Gaianews

Conta delle femmine coi piccoli di orso marsicano: mancano all’appello tre cuccioli

Concluse a metà settembre le operazioni di conta delle femmine coi cuccioli. Mancano 3 cuccioli su 11 osservati in agosto. Confermata la presenza di vacche che si cibano delle bacche di ramno, il cibo dell'orso, e di cani randagi

Scritto da Federica di Leonardo il 24.09.2012

 

ROMA – Si sono concluse a metà settembre le operazioni di conta delle femmine coi cuccioli di orso bruno marsicano che si svolgono nell’ambito del progetto europeo Life Arctos. Gaianews.it ha raggiunto il team dell’Università La Sapienza di Roma che ha coordinato le operazioni per sapere come si è svolto il monitoraggio e quali sono i risultati.

Il dottor Paolo Ciucci, ricercatore dell’Università La Sapienza e responsabile dell’azione relativa al monitoraggio della popolazione di orso marsicano (azione E3) per conto di Life ARCTOS ha spiegato che i risultati non sono ancora disponibili, e, pur confermando i dati comunicati dal Parco qualche settimana fa, che parlavano di 11 cuccioli al seguito di 5 femmine, ha segnalato il mancato avvistamaneto di 3 cuccioli al seguito delle madri, che potrebbe farne ipotizzare la probabile morte.

Nell’ultimo mese abbiamo inoltre ricevuto segnalazioni da parte dei nostri lettori di 9 cani randagi vaganti di grossa taglia all’interno del Parco, che avrebbero, secondo alcune fonti, già dimostrato la loro pericolosità attaccando gli uomini.

Altre segnalazioni invece hanno descritto vacche senza sorveglianza che brucavano il ramno, pianta importante per l’alimentazione dell’orso.

Il dottor Ciucci ha confermato che anche gli operatori impegnati nella conta hanno avvistato sia i cani randagi che le vacche al ramno(*).

Domanda: Perchè si effettua la conta?
Paolo Ciucci: Le conte vengono effettuate secondo un protocollo standardizzato ormai dal 2006. Il protocollo permette una più affidabile ricostruzione delle tendenze e stima della produttività della popolazione di orso bruno marsicano su base annuale.

D: Chi è stato impegnato nelle operazioni?
P.C.: Le conte sono state coordinate dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Roma “La Sapienza” in collaborazione e con la partecipazione attiva del personale del’Ente Parco, del CFS (Coordinamento Territoriale del PNALM e Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro). Notevole quest’anno la partecipazione di personale volontario, circa una quarantina di persone, sia afferenti ad altri enti (ARP della Regione Lazio, CFS, altri parchi Regionali e Nazionali appenninici), sia studenti o appassionati, che si sono alternati nelle sessioni di conta da luglio a settembre e senza i quali l’operazione non si sarebbe potuta realizzare. Oltre a permettere la realizzazione delle conte, la partecipazione di personale ‘esterno’, soprattutto attraverso workshop di formazione, ci ha permesso di sensibilizzare maggiormente i volontari sulla situazione precaria della popolazione e dei fattori di rischio facilitando, allo stesso tempo, un loro coinvolgimento diretto nelle operazioni di conta; questo è un aspetto critico anche per aumentare sensibilità ed interesse per programmi adeguati di monitoraggio, la cui portata è spesso sottovalutata.

D. Come si sono svolte le operazioni?
P.C.: Le operazioni di conta hanno visto la realizzazione, tra luglio e settembre, di 4 sessioni in simultanea, che hanno visto la partecipazione da un minimo di 19 ad un massimo di 56 operatori a sessione, simultaneamente impegnati in turni di 3 ore di osservazione all’alba e al tramonto nell’intero territorio del parco. Oltre a queste osservazioni, sono state realizzate anche sessioni opportunistiche, nelle aree e periodi di maggiore probabilità di avvistamento delle unità familiari, per facilitare la corretta assegnazione degli avvistamenti ed evitare errori di conteggio come conte doppie o multiple (la stessa unità familiare potrebbe essere erroneamente contata più volte).

D. Quali sono i risultati?
P.C.: I risultati delle conte sono al momento in fase di elaborazione e saranno presto resi noti in un workshop dedicato, e non è quindi possibile al momento rilasciare un numero definitivo e ancor meno tentare un’interpretazione in chiave gestionale. Tuttavia, come divulgato da precedenti comunicati rilasciati da più parti, è stata riscontrata una produttività più che positiva per l’esiguo numero di femmine riproduttive nella popolazione, e ciò potrebbe essere messo in relazione con la pasciona del faggio verificatasi lo scorso autunno (pasciona: abbondante fruttificazione del faggio, ndr.).

D: E’ possibile affermare che la popolazione sia in crescita e che i fattori di rischio antropici siano scomparsi, che “la battaglia sia stata vinta”, come è stato scritto negli ultimi giorni in alcuni giornali?
P.C.
: Una buona produttività della popolazione di orso rilevata nei mesi estivi (quando i piccoli hanno circa 6-7 mesi) in estate non vuole dire comunque che la popolazione sia esente da fattori di rischio o che sia in fase di ricrescita, tutt’altro. La mortalità infantile nell’orso è elevatissima, sia per cause naturali che antropiche, e non è quindi affatto detto che tutti i nuovi nati riescano a raggiungere l’età della riproduzione. Tant’è che tre piccoli dell’anno, conteggiati all’interno di altrettante unità familiari ad inizio estate, non sono più stati avvistati in compagnia della madre a settembre e, dal momento che a quest’età il legame con la madre è forte e continuativo, c’è da temere che questi tre piccoli siano andati perduti.

