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Eolico in Abruzzo: svolta, approvata legge che tutela i rapaci

Secondo la LIPU l'esempio dell'Abruzzo dovrebbe essere seguito in tutta Italia. Con una norma sulle rinnovabili proposta da PRC e approvata in consiglio si vietano i grandi aerogeneratori in aree sensibili per i rapaci

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.04.2014

Secondo la LIPU l’esempio dell’Abruzzo dovrebbe essere seguito in tutta Italia. Con una norma sulle rinnovabili proposta da PRC e approvata in consiglio si vietano i grandi aerogeneratori in aree sensibili per i rapaci.

Si era messa di traverso anche l’Agenzia ONU per la protezione dell’ambiente contro l’eolico selvaggio in Abruzzo. E certamente il ritrovamento di due, forse tre, grifoni “affettati” dalle pale eoliche, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica un problema molto serio e pericoloso per al fauna selvatica in Abruzzo. Regione che si definisce polmone verde d’Abruzzo, ma che nei fatti si contraddice spesso. La gestione dell’eolico è fra gli argomenti spinosi. Nonostante sia stata realizzata una apposita cartografia per la valutazione dell’opportunità della costruzione degli impianti dall’Università La Sapienza di Roma, anche in relazione alle esigenze di conservazione, si susseguono le denunce da parte degli ambientalisti per proposte di impianti pericolosi per rapaci e per l’orso marsicano.

Nibbio reale Foto:Federico Artizzu

Nibbio reale Foto:Federico Artizzu

La legge stabilisce il divieto di installazione, nelle aree di maggiore rilevanza ambientale, di aerogeneratori con potenza singola o complessiva maggiore di 0,300 Megawatt.

“Quella dell’Abruzzo potrebbe essere una svolta per tutta l’Italia – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – L’approvazione di queste norme può fermare la strage dei rapaci in una Regione così importante e pone paletti indispensabili per la tutela della biodiversità in Abruzzo. Ringraziamo il consigliere regionale Maurizio Acerbo che si è battuto con coraggio e determinazione affinché si giungesse a questo importante risultato.
“Non possiamo che augurarci – conclude il presidente Lipu – che questo modello possa essere esportato anche in altre Regioni, tutt’ora teatro di gravi episodi che vedono vittime specie di grande pregio conservazionistico e protette dalle normative europee”.

“Il divieto fissato dalle norme regionali vale per le Important bird areas (aree importanti per gli uccelli, in sigla Iba), le aree importanti per il grifone (segnalate dal Corpo forestale dello Stato) e quelle circostanti un raggio di cinque chilometri dai dormitori di nibbio reale. Il divieto vale anche per le aree cuscinetto di 2 chilometri intorno ai Sic (Siti importanza comunitaria) dove siano presenti nibbio reale e nibbio bruno e inoltre le aree cuscinetto di 4 chilometri intorno al perimetro delle Zps (Zone importanza speciale),” spiega la LIPU in un comunicato.

“A beneficiare delle nuove norme anche specie di grande importanza come l’orso bruno marsicano, spiega la LIPI, l’aquila reale e il lanario, per le quali l’interdizione è attiva nei 5 chilometri circostanti le pareti siti di nidificazione, e per il biancone, con le stesse tutele ma dal punto di nidificazione.”

Per i chirotteri ( i pipistrelli) l’interdizione agli impianti eolici vale per le aree circostanti un raggio di 3 chilometri da cavità o altri siti che ospitano colonie o, per le specie gregarie, siti di svernamento.

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