BP dice di aver fermato il flusso di petrolio dal pozzo danneggiato nel Golfo del Messico durante i test di pressione del nuovo sistema installato lo scorso fine settimana. Gli ingegneri vogliono continuare i test per le prossime 48 ore.
Ormai l’esperienza insegna ad essere cauti, ma stavolta sembrerebbe che il nuovo dispositivo, che secondo fonti della Casa Bianca potrebbe essere il miglior sistema di contenimento fino alla definitiva chiusura del pozzo, prefista per il mese prossimo, starebbe funzionando. Gli ingegneri di BP hanno iniziato i test di pressione lo scorso martedì. Questi test comportano la chiusura di una serie di valvole sulla testa del pozzo per fermare il flusso di petrolio e gas naturale.
L’operazione intende misurare la pressione all’interno della tubazione del pozzo che scende al di sotto del fondo marino per ben 4 chilometri.
“Sono molto lieto che non ci sia nessuna perdita di petrolio,” ha detto il vice presidente di BP Kent Wells. “Sì. Sono proprio felice che non ci sia petrolio riversato nel Golfo del Messico in queste ore. Ma devo tenere a freno le mie emozioni, in quanto si tratta ancora di una fase di test dell’apparecchiatura e non voglio creare falsi ottimismi.”
Fonti ufficiali fanno trapelare che c’è la speranza di terminare i test di pressione entro 48 ore per raccogliere quanti più dati possibili. Ma dicono che potrebbero fermarsi prima, se la pressione sarà molto bassa.
L’ammiraglio della Guardia Costiera Thad Allen sta supervisionando la risposta all’emergenza creata dall’incidente dello scorso 20 aprile, quando un pozzo di petrolio ha iniziato a riversare nell’oceano gas e petrolio nel Golfo del Messico.
“La sola ragione per cui termineremmo i test prima del previsto sarebbe se leggessimo una pressione davvero molto bassa,”, ha detto Allen. “Questo significa che il petrolio sta uscendo da quanche altra parte nelle tubature. Noi non vogliamo questo, naturalmente, quindi man mano che la pressione sale, noi la monitoriamo attentamente.”
Gli ingegneri BP dicono che i test di pressione sono stati posibili grazie all’installazione, nello scorso fine settimana, di una nuova cappa di contenimento. Per molte settimane, i tecnici hanno usato una cappa non sigillata sulla bocca del pozzo, che serviva ad aspirare il petrolio e a portarlo in due navi cisterna in superficie ma che lasciava uscire una parte di esso nell’oceano (anche una sostanziosa parte, forse fino al 60-70%). Ma la nuova cappa dovrebbe stare ancorata alla bocca del pozzo in modo più efficace, permettendo a BP di interrompere completamente la perdita in mare.
Ma anche se questa operazione dovesse funzionare al 100%, Kent Wells, vicepresidente di BP, ha detto che il piano attuale è di fermare la perdita con un’operazione bottom-kill (chiusura dal basso, ndr.).
“Nessuna decisione è stata presa sul tentativo di seguire una diversa strada,” ha detto. “Il piano oggi è di continuare a trivellare i pozzi laterali per chiudere definitivamente il pozzo dal basso.”
BP ha detto che una piattaforma off-shore (in mare, ndr.) sta trivellando un pozzo laterale che è ormai vicino al pozzo principale e presto potrà iniziare l’operazione bottom-kill. La procedura consiste nel perforare la tubatura del pozzo principale in profondità e nel riempirla di fanghi speciali per fermare il flusso di petrolio e gas naturale.
Fonti ufficiali dicono che occorrerà ancora un mese per poter iniziare l’operazione.