Sembra che i mirtilli non vogliano finire di stupire gli scienziati alla ricerca delle loro proprietà “miracolose”. Questa volta tocca alla lotta contro l’aterosclerosi, un tristemente noto fenomeno che porta all’indurimento delle arterie. Secondo i primi dati di uno studio condotto dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, la ricerca mostrerebbe per la prima volta che i mirtilli possono aiutare a prevenire dannose placche o lesioni, sintomatiche dell’aterosclerosi, a causa dell’aumento delle dimensioni delle arterie.
Il capo ricerche Xianli Wu, che lavora a Little Rock, Arkansas per il Dipartimento e con il CEntro per la nutrizione infantile (ARS) e con l’Università di Medicina dell’Arkansas, ha condotto le indagini i cui risultati sono stati pubblicati nell’ultimo numero del Journal of Nutrition.
L’aterosclerosi è la principale causa di due forme di malattie cardiovascolari – infarti e ictus. Le malattia cardiovascolari sono la principale causa di morte negli Stati Uniti. Ma in Italia, secondo l’ultimo dato ISTAT sulle cause di morte del 2002 le cause di morte sono state: al primo posto le malattie del sistema circolatorio (131.472 decessi) e al secondo i tumori (69.672 decessi).
Tornando allo studio, esso ha confrontato le dimensioni, o l’area, delle lesioni aterosclerotiche in 30 topi di laboratorio giovani. La metà degli animali è stata alimentata con cibi conditi con polvere di mirtilli secchi per 20 settimane, mentre la dieta degli altri topi non conteneva la polvere delle bacche.
Le dimensioni delle lesioni, misurata in due siti sull’aorta (arterie che conducono dal cuore), era tra il 39 e il 58 per cento inferiore a quella delle lesioni nei topi la cui dieta non conteneva polvere di mirtillo.
Precedenti studi, condotti da altri team di ricerca indipendenti, hanno suggerito che mangiare mirtilli può contribuire a combattere le malattie cardiovascolari. Ma la prova diretta di tale effetto non è mai stata presentata fino ad oggi, secondo Wu.
La dieta a base di mirtillo conteneva polvere di mirtillo all’1 per cento, l’equivalente di circa una mezza tazza di mirtilli freschi.
Tutti i topi nel corso dello studio erano carenti in apolipoproteina-E, una caratteristica che li rende altamente suscettibili alla formazione di lesioni aterosclerotiche e quindi un ottimo modello per la ricerca biomedica e la nutrizione.
Il gruppo di Wu vuole determinare il meccanismo o meccanismi attraverso i quali mirtilli hanno aiutato a controllare la dimensione della lesione. Per esempio, aumentando l’attività di quattro enzimi antiossidanti, i mirtilli potrebbero aver ridotto lo stress ossidativo che è un noto fattore di rischio per l’aterosclerosi.
Il passo successivo per il gruppo di Wu è di verificare se i mirtilli mangiati durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta possano contribuire a proteggere contro l’insorgenza e la progressione dell’aterosclerosi negli anni successivi. La prevenzione precoce può essere particolarmente importante alla luce dell’epidemia negli USA (e, a giudicare dagli ultimi allarmi dei medici, anche in Italia) di obesità infantile. Sovrappeso e obesità aumentano il rischio di aterosclerosi.