Il 25 giugno andrà in onda un documentario dell’australiano Smithsonian Institute, che risolve un mistero nato 9 anni fa quando uno squalo bianco di 3 metri fu mangiato da qualcosa più grande di lui. Da allora fu facile parlare di “mostro marino” e il documentario si occupa proprio di risolvere questo mistero.
Lo squalo bianco lungo 3 metri era stato dotato di un sensore: l’operazione era parte di una ricerca che intendeva studiare i movimenti dello squalo per conoscerne meglio i comportamenti.
Come riportano le informazioni rese note dall’istituto, analizzando i dati forniti dal sensore, relativi a profondità e temperatura, gli scienziati hanno scoperto che ad un certo punto lo squalo è sceso repentinamente in profondità e la temperatura è scesa anch’essa improvvisamente. Ciò che ha sorpreso gli scienziati è stato che la temperatura era tale da provare che lo squalo si trovasse all’interno di un’altra creatura. Insomma, tutto faceva pensare che il grande squalo bianco fosse stato inghiottito da qualcos’altro. Il sensore fu poi ritrovato sulla spiaggia quattro mesi più tardi.
“Quando mi è stato detto per la prima volta dei dati forniti dal tag dello squalo, ero assolutamente stupefatto,” ha detto il regista Dave Riggs nel documentario che sarà proiettato il 25 giugno.
“La domanda che è venuta in mente non solo a me, ma a tutti quelli che erano coinvolti è stata: ‘Cosa è stato?’ Perchè è stato, ovviamente, mangiato. Cosa può mangiare uno squalo così grande? Cosa potrebbe uccidere un grande squalo bianco di 3 metri?”
Il mistero dello squalo bianco è stato risolto: i ricercatori hanno scoperto uno squalo bianco di dimensioni ancora più grandi nella zona in cui il “piccolo” è stato divorato.
Si tratterebbe dunque di un episodio di cannibalismo fra squali, cosa che, spiegano gli scienziati, non è inusuale. Ma in questo caso sarebbe stata dimostrata e seguita grazie a ricerche prolungate e alla possibilità di monitorare con le nuove tecnologie questi animali.
Il documentario andrà in onda fra pochi giorni, questo il trailer.
Non vorremmo che il documentario e anche solo il trailer fomentassero un’immagine dello squalo bianco nello stile del famoso film di Spielger, e non corrispondente quindi alla realtà. Lo squalo bianco è infatti fra le specie minacciate, classificato come Vulnerabile nella lista rossa dell’IUCN. Molti sono i paesi che hanno emanato leggi apposite per difendere lo squalo dalla pesca accidentale, dall’impoverimento delle specie predate sempre causato dalla pesca intensiva, e dalla pesca intenzionale per commercializzare parti del corpo, come denti e pinne.
Riguardo alla sua pericolosità per l’uomo, molto si sta facendo a livello di informazione per limitare gli attacchi. Ma per intenderci sulle probabilità di essere attaccati da uno squalo riportiamo alcune statistiche da Wikipedia: “Soltanto negli Stati Uniti, dove vi è una concentrazione di squali bianchi superiore alla media, negli ultimi 50 anni vi sono stati 1.930 morti dovute a fulmini contro 25 morti dovute ad attacchi di squalo.
“Sempre negli Stati Uniti nei soli anni ’90 vi sono stati 130 incidenti automobilistici mortali all’anno causati da attraversamento di animali, 18 persone all’anno uccise da cani, 15 morti annuali causate da serpenti, mentre soltanto 0,4 persone ogni anno sono morte per attacchi di squalo.”
Tanti anni fa mi è capitato , mentre ero in vacanza a Capri , di vedere passare a meno di un metro di distanza un grosso pesce che mi è sembrato fosse una verdesca mentre ero a pochissima distanza da terra . Rientrai subito anche se non credo di avere corso un qualche pericolo.