Foto di Dario Rapino.
La presenza dell’animale è stata accertata mediante il rilevamento di orme su fango, siti di marcaggio e resti di alimentazione. Il fortuito avvistamento è merito di Mario Pellegrini e Francesco P. Pinchera, naturalisti abruzzesi operanti per conto del CISDAM, centro studi riconosciuto dal CNR. Le indagini, tuttora in corso, sono state condotte nell’ambito della redazione dei Piani di Gestione di alcune aree SIC, ovvero siti di interesse comunitario, così come definiti dalla direttiva Habitat del 1992, definiti tali in quanto ospitanti preziosi habitat naturali o specie vegetali ed animali protette.
Quali, di preciso, siano i tratti fluviali interessati dalla presenza del mustelide, non è però ancora chiaro: solo ulteriori accertamenti saranno in grado di garantire una più esatta determinazione delle aree effettivamente occupate. Una cosa però è certa: la lontra vive solo in acque pulitissime, e la sua presenza è un indicatore estremamente positivo. “Una conferma”, secondo gli esperti, “della qualità ambientale delle aste fluviali dell’area sangro-vastese, che tra le sue valli ospita alcune tra le più importanti aree per la biodiversità a livello regionale e nazionale”.
Tracce rinvenute nella zona del basso Sangro, a poca distanza dalla foce del fiume. Foto di Mario Pellegrini.
Trovandosi all’apice della catena trofica, la lontra è legata in senso biunivoco alle condizioni dell’ambiente, che influenza e dalle quali è fortemente condizionata. “Non è un caso” dichiarano i naturalisti”, che le medesime aree di presenza siano interessate dalle più cospicue popolazioni di nibbio bruno e nibbio reale dell’Italia centro-settentrionale e dal limite nord dell’areale della ghiandaia marina”.
La lontra (Lutra lutra) è una specie di interesse comunitario rigorosamente protetta, e tuttora considerata a rischio di estinzione: la sua popolazione ha raggiunto un minimo storico a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, quando la specie, in seguito a persecuzioni, distruzione del suo habitat ed inquinamento diffuso, si è estinta in molti paesi europei. Ora la situazione sembrerebbe leggermente migliorata, e dati recenti (Panzacchi et al, 2011), stimano la popolazione in un numero compreso tra i 220 ed i 260 individui.
La distribuzione della lontra nel nostro paese, estremamente frammentata, consiste essenzialmente di due nuclei, entrambi situati nell’Italia centro-meridionale: il più esiguo è proprio quello situato nell’area abruzzese-molisana.
Altre tracce, nei dintorni della Riserva Regionale “Lago di Serranella”. Foto di Mario Pellegrini.
Dall’Abruzzo, tuttavia, il predatore acquatico potrebbe non essere mai scomparso. Secondo gli esperti infatti, le ultime lontre potrebbero aver superato gli anni più difficili arroccate a monte, sul medio e alto corso del bacino del fiume Sangro, la cui diretta connessione col bacino del Volturno ha probabilmente scongiurato il pericolo dell’isolamento genetico della popolazione abruzzese.
La svolta è però arrivata negli anni ’90, a partire dai quali, secondo gli studiosi:” la popolazione ha dato segni di significativo incremento, arrivando a ripopolare sia l’asta fluviale del Sangro che i suoi affluenti, fin quasi alla foce”.
Le segnalazioni riguardanti il Trigno, seppure meno numerose rispetto agli avvistamenti localizzati lungo il Sangro, sono tuttavia motivo di forte e motivato entusiasmo per gli appassionati: il bacino del Trigno, collocandosi tra il Biferno ed il Fortore, aree di tradizionale presenza del mustelide, rappresenta infatti una localizzazione strategica ponendo, a parere dei naturalisti,la popolazione abruzzese ancor più in condizioni di continuità territoriale con lo storico nucleo dell’Italia meridionale.