D.: Abbiamo ricevuto in redazione segnalazioni di cani vaganti di grossa taglia nell’area del Parco e di vacche brade che si nutrivano al ramno sempre nell’area del parco. Ce lo conferma?
P.C.:
Anche se la buona produttività della popolazione di orso sottolinea ancora una volta l’elevata idoneità ambientale e la ricchezza di risorse trofiche nel territorio del parco, i tanti operatori in appostamento fisso ed in orari sensibili sono stati anche testimoni di importanti fattori di rischio che perdurano nel territorio del Parco e non solo nelle aree di alimentazione stagionale dell’orso. Confermo infatti che dal 20 agosto al 1 settembre, sono state avvistate vacche brade e senza controllo all’interno di alcuni dei ramneti del Parco, ed in due occasioni le vacche sono state viste brucare le piante di ramno in due dei ramneti più centrali ed importanti del Parco; lo stesso fenomeno era stato già riscontrato negli anni precedenti e rischia di vanificare i tanti sforzi promossi dall’ente per la tutela delle piante di ramno (per esempio, la chiusura ai turisti dei sentieri di crinale o la piantumazione di nuove piante di ramno con i fondi comunitari del Life Arctos).
Confermo anche che è stato avvistato un gruppo di 9 cani vaganti di grossa taglia ed attivi nell’area di riserva integrale, già riscontrato negli anni precedenti. Sono state inoltre notate persone in appostamento fuori sentiero, ed apparentemente senza autorizzazione da parte dell’ente. Due operatori dell’Università hanno anche udito spari da arma da fuoco in ore diurne al di fuori del periodo di caccia, anche se non è poi stato possibile documentare l’evento con prove concrete.

D.: Le operazioni di conta non arrecano disturbo all’orso?
P.C. : Si potrebbe obiettare che, in un parco dove l’accesso ai sentieri di crinale è vietato e regolamentato ai turisti per non arrecare disturbo all’orso in fase di alimentazione, l’accesso degli operatori per la realizzazione delle conte appaia come un controsenso. In realtà c’è da sottolineare che le conte vengono realizzate in zone e con sentieri di avvicinamento adeguati atti a prevenire l’eventuale disturbo agli orsi ed altra fauna e vengono svolte da personale adeguatamente formato; ma soprattutto, l’intera operazione viene svolta secondo un codice comportamentale severo, strettamente regolamentato e con la supervisione dell’Ente parco stesso. D’altra parte, anche i risultati di quest’anno dimostrano che le operazioni di conta condotte in questo modo possono contribuire fattivamente a segnalare all’Ente parco l’occorrenza dei diversi fattori di rischio per l’orso, con dovizia di particolari ed in tempo utile per una loro adeguata repressione e prevenzione.

(*) Le conte sono parte integrante del monitoraggio della popolazione di orso realizzata nell’ambito del progetto europeo Life Arctos. Alla conta hanno collaborato e partecipato attivamente il personale del’Ente Parco e del CFS (Coordinamento Territoriale del PNALM e Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro) e una quarantina di volontari. La dottoressa Elisabetta Tosoni ha gestito e coordinato le attività dei volontari e di tutti gli altri operatori nell’esecuzione delle attività di campo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Stefano Orlandini scrive:

    …questi purtroppo non sono allevatori, dei loro animali non se ne occupano proprio… men che meno se sono cavalli ma persino le vacche una volta trasportate sui pascoli del parco vengono lasciate a se stesse anche quando devono partorire ed esigono rimborsi se qualche vitello partorito sul prato o nel bosco viene predato. Se poi muore di cause naturali gridano al lupo in ogni caso e con un bel chiodo ci fanno 2 fori in gola…. non parliamo poi dell’assenza di qualsiasi controllo sanitario. Una situazione di pura illegalita’….sono finiti purtroppo i tempi delle greggi transumanti …sempre meno le pecore !

  • Francesco Maria mantero scrive:

    ancora una volta si palesa un conflitto con glia allevatori?
    il conflitto che sembra interessare i grandi parchi africani come le distese forestali del s. marica e le nostre montagne abruzzesi o i pirenei?

  • Stefano Orlandini scrive:

    Grazie per la vostra continua attenzione alle sorti di questo magnifico animale. Da neofita che segue la vostra inchiesta dalle prime puntate mi sembra di capire che nonostante qualche innegabile sforzo il Parco non riesca ancora ad eliminare o a gestire situazioni oggettivamente molto pericolose per l’orso e quel che e’ peggio segnalate e perduranti da troppo tempo! Entrambi i problemi qui segnalati dal bestiame allo stato brado con tutte le sue ricadute negative (il problema sanitario in primis) a quello dei cani vaganti
    si ripropongono immancabilmente stagione dopo stagione…possibile che non si possano finalmente affrontare con la dovuta attenzione e fermezza ? Non e la caccia al cinghiale il solo problema ….