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Caccia e orso marsicano: un problema aperto

La caccia in Abruzzo è sospesa fino al 10 ottobre dopo il ricorso del WWF al TAR contro il Calendario venatorio

Scritto da Federica di Leonardo il 08.10.2012
  • La caccia in Abruzzo è stata sospesa fino al 10 ottobre, dopo un ricorso al TAR da parte del WWF Abruzzo.
  • Il ricorso dell’associazione ambientalista arriva dopo la pubblicazione del Calendario Venatorio per quest’anno: a rischio, secondo il WWF, oltre ad altre specie protette, anche l’orso bruno marsicano, già minacciato di estinzione con una popolazione di soli 40 individui.
  • Il calendario venatorio è stato redatto quest’anno anche sulla base dei lavori di un apposito Tavolo Tecnico del PATOM, (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano).

 

 

 

 

 

 

 

Quest’anno il Calendario Venatorio della Regione Abruzzo è stato redatto in parte anche a partire dai primi dati elaborati da un apposito Tavolo di tecnici. Il Tavolo è la prima applicazione di una delle azioni previste dal PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) e ha lavorato in via sperimentale solo sulla Zona di Protezione Esterna del Parco nel versante abruzzese cercando soluzioni che, salvaguardando l’orso marsicano, fossero recepibili dalle Aziende Terriotoriali di Caccia coinvolte.
Il Calendario Venatorio è stato giudicato irricevibile dagli ambientalisti del WWF, che hanno fatto ricorso al TAR, ma non trova neanche soddisfatti i circa 650 cacciatori coinvolti: sono comunque sostanziosi i cambiamenti apportati dal Calendario Venatorio ai metodi tradizionali di caccia praticati finora.

La posizione del Parco d’Abruzzo. Anche il Parco Nazionale d’Abruzzo, pur avendo partecipato dall’istituzione del Tavolo e fino alla fine di luglio ai lavori con il suo responsabile scientifico, la dott.ssa Cinzia Sulli, ha emesso un comunicato nel quale attaccava la Regione Abruzzo chiedendo che fosse posticipata l’apertura della caccia al 1° novembre, diversamente da quanto indicato nel Calendario Venatorio, in cui l’apertura era prevista per il 1° ottobre.

La dott.ssa Sulli, dopo l’emanazione del comunicato contrario al Calendario Venatorio da parte del Parco, è stata sostituita, per ora solo in via ufficiosa (cioè la comunicazione è avvenuta fra i membri del tavolo solo via mail), dal Direttore Dario Febbo.

Ad entrambi, sia alla dott.ssa Sulli che al direttore Febbo, Gaianews.it ha rivolto delle domande senza ottenere risposta: per ciò che riguarda la dott.ssa Sulli le domande erano inerenti  i lavori del Tavolo Tecnico a cui la dottoressa aveva partecipato, per ciò che riguarda il direttore Febbo le domande erano inerenti le motivazioni tecniche che hanno spinto il Parco a prendere una posizione contraria al Calendario Venatorio dopo aver partecipato ai lavori del Tavolo Tecnico per diversi mesi.
Il direttore Febbo non ha risposto alle domande. La dott.ssa Sulli non è stata autorizzata a rispondere dal direttore Febbo.

Al Tavolo Tecnico, istituito con l’approvazione del Ministero, partecipano rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di L’Aquila, dell’ISPRA, dell’Università La Sapienza di Roma, del Corpo Forestale dello Stato ed esperti esterni. 

Tutelare l’orso. I lavori del Tavolo Tecnico non sono ancora terminati, ma la Regione ha richiesto ugualmente agli esperti un documento a cui far riferimento per la redazione del Calenderio Venatorio.

Ai tecnici è stato chiesto di lavorare in via sperimentale solo sulla Zona di Protezione Esterna del Parco d’Abruzzo sul versante abruzzese. L’idea è quella di un progetto pilota il cui modello, nel caso in cui riportasse risultati positivi, potrebbe essere esportato nelle altre zone di presenza dell’orso. Gli esperti hanno proposto, tramite un modello computerizzato, la divisione della Zona di Protezione Esterna in due “tipi” di zone a cui corrispondono diverse prescrizioni per la caccia. I due tipi di zone sono state definite C1 e C2. Nelle zone C1, a più alta presenza di orso, le norme sono più restrittive, nelle zone C2 le norme sono invece meno severe. Fuori dalla Zona di Protezione Esterna e nei Siti di Importanza Comunitaria in cui è stata rilevata la presenza dell’orso la Regione ha applicato le stesse prescrizioni delle zone C2 della Zona di Protezione Esterna.

Il Calendario Venatorio: cosa succedeva prima e quali sono le innovazioni

Sono proprio queste le prescrizioni che il WWF ha criticato: Augusto De Sanctis, infatti, chiede come mai non si siano  applicate le prescrizioni C1 anche nei Siti di Importanza Comunitaria e perché, in zone che non sono protette in nessun modo, ma in cui è possibile la presenza dell’orso, non si sia applicata nessuna prescrizione. Il rappresentante dell’associazione ambientalista è critico inoltre su alcuni aspetti tecnici del lavoro del tavolo tecnico. 

