L’orso marsicano è a serio rischio di estinzione, con soli 40 individui che vivono nell’Appennino centrale. Per salvarlo è stato redatto un Piano chiamato PATOM (Piano di azione per al tutela dell’orso marsicano) che aveva l’intento di coordinare tutte le istituzioni coinvolte ( province, regioni, comuni, università, ong e parchi). A tre anni dalla firma del Piano abbiamo intervistato Eugenio Duprè, della Direzione generale per la protezione della natura e del mare.
Domanda: Dottor Duprè chi coordina e monitora le azioni del PATOM? Chi è un responsabile ultimo?
Eugenio Duprè: Intanto per non fare confusione è bene specificare che il piano è stato condiviso fra le Amministrazioni coinvolte e quindi pubblicato nella collana Quaderni di Conservazione edita dal Ministero e da ISPRA. Contiene gli impegni dei vari soggetti, ognuno per la sua parte, a fare. Parlare quindi, di un referente ultimo non mi sembra la formulazione più corretta, ma un ruolo rimane sicuramente in capo al Ministero dell’Ambiente.
D.: Il Parco Nazionale d’Abruzzo è referente ultimo per il Progetto europeo LIFE-ARCTOS, che è considerato un progetto in cui si attivano delle azioni del PATOM. Il Parco è inoltre coordinatore dell’Autorità di Gestione del PATOM, ma ad oggi non ha una posizione chiara all’interno del Tavolo Tecnico della Caccia che è parte del PATOM stesso Infatti dopo che il responsabile scientifico del Parco, la dottoressa Cinzia Sulli, ha partecipato ai lavori del tavolo per diversi mesi, il Parco ha prodotto un comunicato in cui criticava fortemente il Calendario Venatorio in relazione all’orso marsicano e il Calendario Venatorio era stato redatto anche grazie al lavoro del Tavolo Tecnico. Cosa ne pensa?
E.D.: Sappiamo che ci sono situazioni complesse, ma questo non afferisce all’operato del Ministero o comunque dell’Autorità di Gestione del PATOM. Il LIFE Arctos è in questa fase uno strumento importante per l’attuazione di una cospicua parte del PATOM, anzi forse il principale date le risorse disponibili all’interno del progetto. Nell’ambito della questione caccia però il PATOM è uno degli elementi da prendere in considerazione, ma certo il suo contributo al tavolo tecnico della caccia aperto presso la Regione deve confrontarsi con numerose altre situazioni ed esigenze. Pertanto una posizione critica del Parco sul calendario venatorio non rappresenta di per se stesso una contraddizione, peraltro in Abruzzo il calendario venatorio è oggetto di ricorsi e sospensive del TAR.
D.: Non le sembra una contraddizione che dal PATOM scaturisca un Tavolo Tecnico che deve orientare il Calendario Venatorio e che poi questo Calendario Venatorio venga sospeso?
E.D.: Assolutamente no, il Calendario Venatorio esce perché la Regione produce comunque, a prescindere, sempre e in ogni caso un Calendario Venatorio. Siccome la Regione ha anche sottoscritto gli impegni per lavorare in favore dell’orso attraverso il PATOM, ha anche attivato questo tavolo tecnico (con l’autorizzazione del Ministero ndr.). Il Tavolo Tecnico ha prodotto dei risultati, questi sono stati confusi e contraddittori: il Tavolo Tecnico con un tecnico del Parco ha fatto un lavoro, e subito dopo si è inserito un comunicato che non era allineato con i risultati del Tavolo Tecnico.
D.: A me pare che tutti, Enti, Istituzioni e Ong si coordinino attorno ad una struttura che è quella del PATOM, ma nel momento in cui qualcosa si blocca, la struttura non comporta di per sè nessun vincolo. Allora perché coordinarsi attorno a qualcosa che non è vincolante?
E. D.: Come Ministero non abbiamo mai avuto grande piacere e grande passione per i piani d’azione, incluso il PATOM, proprio perché non sono vincolanti, non sono previsti dall’ordinamento giuridico italiano; quindi sono interessanti , sono utili, ci sono dei tavoli tecnici e possono contribuire, ma in ultimo poi si fermano davanti a problemi come quello del Calendario Venatorio. Questo è il motivo per cui come Ministero non abbiamo piani per ogni specie, cioè riceviamo pressioni per fare molti più piani di quanti non ce ne siano.
