Salviamo l’orso è un’associazione tutta nuova consacrata, come si intende facilmente dal nome, alla salvaguardia dell’orso, quello marsicano, in Abruzzo e fuori dai suoi confini. L’orso marsicano è a grave rischio di estinzione, ne restano solo 40 individui. L’associazione di recentissima costituzione, ha bruciato le tappe e ha cominciato la sua attività incontrando oggi presso la sede della Regione Abruzzo il Direttore Generale del Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione Abruzzo Arch. Antonio Sorgi e la responsabile dell’Ufficio Parchi Dott.ssa Annabella Pace.
“Il colloquio”, si legge nel comunicato dell’associazione “è stato franco e proficuo”. Si è parlato della mancata attuazione ad oggi del PATOM ( Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano). L’associazione “prende atto con soddisfazione delle iniziative già intraprese come l’apertura del Tavolo Tecnico Ristretto sulla caccia, che come le recenti vicende hanno dimostrato (il travagliato iter del calendario venatorio 2012/2013) e’ l’unico metodo per trovare soluzioni condivise da tutti i portatori d’interesse, in primo luogo i cacciatori, che permettano l’esercizio della caccia senza mettere in pericolo la popolazione ursina.”
Il discorso ha poi attraversato le diverse problematiche che ormai da anni rendono difficoltosa la sopravvivenza dell’orso, schiacciato su diversi fronti dalle più disparate attività antropiche.
Nello specifico “l’allevamento del bestiame domestico specialmente in area Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove si è raggiunta una situazione non più tollerabile di sovra pascolo, di allevamento brado fuori controllo con animali spesso provenienti da fuori regione e di conseguenti rischi sanitari per l’orso e per il consumatore delle carni come la recente vicenda della epidemia di TBC bovina nel comune di Gioia dei Marsi ha evidenziato. Situazione che al momento non appare affatto sanata.
Inoltre centrali eoliche (di due progetti l’associazione dà dati precisi: una centrale eolica a cavallo dei comuni di Pizzoferrato e Gamberale, e una a Tornimparte, area di connessione tra il Velino Sirente – Duchessa ed il Reatino – Monti della Laga), impianti sciistici, tra Castel di Sangro e l’Aremogna (Roccaraso) e l’Altipiano delle Rocche con conseguenti tentativi di lottizzazioni.
Ma l’associazione si rivolge anche direttamente ai vertici del Ministero dell’Ambiente: “Riteniamo sia urgente riformare l’intero comparto con un’azione coordinata tra Regioni, Comuni, ASL Ministero della Salute Aree Protette e non ultimo il MATT di cui lamentiamo la totale mancanza di iniziativa in tutto ciò che riguarda le politiche di conservazione dell’orso bruno marsicano.
Dunque solo critiche? Non sembra così. L’associazione “auspica una graduale riduzione del pascolo brado e il progressivo recupero delle forme tradizionali di zootecnia ovi-caprina” e “ha in programma di offrire la sua collaborazione progettuale e finanziaria per risolvere alcune criticità che riguardano la conservazione dell’orso, attraverso interventi di mitigazione del rischio dovuto all’aumento del fenomeno del randagismo canino nell’area del PNALM e della sicurezza stradale su determinati tratti di viabilità all’interno del Parco stesso. Qui potete leggere i progetti.