Intervista ad Augusto De Sanctis

Andrea Monaco, che partecipa al Tavolo Tecnico come esperto nella gestione del cinghiale nelle aree protette, ha spiegato che il Tavolo Tecnico ha operato pragmaticamente. “E’ chiaro” – ha spiegato Monaco- che per preservare una  popolazione così esigua si potrebbe pensare alla sospensione di tutte le attività, ma è una soluzione realizzabile? Inoltre, non è affatto dimostrato che la caccia sia l’attività che arreca più disturbo all’orso. Dunque sarebbe necessario sospendere ogni attività che arreca disturbo all’orso. E, seguendo lo stesso critierio, si dovrebbe allora sospendere la caccia in tutte le aree di presenza dell’orso anche fuori dall’Abruzzo, dal Molise fino alle Marche. Ma potrebbe essere questa, almeno allo stato attuale, una soluzione possibile?” .

E’ allora necessario, secondo Monaco, procedere un passo dopo l’altro adottando soluzioni che siano dettate da pragamtismo e siano applicabili. 

I lavori del Tavolo Tecnico

Un altro argomento del contendere ha riguardato l’inizio della stagione della caccia. Infatti nel mese di ottobre l’orso è impegnato a nutrirsi prima di andare in letargo. Questo periodo, chiamato iperfagia, è un momento molto importante secondo gli esperti.  Secondo Luciano Sammarone, questo non è l’unico periodo  delicato. Infatti nel caso di inverni poco rigidi, alcuni orsi non vanno affatto in letargo e in gennaio è possibile disturbare gli orsi nella tana, cosa altrettanto, se non pìù significativa, del disturbo durante il periodo dell’iperfagia.  Per questo, Secondo Sammarone, si è anche deciso per l’apertura al 1° ottobre, piuttosto che a novembre.

Intervista a Luciano Sammarone

Antonio Gentile, presidente dell’ATC (Azienda Territoriale per la Caccia) di Sulmona, interessata dalla ZPE, si dice fiducioso nei lavori del Tavolo Tecnico per i prossimi mesi, ma confessa che fra i cacciatori serpeggia il malumore. L’utilizzo obbligatorio del cane limiere, ( un cane addestrato che va tenuto al guinzaglio) è molto limitante nella caccia al cinghiale così come la si pratica in Abruzzo. Gentile ci tiene infatti a sottolineare che queste nuove norme vanno ad impattare contro una tradizione di caccia e che i cacciatori dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni con tutte le difficoltà del caso. Un cacciatore che caccia in  ZPE, ad esempio deve ora comprare un cane limiere, assicurarsi che abbia il brevetto dell’ENCI o farglielo conseguire, “una spesa notevole da affrontare di questi tempi”.

Ora inoltre il malcontento dei cacciatori è aumentato, perché la caccia è stata sospesa e nessuno sa cosa deciderà il tribunale il 10 ottobre.

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  • ANTONIO scrive:

    sono un cinofilo e frequento la montagna per addestrare i segugi,dal 1972 che addestro cani sul territorio di sulmona ,pettorano ,ecc.non e mai successo che un cacciatore della zona abbia mai sparato ad un orso,quindi bisogna distinquere il vero cacciatore dal bracconieri, il vero cacciatore e quello che va in montagna non per distruggere la fauna,ma per coltivarla,infatti faccio presente che pratico la caccia solo sulla lepre e posso garantire che ho sempre cercato di sparare solo lepre maschio ,lasciando le femmine,con la speranza che altri farebbero nello stesso modo,perche le femmine sono riproduttive. mi meraviglio della lotta che fanno gli ambientalisti per la tutela del territorio,fanno sospendere la caccia ,per poi permmettere che su tale territorio viene fatto un carico venatorio eccessivo,stiamo scherzando? e una vera presa in giro. il territorio deve essere tutelato dal cacciatore residente dell’atc ,non puoi permettere che viene fatto un carico venatorio per 10 volte maggiore al territorio ,infatti se scalcoliamo dall’atc gli ettari delle zone industriali ,commerciali e altri territori dove non si puo praticare la caccia ci rendiamo conto che il carico venatorio e eccessivo . e volete notare guardate come praticano la caccia i cacciatori della zona , sulla lepre al massimo due persone ,dopo ti trovi squadre che vengono da fuori di 15 /20 persone, eserciti, si puo tutelare il territorio in questo modo? dove sono gli ambientalisti quanto succede questo. quindi bisogna prima rispettare il territorio col carico venatorio e vedrete che tutte le specie animali vengono protette e rispettate,avete voluto fare i parchi,le zone preparchi,le zone patom,ecc. per poi lasciare libero l’accesso a chi unque vuole? la caccia in queste zone dovrebbe essere aperta ai solo residenti,in questo modo vengono responsabilizzati i cacciatori del territorio e cosi facendo vedrete che è il cacciatore stesso che salvaguarda il territorio e denunciando qualsiasi atto vandalico commesso dai bracconieri. comunque e troppo eccessivo il carico venatorio danno accesso a tutti , l’importante per gli atc è incassare soldi ,non salvaguardare il territorio,guardate la legge emanata ,un cacciatore non puo cacciare con più di due cani ,il cacciatore della zona e costretto a rispettarla. vengono cacciatori di fuori provincia ,squadrte di 20 cacciatori con n.2 cani a testa portano 40 cani e normale.quindi quanto si devono studiare le leggi da applicare sul mondo venatorio ,si dovrebbero interpellare anche i dresseur e cinofili ,che hanno tutto l’interesse di salvaguardare la fauna e il territorio,il cacciatore deve essere responsabilizzato a comportarsi in modo educato e non distruttivo,a rispettare quello che i cacciatori della zona hanno sempre cercato di conservare. questo non certo si puo fare se viene dato accesso a tutti,quindi il problema maggiore non è la caccia e come viene fatta praticare.