Poi ci sono situazioni come quella dell’orso d’Abruzzo, con il progetto LIFE, con pressioni molto forti, che sono giustificate e hanno motivo di esistere, da parte della società civile perché si faccia un piano, in quanto si ritiene che il piano sia il modo per mettere insieme gli attori. Peraltro abbiamo l’esperienza del piano dell’orso sulle Alpi che ha dato dei risultati positivi, con la fattiva collaborazione instaurata fra le Regioni. Speravamo di ottenere un risultato analogo anche in Appennino per l’orso marsicano. Rimane però che il piano non può essere vincolante. Sulla base del piano sono stati avviati dei tavoli tecnici, li abbiamo chiesti e sostenuti, la Regione Abruzzo si è impegnata, ma bisogna essere consci che si tratta di uno strumento per confrontarsi, per sostenere le esigenze di conservazione dell’orso, ma non può essere la soluzione ad ogni problema.
D.: Il PATOM non è la soluzione per la conservazione dell’orso?
E.D.: Questo non lo so, rappresenta un contributo nell’ambito di una situazione oggettivamente molto complessa e delicata.
D.: Queste azioni che vengono messe in pratica in ambito del PATOM sono valutate? Sono azioni la cui redazione e applicazione è costata del tempo e probabilmente anche dei soldi. Siccome queste azioni costano, vengono monitorati i risultati che producono?
E.D.: Sì, il monitoraggio esiste sia attraverso il PATOM che nell’ambito del LIFE Arctos che necessariamente deve rendicontare sulle azioni realizzate. Il monitoraggio c’è, ma non è che possiamo con questo risolvere immediatamente ogni problema.
D.: Se il PATOM non è una soluzione, mi potrebbe dire qual è secondo lei il problema principale per la conservazione dell’orso e quale potrebbe essere la soluzione?
E.D.: Il problema è molto articolato e complesso. Io non mi sento di dire quale sia la soluzione, né qual è il problema principale.
Se vogliamo il problema principale è che la popolazione continua a diminuire o a rimanere stabile su dei livelli molto preoccupanti, al limite della effettiva estinzione. Verosimilmente incide un’eccessiva mortalità e una scarsa riproduzione. C’è l’incidenza di patologie che possono avere effetti anche sulla riproduzione.
Sottoscrivo tutto il testo del commento di Stefano del 21.12.2012 alle 20:28. E’ ora di dire come stanno le cose davvero ed è ora che i funzionari pagati da noi facciano davvero il proprio dovere, senza reticenze, pressappochismi e, soprattutto, complicità e contiguità.
Ci tengo a sottolineare pubblicamente che la nostra associazione ritiene l’esperienza del Tavolo Tecnico per la caccia avviata dalla Regione Abruzzo necessaria e positiva ,a prescindere dai risultati finali prodotti magari limitati o contraddittori (vedi per esempio la questione rammentata da Recchia sui diversi tempi di apertura della stagione, con la Regione che intendeva limitare il disturbo nella fase di letargo della specie piuttosto che durante il periodo di iperfagia).Crediamo anche che questa esperienza debba andare avanti e coinvolgere forse piu’ puntualmente le associazione venatorie e le organizzazioni ambientaliste. Come abbiamo gia’ avuto modo di dire, per quanto ci riguarda non vogliamo sedere al tavolo, ma in quanto cittadini interessati alla salvaguardia dell’orso, un bene che riteniamo pubblico e che costa al contribuente del denaro, vorremmo essere informati regolarmente sui suoi progressi o sulle sue battute d’arresto, per poter capire chi vi si siede per trovare delle soluzioni condivise e chi invece fa finta di avervi aderito e lavora al contrario per affossarlo.
E vero come dice il Dott Dupre’ che il Tavolo sulla caccia e’ stato affidato alla regione Abruzzo ed e’ vero che la Regione deve comunque produrre un calendario venatorio ma e’ anche vero che questo tavolo e’ un azione PATOM e che quindi in ultima analisi , se non mi sbaglio, la responsabilita’ di esso ricade sul Ministero e quindi dal MATT ci si aspetterebbe almeno un ruolo propulsivo e di richiamo alle responsabilita’ degli Enti che al tavolo siedono ed invece questo, da cio’ che noi semplici cittadini abbiamo rilevato parlando con alcuni dei diretti interessati, NON e’ avvenuto. Ci risulta addirittura che il PNALM (nominato autorita’ di gestione del PATOM dal MATT) e CFS abbiano disertato le ultime convocazioni del tavolo.
Cosa aspetta il Ministero (MATT) a sollecitare tutti ad un maggior impegno ?
Stefano Orlandini
http://www.salviamolorso.it
In relazione ai presunti risultati confusi e contraddittori prodotti dal tavolo Tecnico, mi preme ribadire che allo stesso Tavolo hanno partecipato professionisti di altissimo livello e che il Tavolo stesso ha fornito delle indicazioni, per la zona di protezione esterna del PNALM, ritenute poi estremamente valide dalla Regione Abruzzo, al punto da adottarle integralmente nel calendario venatorio. Il ricorso al TAR, per quanto riguarda la questione dell’Orso marsicano, ha afferito in particolare l’estensione delle zone in cui applicare le misure ritenute compatibili con la presenza dell’orso.
La contradditorietà della posizione assunta dal Parco è una questione interna all’Ente stesso che non riguarda e non inficia il lavoro del Tavolo, né mette in discussione la professionalità dell’esperto incaricato dal parco stesso che ha partecipato ai lavori, che è stata apprezzata da tutti i componenti del Tavolo.
Il Parco inoltre non ha criticato fortemente le scelte adottate dalla Regione ma non ha condiviso la scelta del periodo di caccia, laddove la Regione intendeva privilegiare la tutela dell’orso nel periodo di svernamento (periodo maggiormente critico per la specie) mentre il Parco intendeva posticipare l’apertura della caccia per non disturbare il plantigrado nel periodo di iperfagia (autunno). Anche in questo caso, come da nota del Parco stesso, la validità dei lavori del tavolo Tecnico è stata riconosciuta, specie per quanto riguarda le misure ritenute più idonee e maggiormente compatibili con la presenza dell’Orso
Ad ogni buon conto, il merito del ricorso avverso il CV 2012-2013 della Regione Abruzzo sarà discusso a giugno 2013.
Franco Recchia
QUIS CUSTODIET CUSTODES?
Non è una novità dei giorni nostri: se lo chiedeva Giovenale (VI Satira), ma già Platone (La Repubblica, lib. III, cap. XIII), ben prima, ammoniva che “Ridiculum esset, custode indigere custodem” (È ridicolo che un sorvegliante debba essere sorvegliato)
E allora, quando ci chiediamo:
Quis custodiet custodes …ursorum?
rimaniamo molto perplessi ed increduli nel constatare l’incapacità, o la non-volontà, di svolgere i compiti insiti nei ruoli. E questa inerzia è tanto più pericolosa quanto più si protrae nel tempo: il PATOM è stato sottoscritto a L’Aquila fin dal lontanissimo 5 luglio 2006 e “approvato” a Pescasseroli ben tre anni dopo (!!!) nell’altrettanto lontano 16 novembre 2009 (!!!).
Se i custodi istituzionali non custodiscono la flora, la fauna (l’orso!), il paesaggio e le bellezze naturali (nonché culturali), allora chi si deve prendere cura di questi non secondari aspetti, che influiscono anche sulla qualità della nostra stessa vita?
L’aspetto paradossale di questa domanda è che sono state proprio le “istituzioni” (Comunità Europea, Stato, Regioni, Province, Comuni) ad auto-nominarsi custodi (sorveglianti) di ciò che loro stesse hanno liberamente e democraticamente deliberato di voler custodire e sorvegliare!!!
Se tutto ciò fosse solo ridicolo, sarebbe poca cosa …è che, per l’orso, rischia di diventare tragedia!
Gaetano de Persiis
…scusatemi , ma il mio precedente intervento per un errore non e’ firmato mentre ci tengo a farlo
Grazie ancora per l’ospitalita’!
Stefano Orlandini
http://www.salviamolorso.it
…bene…insomma il PATOM e’ stato redatto su pressione dell’opinione pubblica ma il Ministero ne avrebbe fatto volentieri a meno ?? Ho capito bene ? Ma non fu Croce un funzionario storico del Minambiente a volere fortemente il Piano ? Onestamente non si capisce se Dupre'(il Ministero di oggi…) considera la conservazione dell’orso marsicano una priorita’ istituzionale o invece una fastidiosa eredita’che si spera si esaurisca con l’estinzione della specie.
Ci rendiamo conto che il MATT si occupa di tante cose ,dall’ILVA di Taranto, all’inquinamento marino dalla qualita’ dell’aria nelle nostre citta’ a mille altri problemi , ma e’anche deputato alla conservazione della Biodiversita’ ed ha al suo interno una Direzione che si chiama se non mi sbaglio, Conservazione della natura ,e se non e’ disposto a spendersi un po’ di piu’ per la salvaguardia di quella che e’ la specie bandiera della Biodiversita’ italiana ,del nostro sistema di Parchi Appenninici piu’ importante (vale a dire quello Abruzzese-Laziale )ed una delle specie piu’ rare al mondo che continua ad attirare anno dopo anno sempre piu’ visitatori a Pescasseroli (vedere per credere il crescente afflusso di turisti francesi ed inglesi..)ebbene penso che forse sarebbe piu’ onesto chiuderlo questo dipartimento Conservazione della natura.
L’abbiamo detto piu’ volte …niente vieta al Ministero o alla regione Abruzzo di decidere che l’orso e’un problema ingombrante che come sistema Italia non ci possiamo permettere, ma lo si dica apertamente e chiunque lo dica ,magari lo stesso Clini, se ne assuma pubblicamente la responsabilita’, sarebbe piu’onesto e meno squallido dell’attuale scaricabarile tra istituzioni a cui assistiamo giornalmente ormai da anni.